toti: risorse insufficienti

Cantone: lacuna nel decreto Genova, la mafia può infiltrarsi

di Alessia Tripodi

Decreto Genova, ecco tutte le cose che non funzionano

4' di lettura

Nel decreto Genova è prevista «la deroga a tutte le norme extrapenali» che «comporta anche la deroga al Codice antimafia e alla relativa disciplina sulle interdittive», una “lacuna” che può aumentare il rischio di infiltrazioni mafiose. Lo ha detto il presidente dell’Anac, Raffaele Cantone in audizione sul decreto per la ricostruzione del ponte Morandi davanti alle commissioni Ambiente e Trasporti della Camera. I n audizione anche il governatore della Liguria, Giovanni Toti, secondo il quale le risorse previste dal decreto «non soddisfano le esigenze larghe della comunità ligure».

Intanto, il vicepremier Luigi Di Maio a Radio 1 annuncia che nel «nuovo decreto fiscale che si vota lunedì» «ci saranno 50 milioni di euro» per gli sfollati di Genova, «una somma che permetterà al commissario Bucci di poter avviare i rimborsi alle famiglie». E rispondendo alla denuncia del commissario Bucci sulle carenze del decreto, assicura che «i 300 milioni li mette Autostrade e ci sara' certamente la cig per la zona rossa» di Genova. Ma Cgil, Cisl e Uil, in presidio davanti alla prefettura di Genova, fanno sapere che mancano più di 45 milioni di euro per garantire la cassa integrazione in deroga “retroattiva” ai circa 2.500 lavoratori senza ammortizzatori sociali delle pmi genovesi colpite direttamente dal crollo del ponte Morandi.

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Cantone: al commissario poteri senza precedenti
«Non ritengo - ha spiegato Cantone parlando della “lacuna” del dl - di dover sottolineare i rischi insiti in tale omissione, soprattutto perché vi sono molte attività connesse alla ricostruzione (dal movimento terra allo smaltimento dei rifiuti, ad esempio) in cui le imprese mafiose detengono purtroppo un indiscutibile know how». Per il presidente Anac quella contenuta nel dl Genova è «una deroga senza precedenti», che consente al commissario per la ricostruzione «di muoversi con assoluta e totale libertà», con i soli limiti dell’Ue e «ovviamente i principi costituzionali».

Perplessità sul decreto
«Quello che è accaduto a Genova è una tragedia di proporzioni enormi - ha detto Cantone - e lo Stato non può certamente stare a guardare, ma deve utilizzare qualunque strumento affinché il Ponte sia ricostruito al più presto ed al meglio. È un dovere verso la Città ma anche verso le vittime». E «il modo migliore per far sì che un appalto sia espletato in tempi rapidi e che soprattutto i lavori vengano eseguiti in modo egualmente spedito ma anche a regola d’arte - ha spiegato - è che la stazione appaltante abbia un quadro di regole chiaro e certo».

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Cantone: rischi di moltiplicazione del contenzioso
Cantone ha fatto notare che il Commissario straordinario per il ponte di Genova dovrà occuparsi non solo dell'affidamento dell’opera ma anche di numerosi altri aspetti, «in primis il conferimento in discarica dei materiali di risulta», agendo nell'ambito delle direttive comunitarie, che sarà «tenuto ad applicare senza alcuna mediazione della normativa nazionale». Dunque si sta «affidando al Commissario una disciplina alquanto complessa, non solo sugli appalti ma anche sui rifiuti» e in questo modo «si rischia di moltiplicare il contenzioso proprio perché il quadro normativo si caratterizzerà per estrema incertezza», ha spiegato Cantone.

Il presidente Anac: no ad esclusione generale concessionari
Cantone ha poi sottolineato che l’esclusione dalla ricostruzione «di soggetti diversi dall’attuale concessionario, generalizzate a tutti i concessionari di strade a pedaggio o che abbiano partecipazioni in esse o che siano da esse controllate, appare di dubbia legittimità, perché in contrasto con i principi di proporzionalità, concorrenza e con le indicazioni contenute nella direttiva europea, che prevede cause di esclusione tassative». Il presidente Anac si è detto d’accordo con quanto già rilevato dall’Antitrust, ma ha fatto notare che la formula contenuta su questo punto nel decreto, ossia «evitare un indebito vantaggio» appare poco chiara. «Quale sarebbe - ha osservato Cantone - il vantaggio competitivo di un operatore che ha una partecipazione anche minima in una concessionaria di strade a pedaggio? E quale sarebbe il vantaggio competitivo di altri operatori, diversi dall'attuale concessionario?».

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Toti: con governo non sempre concordi su scelte
Dopo aver sottolineato l’insufficienza della risorse previste dal decreto per la ricostruzione, il governatore Toti ha sottolineato che «il porto di Genova per i volumi che produce è già sotto finanziato in condizioni normali» e che il dl «può essere un’occasione per rimediare anche a sottovalutazioni del passato».
Quanto alla ricostruzione «non è un segreto che avrei ritenuto che Autostrade avrebbe dovuto risarcire il danno in forma specifica e in tal senso ci siamo mossi, chiedendo ad Autostrade di presentarci il piano di messa in sicurezza, demolizione e ricostruzione del ponte», ha detto Toti, ma «su questo non c'era un accordo politico tra istituzioni locali e governo e ne prendiamo atto» e il piano di Autostrade non è stato più analizzato. «Sul decreto Genova - ha spiegato - c’è stata un’interlocuzione con il governo», «il rapporto è stato
leale, non sempre di concordia sulle scelte fatte».

Toti: serve meno rigidità nell’uso delle risorse
Per il governatore della Liguria, poi, nel decreto bisognerebbe «prevedere che eventuali economie sulle risorse possano essere utilizzate per integrare il piano di interventi del commissario delegato». Toti si riferiva in particolare alle cifre, previste nel decreto, di 9 milioni per il 2018 e 11 milioni per il 2019 - «che penso possano esser anche incrementati», ha sottolineato - da utilizzare «in vario modo, dagli indennizzi diretti alle imprese al pagamento del personale assunto a tempo in deroga». Somme che «fanno parte della struttura commissariale di protezione civile». La richiesta di Toti è, appunto, di poterne fare un uso più elastico, visto che “alcune voci, come quelle degli indennizzi alle imprese, potrebbero essere sottostimate, e altre, come quella dell'assunzione di nuovo personale, potrebbero anche essere sovrafinanziate».

Da Autostrade nuovo contributo a famiglie
Intanto, da parte di Autostrade è stata avviata oggi l’erogazione di un nuovo contributo economico a fondo perduto a favore delle famiglie costrette ad abbandonare le proprie abitazioni dopo il crollo del ponte per ragioni di sicurezza e successivamente tornate nelle proprie case dopo il via libera dalle autorità. Il contributo ammonta a 800 euro per i nuclei familiari fino a due persone e a 1.000 euro per i nuclei più ampi.

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