analisinervosismo in maggioranza

Sul Ddl anticorruzione una «questione di fiducia» tra M5s e Lega

di Barbara Fiammeri

Ddl anticorruzione, Di Maio: norma su peculato va cancellata

1' di lettura

Se ci fossero ancora dei dubbi sul precario stato di salute dei rapporti tra M5s e Lega, quanto sta avvenendo al Senato in queste ore spazza via le incertezze residue. Il governo infatti molto probabilmente sarà costretto a ricorrere alla fiducia per far passare indenne il Ddl anticorruzione nell’aula di Palazzo Madama.

La minaccia del voto segreto
Le numerose richieste di voto segreto sono vissute come una vera e propria minaccia dal M5s che dello “spazzacorrotti” ha fatto una bandiera. Preoccupazione peraltro legittima visto che alla Camera, nonostante l’ampio margine di voti a disposione della maggioranza, fu disarcionata la norma sul peculato grazie al contributo decisivo di una folta pattuglia di franchi tiratori. I grillini puntarono l’indice sugli alleati della Lega accusati di aver votato con le opposizioni per salvare i big del Carroccio interessati da procedimenti giudiziari tra cui i due capigruppo di Camera e Senato Molinari e Romeo. Ora ci risiamo.

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Le tensioni M5s-Lega
All’indomani della poco solidale richiesta di “chiarimenti” posta pubblicamente da Di Maio a Salvini sulla vicenda dei fondi della Lega, i Cinque Stelle continuano a lavorare ai fianchi l’alleato. In commissione la Lega non ha posto resistenza al ripristino della norma sul peculato. Ma i Cinque stelle non si fidano e vogliono evitare ulteriori sorprese anche con riferimento alla parte sulla trasparenza dei finanziamenti ai partiti anche tramite associazioni o fondazioni. Molto, se non tutto, dipenderà dalle valutazioni di Salvini. Opporsi alla fiducia sarebbe vissuto da Di Maio come una vera e propria dichiarazione di guerra. Forse non è ancora il momento di ufficializzarla.

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