il futuro del pd

Dalla Leopolda il “movimento” di Renzi Duro attacco al governo e a Foa

di Emilia Patta

(Fotogramma)

4' di lettura

«Non ci sottovalutiamo. Qui c’è un movimento politico, questo è un evento. Ci sarà una leadership plurale della sinistra, ma il compagno Matteo Renzi non può ritrarsi. La leadership sarà come una collana di perle che ha bisogno di un gancio che la tenga insieme». E ancora: «L’incubo è una sinistra fagocitata dal populismo di sinistra. Le alleanze del nostro movimento verranno quando le cose cambieranno, oggi si parte dalla costruzione di un movimento alternativo». Quando Umberto Minopoli prende la parola dal palco della Leopolda la sala è strapiena – circa 7mila persone – in attesa del discorso conclusivo di Renzi. Presidente dell'Associazione Italia nucleare, manager e saggista, Minopoli dice quello che Renzi non può e non vuole dire scatenando l’ovazione del popolo della Leopolda, dentro e fuori dalla vecchia stazione fiorentina simbolo del renzismo: in questa tre giorni è nato di fatto un nuovo movimento politico. Per ora, ancora, dentro il Pd, ma pronto a veleggiare oltre il Pd.

Verso il Congresso
Mai come ora, non più al governo del Paese e non più alla guida del carrozzone Pd, Renzi si è sentito lontano dalla ditta che a breve sceglierà il suo nuovo segretario. «Abbiamo vinto per due volte le primarie col 70% e per due volte ci hanno fatto la guerra. Rivincere per la terza volta le primarie non sarebbe utile né a noi né a loro», dice Renzi prendendo tutte le distanze possibili dalla candidature in campo per il congresso del Pd che dovrebbe avviarsi a novembre. L’ex leader appoggia Marco Minniti contro il governatore del Lazio Nicola Zigaretti, certo, e Minniti era tra i pochi ex ministri dem presenti a Firenze in questi giorni. Ed è anche vero che la presa di distanza di Renzi dalla battaglia congressuale è concordata con l’ex responsabile del Viminale, che ha più chance di vincere il congresso contro Zingaretti – appoggiato dalla sinistra del partito e da alcuni big ex renziani come Paolo Gentiloni e Dario Franceschini – se la sua candidatura apparirà il più possibile autonoma.

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Renzi: "Contro-manovra Pd è servizio civile a Paese"

Nascono i comitati civici renziani
Ma questa, con tutta evidenza, non è la partita di Renzi. «Noi siamo quelli che restiamo nonostante le quintalate di fango che ci hanno buttato addosso – chiarisce – ma siamo anche quelli che partono. Sarebbe del tutto inutile fondare una corrente nel Pd, ce ne sono già troppe di correnti. Noi partiamo con forze nuove: i comitati civici». Una sorta di resistenza civile contro i diversi populismi uniti dal potere e dal progetto antieuropeo che parte direttamente dai cittadini. Bypassando i partiti. Perché gli attacchi alla libertà di stampa o la discriminazione dei bambini stranieri nelle classi – come dice Ivan Scalfarotto, che dei nascenti comitati civici è il coordinatore – non riguardano solo il Pd o solo Forza Italia o solo Leu o solo Più Europa. Ecco il perimetro renziano: tutti i cittadini che non hanno votato per il M5s e la Lega e che si riconoscono all’opposizione del governo giallo-verde. Uno schema del tutto diverso da chi, alla sinistra del Pd, guarda agli ex elettori dem che sono passati al M5s nel tentativo di recuperarli.

È nato dunque il nuovo partito renziano?

Non proprio. Renzi continua a escludere che nei suoi progetti ci sia l’uscita dal Pd e ribadisce: «Sosterremo chi vincerà il congresso anche se quando è toccato a noi non ci hanno sostenuto». Piuttosto la Leopolda diventa più di quanto non sia stata in passato movimento di cittadini: una sorta di nave a cui è stata tolta l’ancora, ma l’approdo è ancora da definire. Dipenderà anche dagli esiti del confronto interno al Pd: se dovesse vincere Zingaretti le strade probabilmente si separeranno, se dovesse vincere Minniti la convivenza potrà proseguire.

Renzi rivendica la scelta dello stop al governo Pd-M5S
Il discrimine resta il rapporto con il M5s: Renzi rivendica dal palco della Leopolda la scelta politica di non far nascere un governo M5s-Pd, di aver impedito la realizzazione di questo progetto appoggiato da molti dirigenti del Pd, da Walter Veltroni a Dario Franceschini . «Il progetto di romanizzare i barbari, facendo i piccoli alleati “sani” dei populisti di sinistra, i 5 stelle, presuppone un nuovo bipolarismo con i populisti di destra alleati a loro volta con la parte “sana” del centrodestra nel ruolo di piccoli alleati – dice Renzi -. Noi crediamo invece nell’alternativa ai due populismi alleati. E credetemi: sarebbe stato più facile fare quell’accordo, le poltrone offerteci erano tante…».

Le alleanze in Europa

Mai con i 5 stelle, dunque. E su questo confine invalicabile Renzi è pronto, se e quando sarà il caso, a traghettare la nave leopoldina appena salpata anche fuori dal Pd. Non a caso in vista delle europee Renzi ha già sottoscritto un manifesto programmatico con due partiti che sono fuori dalla famiglia socialista europea ma dentro il nuovo schema progressisti- europeisti contro populisti-sovranisti, ossia Ciudadanos in Spagna e la macroniana En Marche in Francia.
Da qui, anche, la decisione di alzare i toni dell'opposizione al «governo dei cialtroni che sta mandando a sbattere il Paese».

L’attacco a Foa

Da qui il duro attacco al presidente della Rai Marcello Foa: «Ieri il presidente della maggiore agenzia culturale e informativa del Paese ha detto a un giornale israeliano che l’intero gruppo parlamentare europeo del Pd è finanziato da George Soros. È un bugiardo, una fake news vivente, una fake news che cammina, ed è una vergogna che non ci sia chi ha il coraggio di dirlo. Io non ho paura: non invitatemi più alle trasmissioni, c'è un popolo che sta con noi comunque. E chiedo ai parlamentari del Pd che stanno a Strasburgo e a Bruxelles di denunciare domani mattina il presidente della Rai per calunnia e diffamazione». E ancora tornando sull’irregolarità dell’elezione di Foa: «Abbiano ragione di credere che le schede di votazione di Foa in commissione Vigilanza Rai siano state segnate: presidenti Fico e Casellati, aprite quelle schede! È uno scandalo senza precedenti nella storia dell’informazione italiana, neanche Berlusconi era arrivato a tanto. Vergognatevi!». La resistenza civile è iniziata.

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