a trieste e gorizia per le celebrazioni del 4 novembre

Mattarella: ribadire via a Ue, nazionalismo portò guerra

Quattro novembre, 100 anni fa finiva la prima guerra mondiale

2' di lettura

Bisogna «ribadire con forza tutti insieme che alla strada della guerra si preferisce coltivare amicizia e collaborazione, che hanno trovato la più alta espressione nella storica scelta di condividere il futuro nella Unione europea». Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, a Trieste per le celebrazioni della fine della Grande Guerra nella Giornata dell’unità nazionale e delle Forze Armate . «Lo scoppio della guerra nel 1914 sancì in misura fallimentare l'incapacità delle classi dirigenti europee di allora di comporre aspirazioni e interessi in modo pacifico anziché cedere alle lusinghe di un nazionalismo aggressivo», ha aggiunto Mattarella, che nel suo discorso ha espresso anche «solidarietà concreta» alle famiglie delle vittime del maltempo.

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In mattinata Mattarella ha deposto un corona una corona di fiori al Sacrario di Redipuglia (Gorizia), dedicato ai caduti della Grande Guerra. Prima di arrivare in Friuli, stamane a Roma il Capo dello Stato ha posato una corona d’alloro di fronte al sacello del milite ignoto all’Altare della Patria, a Roma.

Il ricordo delle Foibe e delle sofferenze civili
Nel suo intervento a Trieste, il presidente ha ricordato anche le vittime delle Foibe e e le sofferenze dei civili di allora. Anche questo un monito, ha tra l’altro detto rivolgendosi in modo particolare ai giovani, a mantenere un’attenzione «vigile» rispetto a quel periodo oscuro del passato.

La Grande Guerra raccontata e fotografata

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«Ricordare tutti i soldati e i marinai»
Mattarella ha ricordato, poi, come la Grande guerra si inquadra in periodo storico, quello del 900, in cui la classe dirigente fece anche errori gravi ed evitabili. «Errori - ha detto - che non debbono mettere nell'ombra i comportamenti eroici dei soldati, e le pagine indimenticabili di valore e coraggio nel buio delle trincee».

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