L’EX MINISTRO SU TWITTER

Dall’hashtag #harakiriPd al segretario psichiatra, le frecciate di Calenda ai dirigenti Dem

di Andrea Carli

La strana campagna elettorale del ministro Calenda

3' di lettura

L’ultima frecciatina a un Pd uscito “provato” dalle elezioni politiche del 4 marzo Carlo Calenda, ex ministro dello Sviluppo economico prima nel governo Renzi e poi in quello Gentiloni, la riserva alla dirigenza Dem, appena si rende conto che il suo tentativo di mettere allo stesso tavolo a cena Matteo Renzi, Paolo Gentiloni e Marco Minniti non è andato in porto. «Il Pd sta diventando un posto in cui l’unico segretario che si dovrebbe candidare é il presidente dell’associazione di psichiatria», confida in un’intervista radiofonica a Radio Capital. Se è una provocazione, non la percepisce così il numero uno della Società italiana di psichiatria, Bernardo Carpiniello: a stretto giro interviene per chiarire che «la nostra società scientifica ha già il suo bel da fare con le persone che soffrono davvero con i problemi mentali», e che «le persone con problemi mentali non sono irragionevoli, è un luogo comune che contribuisce a crescere lo stigma». Di certo l’attacco lascia il segno.

Martina sceglie la nuova segreteria. Calenda lancial’hashtag #harakiriPd
Ma Calenda non è nuovo a queste uscite. Predilige twitter, con il suo stile di comunicazione diretto e rigorosamente in tempo reale. Il giorno dopo l’annuncio della composizione della nuova segreteria firmata Maurizio Martina, lancia l’hashtag #harakiriPd. È una protesta nei confronti della nuova squadra del Nazareno. «Oramai siamo alla farsa - scrive sul suo profilo -. Prima vanno dietro a Emiliano e nominano Boccia e poi si fanno dire di no da Emiliano. Che però promette eterna lealtà. L’unica cosa seria da fare è azzerare la segreteria e chiamare un congresso subito». «L’unica cosa utile da fare in questo momento - continua - è che chiunque abbia votato Pd e ritenga questa segreteria non adeguata per affrontare l’opposizione e la rifondazione del centro sinistra prenda e lo scriva a Martina. Mail, Facebook,Twitter. Qualsiasi cosa. Farsi sentire». La segreteria Dem è oggetto di altri attacchi. Il principale è: «non è una segreteria, è un harakiri».

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«Stop irrilevanza, andare subito oltre il Pd
A fine giugno, all’indomani dei ballottaggi per le comunali, l’esponente del Pd lancia l’ennessimo attacco, ancora una volta su twitter: «Navigazione a vista sta portando il centro sinistra all’irrilevanza proprio quando l’Italia ne avrebbe più bisogno - scrive -. Ripensare tutto: linguaggio, idee, persone, organizzazione. Allargare e coinvolgere su un nuovo manifesto. Andare oltre il Pd. Subito! #fronterepubblicano».

La lite con il collega di partito Boccia: «falla finita». «Bullo»
Primi giorni di giugno. «Falla finita». «Non fare il bullo con me». Su twitter si scatena un acceso dibattito tra l’ex ministro e il deputato Pd Francesco Boccia. Si parla del futuro dell’Ilva. E Calenda esordisce così: «Disturbi della personalità di Francesco Boccia che vuole confronto con me su Ilva. Francesco sei del Pd! Devi chiederlo a Di Maio il confronto! Alle brutte Salvini. Falla finita. Di buffoni in giro ce ne sono già troppi. E Ilva è questione troppo seria per vs battaglie interne al Pd». «Trasparenza, si chiama trasparenza - replica Boccia - e non fare il bullo con me perché non attacca. Luigi Di Maio dovrà tenere aperta Ilva perché è giusto così. Ma nel Pd dobbiamo ripartire da una posizione unica e tu devi chiarire molte cose tra Taranto, Piombino e Bruxelles. A presto». Finita lì? Non proprio: «Basta! mi sono stancato di polemiche pubbliche interne al Pd. Questa è l’ultima risposta che ti do. Su Ilva ho chiarito tutto fino all’esaurimento in ogni sede. Se vuoi altre risposte chiamami. Confronti li faccio con gli avversari. Quando finalmente ti iscriverai ai 5S ripassa».

Il botta e risposta con Bersani per un Fronte repubblicano
Ancora. A fine maggio, quando è ancora ministro, Calenda lancia l’idea di un Fronte repubblicano contro i sovranisti. Nuovo scontro, ancora su twitter, questa volta con Pier Luigi Bersani, ex segretario del Pd, ora esponente di LeU. Bersani auspica un «alleanza sulla base di alcune idee e nomi nuovi, non un “fronte di sopravvivenza”. Ma Calenda sospetta che voglia accogliere solo la «sinistra sinistra sinistra». E ne nasce un botta e risposta a suon di tweet. «E nel mentre - scrive Calenda - Bersani ancora lì a dire che non si può fare un Fronte contro i Lega e M5S perchÈ non siamo sicuri che solo chi è di sinistra sinistra sinistra partecipi. A volte penso che siamo in un video game». Bersani replica così: «Caro Calenda, cerchiamo di capirci. Io non voglio un fronte della sopravvivenza, voglio un fronte del cambiamento dal lato popolare, democratico e costituzionale. Che la proposta arrivi agli italiani col segno della novità e della generosità. Inutile ammucchiare senza cambiare». Ma Calenda non sembra convinto della risposta: «Cerchiamo...», scrive. Su twitter. Rigorosamente.

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