AL QUINTO MANDATO

Netanyahu vince ancora e Israele si sposta a destra

dal nostro inviato Roberto Bongiorni

Il primo ministro Benjamin Netanyahu festeggia la vittoria (EPA)

3' di lettura

GERUSALEMME - Benjamin Netanyahu. Ancora una volta. Per il quinto mandato, il quarto consecutivo. A scrutinio pressoché completato il leader del partito conservatore Likud si appresta a formare il prossimo Governo israeliano.
Alla fine Bibi, 69 anni, l'ha spuntata sul suo rivale, l'ex capo dell'esercito Benny Gantz, 59 anni, leader della lista di centro sinistra “Blu e bianco”.

I loro due partiti hanno ottenuto lo stesso numero di seggi, 35 ciascuno. Ma per governare ci vuole la maggioranza della Knesset, il Parlamento di Gerusalemme. Almeno 61 seggi. Grazie all'alleanza con i partiti di destra che lo sostengono, Netanyahu avrebbe i numeri per faro. Anche se di poco: 65 seggi per l’appunto (dato non ancora ufficiale).

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Disfatta laburista
Gantz decisamente no. Perché la sinistra ha accusato una vera e propria débâcle. I laburisti avrebbero raccolto solo 6 seggi. Meretz, ancora più a sinistra, quattro. Come le due liste presentate dai partiti arabo-israeliani (che difficilmente avrebbero sostenuto Gantz). Per i laburisti, a lungo lo storico secondo partito di Israele, capace anche di vincere ed andare diverse volte al Governo, peggio di così non poteva andare.

Perdonati gli scandali
Gli elettori hanno dunque perdonato a Bibi i presunti scandali e le inchieste per frode e corruzione che pesano sull'immagine del loro leader. «È stata una vittoria immensa, non si poteva nemmeno immaginare. Il popolo di Israele mi ha confermato la fiducia», ha proclamato sul palco affiancato dalla moglie Sara.
È stato un testa a testa appassionante. Netanyahu ha fatto ricorso a tutte le sue strategie, alcune discutibili, per trascinare i suoi sostenitori alle urne. Il giorno del voto è infatti giorno festivo. Ed il cielo terso di ieri era una giornata molto invitante. Netanyahu ha così spronato il suo elettorato ad andare al voto già dal mattino quando, in un video in diretta su Facebook, annunciava preoccupato: «Il 9% per cento di elettori della destra sta rimanendo a casa. Così consegnate il Paese alla sinistra».

Strategia vincente
Strategia usata fino al tramonto – i seggi chiudevano alle 22 – quando diffondeva un altro preoccupato messaggio: «Ho convocato una riunione di emergenza. Stiamo perdendo». Creare allarme e preoccupazione, anche in assenza di fondati motivi per farlo, al fine di spingere gli elettori alle urne, è una strategia nota in Israele. Non è la prima volta che Netanyahu la usa. Nessuno lo saprà mai, ma potrebbe aver funzionato.

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Il presidente della Repubblica Reuven Rivlin incontrerà la prossima settimana i due leader. In teoria dovrebbe affidare il mandato per formare il governo a Netanyahu. Che avrà 42 giorni per farlo. In caso di successo sarebbe il leader più longevo, non in età, ma in anni al potere, nella storia di Israele. Più di David Ben Gourion, il fondatore della patria.

Il premier Benjamin Netanyahu festeggia con la moglie (Epa)

Maggioranza risicata
Eppure non sarà facile governare per Bibi. La sua maggioranza appare risicata. La sua coalizione (che vede insieme il Likud, con il partito religioso” Shas”, il “Giudaismo unito nella Torah”, l'Unione dei Partiti uniti della destra e Israel Beytenu), avrebbe (non è ancora ufficiale) ottenuto 65 seggi. Nuova destra e Zehut, due partiti della destra oltranzista a cui Netanyahu aveva stretto l'occhio (con Nuova destra era in alleanza) non avrebbero raggiunto la soglia di sbarramento del 3,25 per cento. Nelle prossime settimane vi saranno ferventi trattative. «Accettiamo la decisione del popolo e rispetteremo le scelte del presidente Rivlin», ha detto Benny Gantz . «Trasformeremo la Knesset in un campo di battaglia e renderemo amara la vita al Likud», gli ha fatto eco il numero due del partito Yair Lapid.

Pace sempre più lontana
Difficile fare previsioni su come sarà il Nuovo Esecutivo. Ma tre aspetti possono esser dati quasi per certi. Se manterrà la sua coalizione di destra, Netanyahu rischia di essere ostaggio dei capricci dei piccoli partiti. Capaci di far cadere il Governo in ogni momento. Israele, comunque, vira ancora più a destra. Ed il processo di pace, la soluzione dei due Stati, sarà sempre più lontano e complesso. Se ci sarà ancora.

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