al voto il 25 novembre

Al via le primarie Pd nel Lazio, alla prova le ambizioni nazionali di Zingaretti

di Andrea Marini

(ANSA)

2' di lettura

In attesa delle date ufficiali per le primarie del Pd che dovranno scegliere il nuovo segretario, le articolazioni territoriali si stanno già muovendo per scegliere i propri vertici locali. Gli occhi sono puntati soprattutto nel Lazio, dove con le primarie del 25 novembre saranno messe alla prova anche le ambizioni del governatore Nicola Zingaretti, per testare la consistenza dell’alleanza che al momento ne fa uno dei candidati alla segreteria nazionale più accreditati.

L’ex dalemiano Claudio Mancini
I candidati alla segreteria laziale con più chance sono due: Claudio Mancini e Bruno Astorre. Si tratta di due politici di lungo corso nel panorama regionale. Mancini è stato assessore di peso (Sviluppo Economico, Ricerca, Innovazione e Turismo) durante la giunta regionale di centrosinistra guidata da Piero Marrazzo. Già vicino a Massimo D’Alema, si è poi avvicinato ai Giovani Turchi di Matteo Orfini (presidente Pd vicino a Matteo Renzi). A sostegno di Mancini c’è anche il deputato Luciano Nobili, 41 anni, diventato negli ultimi anni il rappresentante principale dei “renziani di ferro” nella capitale.

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Il franceschiniano Bruno Astorre
L’altro big in corsa per la segreteria regionale è Bruno Astorre. Anche lui è una vecchia conoscenza del panorama politico romano e laziale. Già esponente del Partito popolare italiano e poi della Margherita, Astorre è stato presidente del Consiglio regionale nella Giunta Marrazzo (con il record di preferenze, soprattutto nel suo feudo in provincia di Roma, vivendo lui a Frascati), prima di fare il salto a Palazzo Madama nella scorsa e nella attuale legislatura. Astorre è sostenuto da Areadem, l’area che fa riferimento a Dario Franceschini, altro uomo forte del Pd a Roma e nel Lazio.

Il ruolo di Zingaretti
Astorre potrebbe ottenere il sostegno anche dell’ex premier Paolo Gentiloni, riproducendo quell’asse con Franceschini che punta a portare Zingaretti alla segreteria nazionale. Zingaretti, come sua prassi (avendo anche il ruolo istituzionale di presidente della Regione), non si è espresso chiaramente a favore di un candidato. Ma certo se il candidato di Franceschini risultasse sconfitto nella regione amministrata da Zingaretti non sarebbe un buon segno per la corsa nazionale del governatore.

Renziani senza un candidato forte
I renziani, come anche a livello nazionale, non hanno presentato un candidato forte unitario nel Lazio. Anche perché i seguaci dell’ex rottamatore non hanno radici profonde in regione. In extremis è stata presentata la candidatura del vicepresidente del II municipio Andrea Alemanni, 37 anni, vicino a due renziani, Angelo Rughetti e Matteo Richetti. I renziani potrebbero puntare a togliere voti a Mancini e Astorre per poi scendere a patti in occasione dell’assemblea: se nessuno dei candidati otterrà il 50 per cento più uno delle preferenze saranno i 200 delegati in Assemblea a incoronare il nuovo segretario.

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