riforme costituzionali

Salvini gela il M5s: serve quorum per il referendum propositivo

di Andrea Gagliardi

In arrivo legge taglia-stipendi per i parlamentari

2' di lettura

È scontro tra M5s e Lega sulle riforme costituzionali. A Montecitorio mercoledì 16 dovrebbe arrivare in aula la proposta di legge costituzionale cara ai pentastellati di modifica all'articolo 71 della Costituzione in materia di iniziativa legislativa popolare. Sul referendum propositivo, il M5s spinge per l’assenza di quorum. Tra Natale e Capodanno il capogruppo leghista in commissione affari costituzionali Igor Iezzi ha presentato a sorpresa un emendamento per introdurre il quorum del 33% affinché il referendum sia valido.

Referendum propositivo, Salvini: un quorum serve
E a favore del quorum si è schierato oggi il leader della Lega Matteo Salvini, che ha dichiarato: «Coinvolgere i cittadini è fondamentale, la Svizzera è un modello però un minimo di quorum bisogna metterlo altrimenti qui si alzano in dieci la mattina e decidono cosa fare».

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Fraccaro: contratto prevede cancellazione quorum
«Sulle riforme costituzionali la centralità spetta al Parlamento e non al Governo. Saranno le Camere, non il ministro Salvini né il ministro Fraccaro, a deliberare in merito al quorum per il referendum propositivo, con la consapevolezza che le riforme richiedono quanto meno il tentativo di costruire il maggior consenso possibile e di ascoltare tutti, soprattutto le opposizioni» è stata la risposta del ministro per i Rapporti con il Parlamento Riccardo Fraccaro (M5s), che ha aggiunto: «Condivido con Salvini l’idea che la Svizzera sia un modello e che i cittadini vadano coinvolti sempre di più nei processi decisionali. A tal propositivo va ricordato che in Svizzera c'è il quorum zero e che anche il contratto di Governo prevede espressamente di cancellare il quorum, proprio per incentivare la partecipazione attiva».

Salvini: taglio stipendi sacrosanto
Salvini nei giorni scorsi aveva invece archiviato alla voce «misura non prioritaria» il taglio dello stipendio dei parlamentari rilanciato dal leader pentastellato Luigi Di Maio nel video di Capodanno. Oggi invece il leader leghista ha definito «sacrosanto» il taglio agli stipendi degli onorevoli. Mentre Di Maio, in un’intervista al Corriere della Sera, ha confermato che la base di partenza resta il testo presentato nella scorsa legislatura dai parlamentari del M5s, prima firmataria Roberta Lombardi: la voce stipendio è dimezzata (da 5mila euro netti circa a 5mila lordi); la voce diaria che ora ammonta per tutti a 4mila euro netti è ricalcolata in base alle presenze in Aula e tagliata per i parlamentari residenti a Roma; la voce rimborsi, ora attribuiti in misura forfettaria per 3.500 euro netti circa, potrà essere erogata solo per le spese effettivamente sostenute e documentate.

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