PROGETTO LUISS 

Più formazione per dare un futuro ai giovani del Mediterraneo e del Medio Oriente

Il ministro degli Affari Esteri Enzo Moavero Milanesi è intervenuto all’incontro organizzato a Roma dalla Luiss per fare il punto sul Progetto di formazione Mediterraneo (foto Ansa)

2' di lettura

La formazione come occasione per garantire un futuro a giovani provenienti da paesi del Mediterraneo e del Medio Oriente, che versano in condizioni di particolari difficoltà. È una soluzione parallela agli aiuti umanitari quella delineata da “Progetto mediterraneo: ponte tra le culture”, il percorso di formazione avviato a marzo promosso dalla Luiss con il supporto della Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale. Un percorso rivolto a 18 studenti provenienti da Giordania, Siria, Palestina e Malta. Un primo bilancio del progetto è stato fatto oggi a Roma, alla presenza del ministro degli Affari esteri Enzo Moavero Milanesi. «Oggi il Mediterraneo è opportunità - ha sottolineato il responsabile della Farnesina -. È necessario guardare lontano. Lo strumento della formazione contribuirà senz’altro alla crescita dell’intera area».

Iniziativa avviata a marzo
Partito a marzo 2018, il progetto prevede, per un gruppo di studenti, maltesi e giordani, un periodo di studio di un anno a Roma, nel campus della Luiss, per frequentare il corso di Laurea in Economia, e poi fare ritorno nel proprio paese e terminare gli studi. Mentre per i ragazzi siriani e palestinesi, sotto protezione e residenti ad Amman, in Giordania, di seguire lezioni dello stesso corso ma tenute da una delegazione di docenti della Libera Università Internazionale degli Studi Sociali, nell’ateneo della University of Petra, partner del progetto. Durante i primi mesi, accanto ai corsi universitari, sono state promosse altre iniziative. Per favorire l’integrazione dei ragazzi, ad esempio, sono stati promossi progetti dallo sport al volontariato, occasioni di incontro e dialogo per conoscersi meglio e praticare l’italiano, che i ragazzi hanno iniziato a studiare già ad Amman.

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Lo spazio comune dove parlare in una lingua che non è la propria
“Tea for Two” è il nome dell'iniziativa che da ottobre fa incontrare al Language cafè, lo spazio comune per studenti dove vige la regola della conversazione in una lingua che non sia la propria. Due ore a settimana i ragazzi del progetto Mediterraneo a Roma insieme i loro compagni siriani e palestinesi ad Amman, e con un folto gruppo di studenti italiani, allievi del corso di arabo ma anche volontari e curiosi, si danno appuntamento per sessioni di lingua in inglese, arabo e italiano. Una occasione non solo per migliorare il proprio parlato ma anche per conoscersi meglio. Tra i temi affrontati: la famiglia, il cibo, viaggi e paesi, sport e libri, progetti di studio, progetti di carriera.

S erra (Luiss): potrebbe essere un modello da replicare
«Il progetto - ha spiegato il vice presidente esecutivo dell’ateneo, Luigi Serra - nasce dallo sfacelo della Siria e dalle tensioni in tutto il Medio Oriente. Si spera che diventi un modello da replicare e moltiplicare». «Il Mediterraneo - ha aggiunto la presidente della Luiss, Emma Marcegaglia - è un palcoscenico importante per le relazioni internazionali. Il progetto forma le eccellenze italiane, europee e dei ragazzi del Mediterraneo con la speranza che sia di stimolo per lo sviluppo di queste relazioni».

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