VERSO LA DUE GIORNI DI PALERMO    

Sì di Usa e Russia alla conferenza sulla Libia: dagli eterni rivali un assist all’Italia

di Andrea Carli

Moavero, conferenza internazionale sulla Libia a Palermo

3' di lettura

Ad avvicinare gli eterni rivali, Usa e Russia, è, almeno momentaneamente, la Libia. In vista della Conferenza internazionale sul paese del Nord Africa che si terrà a Palermo il 12 e il 13 novembre, Roma ha incassato dichiarazioni di sostegno da parte dei due giganti geopolitici, che almeno in questa circostanza si trovano dalla stessa parte. Un sostegno che è il risultato degli sforzi diplomatici di tutto il governo: dal premier Conte, al ministro degli Affari esteri Moavero, al responsabile del Viminale Salvini, alla ministra della Difesa Trenta. Il sì alla conferenza in Sicilia rappresenta, in concreto, una bocciatura della linea espressa dalla Francia di Macron, contraria all’iniziativa e favorevole, invece, alle elezioni, che secondo l’Eliseo si dovrebbero tenere il 10 dicembre. Ma il progetto appare, a questo punto, molto in forse.

I contatti sono frenetici. L’ultimo, in ordine di tempo, è stato tra il vicepremier Matteo Salvini e l’ambasciatore Usa Lewis M. Eisenberg, ieri a Roma. Il responsabile del Viminale si è sentito confermare il sostegno degli Stati Uniti per gli sforzi che l’Italia sta facendo per la stabilizzazione del paese.

Loading...

Qualche giorno prima, il responsabile della Farnesina Moavero è volato a Mosca, dove ha incontrato il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov. In quell’occasione Lavrov ha definito «molto utile» l’idea di una conferenza, ha spiegato che Mosca è concorde con Roma nel ritenere che occorre evitare «ultimatum e scadenze forzate» alla Libia. Da parte sua, Moavero ha colto l’occasione per invitare il presidente Vladimir Putin a partecipare all’incontro in Sicilia. Per ora il viaggio in Sicilia non è nei piani del leader del Cremlino, ha spiegato Lavrov. Mosca deve ancora studiare il dossier, poi prenderà una decisione su chi inviare. Una posizione comune, questa, ad altre cancellerie.

Un invito analogo è stato rivolto, già in occasione dell’ultima visita di Conte a Washington, anche al presidente Usa, Donald Trump. Se Trump alla fine non dovesse esserci, si punta ad avere Mike Pompeo, ma anche la presenza del Segretario di Stato è tutt’altro che scontata, seppure non esclusa del tutto. Dipenderà da una serie di fattori: l’agenda del capo della diplomazia statunitense, in quel periodo, è molto fitta; a inizio novembre, poi, ci saranno le elezioni di midterm e, se il voto non dovesse andare nella direzione auspicata da Washington, il mutato quadro politico potrebbe frenare una partecipazione degli Stati Uniti alla conferenza internazionale sulla Libia.

Da settimane la diplomazia italiana è in fermento, ma una lista definitiva dei partecipanti ancora non c’è, segno che la trattativa continua in queste ore, e non si esclude che una risposta certa arrivi alla vigilia dell’incontro.

Per quanto riguarda il leader del Cremlino, Salvini e Conte torneranno alla carica, con visite a Mosca il 17 ottobre il primo; e il 24 il secondo. Con tanti tasselli del puzzle ancora da incastrare, si delinea una sicurezza: la conferenza di Palermo sarà considerata riuscita se vedrà la partecipazione dei principali rappresentanti degli stati coinvolti nella stabilizzazione della Libia.

C’è poi la necessità di garantire alle delegazioni che arriveranno a Palermo un livello di sicurezza adeguato. Proprio questo aspetto avrebbe fatto slittare la nomina da parte del Presidente del consiglio dei nuovi vertici dei servizi segreti: quelli attuali (Alessandro Pansa al Dis e Alberto Manenti all’Aise) sono in scadenza di mandato.

Riproduzione riservata ©
Loading...

Brand connect

Loading...

Newsletter

Notizie e approfondimenti sugli avvenimenti politici, economici e finanziari.

Iscriviti