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Rifiuti, perchè lo scontro Lega-M5S è diventato una guerra Nord-Sud

di Andrea Gagliardi

CopenHill, il termovalorizzatore con pista da sci di Copenhagen

2' di lettura

Il governatore lombardo Attilio Fontana che dà lo stop ai rifiuti del Mezzogiorno e la ministra per il Sud Barbara Lezzi che dice basta ai termovalorizzatori lombardi. Il caso rifiuti, con il vicepremier M5s Luigi Di Maio contrario a nuovi termovalorizzatori e l’altro vicepremier leghista Matteo Salvini favorevole alla loro costruzione, è diventato una guerra del Nord contro il Sud.

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Fontana: non smaltiremo più i rifiuti del Sud
«Se Di Maio pensa che i nostri impianti (in Lombardia ci sono 13 inceneritori, ndr) inquinano, allora devo dire che non accetteremo più i rifiuti del Sud, chiederemo allo Stato di modificare la norma che ce lo impone. Se sostengono che questi rifiuti bruciati sono così pericolosi, non si capisce perché dovremmo
accettarli noi. Tra l'altro, ormai i nostri impianti sono saturi». Così - intervistato dalla Stampa - il governatore della Lombardia, Attilio Fontana, ha risposto a Di Maio sui termovalorizzatori, invitandolo a «farsi un giro» a quello di Brescia o di Milano: «Sono impianti che azzerano l'inquinamento e riutilizzano la combustione dei rifiuti per l’energia elettrica».

Assessore Lombardia: modello Di Maio improponibile
A Fontana ha fatto eco l'assessore all’Ambiente della Lombardia, Raffaele Cattaneo, che intervenendo sul tema dei termovalorizzatori, ha attaccato: «Il modello proposto da Di Maio sembra essere quello improponibile della bacchetta magica che fa sparire i rifiuti». E ha aggiunto: «Il nostro modello non può essere nemmeno quello di altre regioni, in particolare quelle del Sud, che non hanno impianti di trattamento rifiuti, continuano a stoccarli e poi cercano di mandarli nelle altre Regioni o all'estero». « Il modello lombardo è virtuoso - ha concluso Cattaneo - perché non manda a incenerire il rifiuto tal quale, ma ciò che resta a valle della raccolta differenziata, del riciclo e del riuso. Il nostro modello è un esempio per tutto il Paese».

Lezzi: 13 inceneritori Lombardia non sono modello
Non la pensa così la ministra per il Sud Barbara Lezzi. «Sui termovalorizzatori il contratto di governo M5S-Lega prevede una loro graduale chiusura. Se parliamo di modelli, quello della Lombardia, dove ci sono ben 13 inceneritori, non lo considero né virtuoso né di riferimento» ha dichiarato in un’intervista al Corriere della Sera. E ha puntualizzato: «Puntiamo su riduzione dei rifiuti, differenziata, riciclo, impianti di nuovissima generazione per il recupero della plastica. E questo porta a nuove attività e posti di lavoro».

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