IL PATRIMONIO DELLA FAMIGLIA SINTI

Casamonica, abbattuta la maxi-villa alla Romanina. E Salvini sale su una ruspa

di Ivan Cimmarusti

Salvini accende la ruspa: giù la villa abusiva dei Casamonica

3' di lettura

Abbattuto il simbolo del potere mafioso del clan Casamonica. La maxi villa al quartiere Romanina della Capitale, abusiva dal 2009, crolla sotto la potenza delle ruspe. Il terreno, passato sotto la competenza del Demanio, a giugno scorso è entrato a far parte del patrimonio della Regione Lazio. «Qui sorgerà un parco pubblico», si legge su un cartello affisso sulla cancellata d’ingresso della villa.

L’arrivo di Salvini
Nell’area, presidiata da carabinieri e poliziotti, è giunto anche il ministro dell’Interno Matteo Salvini che è salito sulla ruspa dell’esercito: «Non la guidiamo né io né Zingaretti (Nicola, governatore del Lazio, ndr) la ruspa, anche se confesso che regolarmente prove di guida le ho fatte sia in montagna che in pianura e quindi ho una seconda professione come demolitore». Guerino Casamonica, della famiglia criminale, in merito all’arrivo di Salvini ha detto: «Ben venga, se vuole gli offro il caffè». «No grazie - ha risposto il vicepremier - preferisco altre frequentazioni. Inseguiremo i delinquenti quartiere per quartiere, villa per villa, negozio per negozio».

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GUARDA IL VIDEO / Conte visita le ville dei Casamonica 

Il potere patrimoniale dei Casamonica
Fin dal 2003 era stata sollevata una «assimilabilità del clan Casamonica ad un’associazione di stampo mafioso», per il modo in cui era strutturata e operava nel territorio. L’operazione Gipsy coordinata dai pm di Roma e dalla Direzione investigativa antimafia aveva già tracciato un profilo criminale della famiglia di Sinti, ramificata nel Lazio.Gli unici procedimenti in cui risultano imputati sono soprattutto per usura ed estorsione, ma in molti casi finiscono in un nulla di fatto in quanto le vittime ritrattano. Un aspetto di non secondaria importanza, in quanto per questo motivo risulta difficoltoso l’accertamento della «pericolosità sociale», elemento centrale per poter disporre le misure di prevenzione patrimoniali, ossia il sequestro dei beni.

Misure di prevenzione per 15 milioni di euro
Ad oggi risultano sequestrati 15 milioni di euro attraverso tre diverse misure disposte sulla base di indagini del Gico della Guardia di finanza di Roma e due su accertamenti dei carabinieri del Nucleo investigativo. Stando alle verifiche i Casamonica avrebbero creato un impero basato sull’usura e sulle estorsioni regolarmente perpetrate ai danni di imprese con sede nell’area sud-est di Roma. La Guardia di finanza è riuscita a scoprire che i giri di usura ed estorsione sono abilmente «schermati» attraverso società di vendita di automobili. Delle sostanziali «scatole vuote» senza neanche una sede fisica ma con centinaia di contratti anomali relativi alla vendita di macchine. Operazioni «opache» che si riscontrano anche nella gestione di una serie di beni immobili - quasi tutti abusivi - sparsi nella Capitale e affittati a soggetti extracomunitari.

Arresto per associazione mafiosa
A luglio scorso la Procura ha ottenuto l’arresto di 33 persone legate al clan Casamonica, ipotizzando il reato di associazione per delinquere di stampa mafioso. Secondo le indagini del procuratore aggiunto Michele Prestipino «il clan Casamonica è operante nella zona Appia Tuscolana della città di Roma» e «si avvale della forza di intimidazione che scaturisce dal vincolo associativo e della conseguente condizione di assoggettamento e omertà». A capo dell’associazione ci sarebbe «Giuseppe Casamonica, detto Bitalo (arrestato nel 2009, ndr), nel ruolo di direzione con compiti di decisione, pianificazione e di individuazione delle azioni delittuose da compiere». Reggente sarebbe Liliana Casamonica, che «fornisce costante contributo per l’operatività del clan, concorrendo nella commissione di delitti (inteposizione di valori, esercizio abusivo del credito, usura)».

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