via la Fornero, si al reddito di cittadinanza

Manovra, deficit-Pil al 2,4% per 3 anni: Tria cede ma non si dimette. Tria cede, Di Maio festeggia

di A.Carli e N.Cottone

Ecco cosa c'è nella manovra da 36-40 miliardi

7' di lettura

Il Governo giallo-verde sfida Ue e mercati, che reagiscono immediatamente facendo salire il rischio Italia. Giovedì sera è stata raggiunta l’intesa tra M5S e Lega da una parte e il ministro dell’Economia Tria dall’altra sulla percentuale che fotografa il rapporto tra deficit e Pil: sarà il 2,4% per tre anni (2019, 2020, 2021). Vince la linea Di Maio - Salvini.

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Dopo una giornata ad altissima tensione si è così sbloccato lo stallo tra i rappresentanti dell’esecutivo: una trattativa, tutta interna al governo giallo verde, per definire questo parametro. Nota di aggiornamento al Def approvata all’unanimità. «Stiamo facendo del bene all’Italia e agli italiani», scrive in un post il premier Giuseppe Conte, parlando di «una manovra economica meditata, ragionevole e coraggiosa».

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La reazione di Bruxelles arriva il giorno dopo la scelta del governo sul 2,4 per cento. Il commissario agli affari economici Pierre Moscovici mette in evidenza che l’Unione europea non ha interesse ad andare allo scontro con il governo M5s-Lega. Un segnale che il vicepremier pentastellato coglie. E rilancia: «Vogliamo interloquire con la Ue, non andare allo scontro», chiarisce. «Siamo intenzionati a ripagare il debito, vi assicuro che scenderà». «La decisione presa ieri dal Governo sul rapporto deficit-Pil - sottolinea - rappresenta una notizia importante perché ci sono 15 miliardi di euro in più di investimenti». «Non sono preoccupato, e nei prossimi giorni vogliamo incontrare tutti i soggetti pubblici e privati che rappresentano la realtà del mercato», aggiunge Di Maio.

L’altro azionista di maggioranza dell’esecutivo, Matteo Salvini, osserva: la nota di aggiornamento al Def è un «passo in avanti verso la civiltà, i mercati se ne faranno una ragione». E se da Bruxelles arriverà una bocciatura della Legge di Bilancio? «Noi tiriamo avanti - risponde il responsabile del Viminale -. Pensiamo di lavorare bene per la crescita del Paese e ridare fiducia, speranza, energia e lavoro. E quindi sono felice di quello che abbiamo fatto in questi quattro mesi e di quello che faremo nei prossimi quattro anni. Lo spiegheremo anche ai commissari».

Moscovici: nessun interesse a crisi con Italia ma debito del paese esplosivo . «Delle sanzioni sono teoricamente possibili, è previsto dai trattati ma io non sono nello spirito da sanzioni, non lo sono mai stato - sottolinea il commissario agli affari economici Pierre Moscovici ospite della tv francese Bfm -. Se gli italiani continuano a indebitarsi, cosa succede? Il tasso di interesse aumenta, il servizio del debito diventa maggiore. Gli italiani non devono sbagliarsi: ogni euro in più per il debito è un euro in meno per le autostrade, per la scuola, per la giustizia sociale». Moscovici mette in evidenza che l’Ue non ha interesse a uno scontro con il governo giallo verde, ma al contempo sottolinea che il paese ha un livello del debito esplosivo. «Il budget Italia sembra essere oltre limiti regole condivise», aggiunge. «Voglio continuare il dialogo con le autorità italiane, dicendo che rispettare le regole non è per noi, ma è per loro, perché quando un paese si indebita, si impoverisce».

Vola lo spread in apertura, Btp sfonda il 3%. Borsa Milano apre in forte calo
Immediata la reazione dei mercati: si allarga ancora lo spread BTp/Bund che sfonda la soglia dei 270 punti base. Nei primi minuti di contrattazione il future sullo spread è balzato di una ventina di punti a quota 258 dai 236 di giovedì. Il rendimento sul BTp decennale ha sfondato il 3% ed è salito al 3,07 per cento dal 2,9% della chiusura di giovedì. Avvio ampiamente negativo per Piazza Affari: il primo indice Ftse Mib segna una perdita dell’1,01%, l’Ftse It All-Share un calo dello 0,96%.

Garavaglia: tetto pace fiscale a 500 mila euro
Il tetto della pace fiscale «sarà 500 mila euro», spiega il viceministro dell’Economia, Massimo Garavaglia, parlando della prossima manovra ad Agorà su Raitre. «Personalmente - aggiunge - un milione ci sta tutto, perché un’aziendina ci mette un attimo a cumulare un milione di arretrati. Però anche 500 mila ci può stare».

Boccia: governo esulti su risultati non quando fa manovra
«Il governo deve esultare quando realizza risultati, non quando fa manovre», spiega il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, a margine del World manufacturing forum, parlando dell’approvazione della nota di aggiornamento del Def da parte del governo. «Non mi preoccuperei troppo di quanto abbiamo sforato - aggiunge Boccia -, lo hanno fatto la Francia e la Germania, ma la domanda deve essere un’altra, e la diciamo a tutti e ai mercati, se questo sforamento deficit/Pil determinerà nei prossimi mesi una riduzione del debito pubblico, una maggiore occupazione nel Paese, una maggiore crescita e meno divari, coniugando la questione economica con la questione sociale, che sono complementari, non antitetiche».

Di Maio: «È finita che si fa la Manovra del popolo»
L’immagine racconta il momento politico. I ministri del Movimento 5 Stelle festeggiano nella notte sul balcone di Palazzo Chigi: «È finita che si fa la manovra del popolo - esulta il vicepremier con deleghe allo Sviluppo economico e al Lavoro Luigi Di Maio - che si fa il reddito di cittadinanza, la riforma della Fornero. Per anni ci hanno detto che non c’erano i soldi ma i soldi ci sono. La vittoria è che si fanno misure storiche. Non vince il governo, vincono i cittadini. È una manovra che ci permetterà di rilanciare gli investimenti e la crescita».

Manovra del popolo, l’annuncio di Di Maio su Facebook

La scelta di Tria

Il ministro, che alla fine ha ceduto rispetto alla “linea del Piave” che lui stesso aveva indicato, ovvero l’1,9%, non rassegnerà le dimissioni. «Nessuno ha mai messo in discussione Tria né si è messo in discussione. La sua scelta è la naturale conseguenza di un allineamento politico», ha detto il ministro per le Infrastrutture Danilo Toninelli. Avrebbe influito la telefonata del capo dello Stato Sergio Mattarella che lo ha invitato a restare. Un sostegno che però sarebbe stato precedente al Consiglio dei ministri e alla decisione di portare il rapporto deficit pil al 2,4 per cento. In serata il capo dello Stato ha avuto anche una telefonata con il premier Giuseppe Conte.

«Non temiano lo spread»
La notizia del raggiungimento dell’intesa è stata comunicata ai parlamentari M5s e Lega, riuniti a Montecitorio. Ed è stata salutata con un applauso. Poi in piazza dinanzi alla Camera militanti e parlamentari in festa armati di bandiere del movimento. «Non temiamo lo spread, non temiamo i mercati, finalmente oggi il Governo del cambiamento va incontro alle esigenze dei cittadini. Non c'è stato nessun diktat, era tutto scritto nel contratto di governo», dice il capogruppo M5s al Senato Stefano Patuelli.

GUARDA IL VIDEO - Stoccate ed elogi di Di Maio su Tria

Le cifre illustrate dai due vicepremier
«È stato un lavoro di squadra in cui il presidente Conte è stato importantissimo per trovare il punto di caduta», dice il vicepremier Luigi Di Maio sceso in
piazza davanti palazzo Chigi. «Accordo raggiunto con tutto il governo sul 2,4%. Siamo soddisfatti, è la manovra del cambiamento», sottolineano in una nota congiunta i due vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini, al termine dell’incontro presso la Presidenza del Consiglio. «Ci sono 10 miliardi per il reddito di cittadinanza», una misura con la quale «restituiamo un futuro a 6,5 milioni di persone», continua Di Maio. Il leader pentastellato chiarisce che dalla manovra non resteranno esclusi «i truffati delle banche che saranno risarciti con un Fondo ad hoc di 1,5 mld». E aggiunge: «Con il superamento della legge Fornero chi ha lavorato una vita può finalmente andare in pensione liberando i posti di lavoro per i nostri giovani, non più costretti a lasciare il nostro Paese per avere un’opportunità».

Manovra, Di Maio festeggia dal balcone di Palazzo Chigi

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LE MISURE CHIAVE
Scorrendo nel dettaglio le misure, muove i primi passi il reddito di cittadinanza, con un primo assaggio da 10 miliardi per le pensioni di cittadinanza. Poi la flat tax per oltre un milione di partite Iva e una nuova rottamazione delle cartelle, ma anche un primo superamento della legge Fornero e un fondo da 1,5 miliardi per i truffati delle banche.

1) Reddito e pensioni di cittadinanza: 10 miliardi di dote
Primo passo per il reddito di cittadinanza. Si parte con una dote di 10 miliardi per le pensioni di cittadinanza per 6,5 milioni di persone che ora sono sotto la soglia di povertà: 780 euro per le pensioni minime. Il reddito di cittadinanza parte dal rafforzamento dei centri per l’impiego, al centro di un’inchiesta del Sole 24 Ore (Centri per l'impiego, flop al Sud: il 72% con pochi pc o senza web).

GUARDA IL VIDEO - Centri per l'impiego che non impiegano: solo il 3,4% ha trovato lavoro con i Cpi

2) Flat tax: 15% per oltre un milione di partire Iva
La flat tax parte dalle piccole imprese, con un prelievo fisso del 15% che - secondo fonti della Lega - riguarderà oltre un milione di italiani. Di fatto è un allargamento del fisco forfettario che include l’Iva: proprio per questo il beneficio nel 2019 per i contribuenti riguarderà l’imposta sul valore aggiunto per poi spostarsi nel 2020 sui redditi guadagnati. Per gli altri cittadini si arriverà alle due aliquote del 23% e del 33% a fine legislatura.

3) Superamento Fornero
Possibilità di andare in pensione anticipatamente - attraverso un meccanismo di quota 100 - riguarderà almeno 400 mila persone e - secondo i partiti di maggioranza - si tradurrà in altrettanti posti di lavoro per i giovani.

4) Truffati dalle banche: aumentano i risarcimenti
Aumentano i fondi per i “truffati dalle banche”. Inizialmente si ipotizzava un fondo di 500 milioni. Ora si parla di un miliardo: si sarebbe arrivati a trovare 1,5 miliardi per un fondo ad hoc alimentato dai conti dormienti.

5) Pace fiscale: nuova rottamazione
Nuova pace fiscale, con la chiusura delle cartelle Equitalia e che avrà un impatto una tantum sui conti. Soglia fino a 100 mila euro.

Vertice di 4 ore per raggiungere l’accordo
L’accordo è stato raggiunto al termine di un vertice “complicato” a Palazzo Chigi, che è durato oltre quattro ore. All’incontro hanno partecipato il premier Giuseppe Conte, Di Maio e Salvini, Tria e il ministro degli Affari europei, Paolo Savona. Dopo la riunione a Palazzo Chigi, e il raggiungimento dell’intesa, c’è stato un Consiglio dei ministri, che ha dato il via libera alla Nota di aggiornamento del Def, il Documento di economia e di finanza che costituisce la base della manovra. La Nota di aggiornamento ha registrato la soglia deficit - Pil uscita fuori dal vertice precedente.

Sessione di bilancio inizia alla Camera
La conferenza dei capigruppo di Montecitorio ha deciso l’iter della sessione di Bilancio prenderà il via quest’anno dalla Camera. Il Ddl Bilancio sarà all’esame dell’Aula a novembre in prima lettura e a dicembre (di ritorno dal Senato). È pertanto rispettata la consuetudine dell’alternanza, nell’avvio dell’esame dei documenti di Bilancio, tra i due rami del Parlamento.

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