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Rapporto Caritas-Migrantes: Italia quinta in Europa per immigrati regolari

di Andrea Carli

Migranti, Roma replica all'Onu

3' di lettura

L’Italia, con oltre cinque milioni di immigrati regolarmente residenti sul suo territorio (l’8,5% del totale residenti) si colloca al quinto posto in Europa e all’undicesimo nel mondo. Il Paese europeo che nel 2017 ospita il maggior numero di migranti è la Germania (oltre 12 milioni), seguita da Regno Unito, Francia e Spagna. È quanto emerge dal XXVII Rapporto immigrazione di Caritas e Migrantes, pubblicato oggi, 28 settembre. Per gli italiani, rileva il report, l’aumento del rischio di povertà è stato meno rilevante.

Sbarchi in calo dell’80%
Il report conferma il calo degli sbarchi. Secondo l’Unhcr, infatti, tra il 1° gennaio e il 31 agosto 2018 è sbarcato in Italia l’80% di migranti in meno rispetto allo stesso periodo del 2017.

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Le comunità più consistenti: romeni, albanesi e marocchini
Le comunità straniere più consistenti sono quella romena (1.190.091 persone, pari al 23,1% degli immigrati totali), quella albanese (440.465, 8,6% del totale) e quella marocchina (416.531, 8,1%).

Tre cittadini stranieri su dieci risiedono nel Nord Ovest
I cittadini stranieri risultano risiedere soprattutto nel Nord-Ovest della Penisola (33,6%) e a diminuire nel Centro (25,7%), nel Nord-Est (23,8%), nel Sud (12,1%) e nelle Isole (4,8%). Le regioni nelle quali risiede il maggior numero di cittadini stranieri sono la Lombardia (1.153.835 cittadini stranieri residenti, pari all’11,5% della popolazione totale residente), il Lazio (679.474, 11,5%), l’Emilia-Romagna (535.974, 12%), il Veneto (487.893, 10%) e il Piemonte (423.506, 9,7%). Le province nelle quali risiede il maggior numero di cittadini stranieri sono Roma (556.794, 12,8%), Milano (459.109, 14,2%), Torino (220.403, 9,7%), Brescia (156.068, 12,4%) e Napoli (131.757, 4,3%).

Più contenuto il rischio povertà per gli italiani
Osservando l’incremento della povertà rispetto alla base di riferimento (il 2010), viene fuori che l’incremento maggiore di povertà ha riguardato i cittadini stranieri appartenenti a Paesi dell’Unione Europa: dal 35,4% al 48,5% (+13,1% in 7 anni). Seguono i cittadini originari di Paesi non-Ue, presso i quali l’incidenza del rischio di povertà è passata dal 43,5% al 54% (+10,5%). Tra gli italiani, rileva il report, l’aumento del rischio di povertà è stato meno rilevante, passando dal 20,8% del 2010 al 26,1% del 2016 (+5,3%). Nel corso del 2016 le persone accolte e accompagnate presso i Centri di ascolto della Caritas sono state 205.090, un dato che comprende anche i quasi 16 mila profughi ascoltati dalla sola diocesi di Ventimiglia-Sanremo.

Popolazione carceraria: crescono del 6% gli immigrati
Al 31 dicembre 2017 la popolazione carceraria conta 19.745 detenuti stranieri tra imputati, condannati e internati. Rispetto allo stesso periodo del 2016, quando gli immigrati erano 18.621, si registra un incremento del +6%. Rimane inalterata, tuttavia, l’incidenza della componente estera sul dato complessivo della popolazione carceraria, a distanza di dodici mesi ancora ferma al 34%.

Metà dei detenuti stranieri provengono dall’Africa
Per quanto riguarda le aree geografiche di provenienza, negli istituti di pena prevale la componente africana, che da sola rappresenta la metà dei detenuti stranieri, con 9.979 persone (il 50,5%). I detenuti nordafricani rappresentano il 71% della componente africana e circa il 35% della popolazione straniera nelle carceri italiane. Il continente europeo è invece rappresentato da 7.287 persone, pari al 36,9% dei carcerati di origine straniera. Il dettaglio delle nazioni vede il Marocco confermarsi come il Paese maggiormente presente, con 3.703 detenuti (il 18,7%), seguito dall'Albania (2.598 persone, pari al 13,1%) e, di poco distanziata, dalla Romania (2.588 persone, pari al 13,1%).

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