DDL DEPOSITATO DAL SENATORE MANTERO

Legalizzazione cannabis, il ddl M5S: sì a detenzione fino a 15 grammi in casa

di Manuela Perrone

Parte da un disegno di legge per la depenalizzazione della cannabis, compresa l’autoproduzione a scopo ricreativo, la nuova sfida del M5S alla Lega (foto Epa)

3' di lettura

Parte da un disegno di legge per la depenalizzazione della cannabis, compresa l’autoproduzione a scopo ricreativo, la nuova sfida del M5S alla Lega. A depositarlo è stato il senatore Matteo Mantero, tra coloro che non parteciparono al voto di fiducia sul decreto sicurezza (ma il procedimento dei probiviri nei suoi confronti è stato archiviato), fortemente critico sullo schiacciamento del Movimento sulle priorità leghiste. Mantero auspica l’apertura di «un serio dibattito parlamentare» sul tema. Ma sa di gettare un sasso in uno stagno già avvelenato da dissidi e scontri, peraltro su un fronte connotato dalla ferma intransigenza del Carroccio, storicamente a favore del pugno duro anche sulle droghe leggere.

Coltivazione fino a 3 piante, in casa fino a 15 grammi
Il Ddl «in materia di legalizzazione della coltivazione, della lavorazione e della vendita della cannabis e dei suoi derivati» punta esplicitamente a consentire l’autoproduzione di cannabis come pure a regolamentare la produzione e la vendita di infiorescenze della cosiddetta “light” e permetterne l’utilizzo a scopo ricreativo. In sintesi, rende possibile, a determinate condizioni, la coltivazione della cannabis, in forma individuale (fino a 3 piante) o associata (fino a 30 persone e dopo comunicazione alla Prefettura). Prevede che si possa legittimamente detenere cannabis per al massimo 15 grammi in casa e 5 grammi fuori e modifica la legge sulle infiorescenze in modo da estenderne la vendita, oltre che per uso tecnico negli shop, anche per uso alimentare o erboristico. Il disegno di legge interviene inoltre sulla disciplina delle condotte illecite, differenziando le pene in maniera più marcata tra droghe pesanti e droghe leggere.

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La stoccata alla Lega: «Chi si oppone difende gli interessi della criminalità»
«Oggi - spiega Mantero - le organizzazioni criminali controllano la produzione la trasformazione e la vendita di ogni tipo di sostanza proibita, i trasformatori e gli intermediari». Per un giro d’affari complessivo di 560 miliardi di euro l’anno e di 30 miliardi solo in Italia, di cui più della metà legato alla marijuana e ai suoi derivati. Depenalizzare, a suo avviso, comporterebbe dunque tre vantaggi: contrastare il narcotraffico, risparmiare sui costi della repressione, tutelare la salute pubblica spostando il consumo da un mercato illegale di prodotti potenzialmente nocivi a un mercato legale di prodotti coltivati secondo regole di sicurezza. A sostegno della sua tesi il senatore ricorda i pareri della Direzione nazionale antimafia, favorevole alla legalizzazione. Cita gli Stati Usa che hanno legalizzato, dal Colorado all’Oregon, la nota esperienza dell’Olanda, la diffusione in Spagna dei “Cannabis Club”. E conclude con una stoccata alle posizioni proibizioniste, compresa quella della Lega: «Chi si oppone alla legalizzazione, consapevolmente o meno, sta difendendo gli interessi della criminalità organizzata».

Il plauso dell’Associazione Coscioni
La proposta Mantero ha incassato l’immediato plauso dell’Associazione Coscioni, che invita a ricostituire l’intergruppo parlamentare e a riprendere l’iter delle legalizzazioni. Il coordinatore della campagna Legalizziamo.it, Marco Perduca, ha invitato ad aggiungere ai testi già depositati anche la proposta di legge di iniziativa popolare presentata a Montecitorio dall’associazione e dai Radicali nel 2016, firmata da 68mila italiani. «Un testo - sottolinea Perduca - che va anche oltre le ottime proposte oggi ripresentate dal senatore Mantero, che rafforza l’accesso terapeutico alla cannabis, liberalizza la coltivazione domestica per fini di consumo personale o sociale e depenalizza totalmente l’uso e la detenzione di tutte le sostanze proibite».

L’intransigenza di Salvini e Fontana
Ma non bisogna andare troppo indietro nel tempo per capire l’orientamento della Lega di Salvini. Come riportato all’epoca dall’Huffington Post, a metà luglio a Piacenza, città a guida centrodestra, si è tenuto un convegno dal titolo eloquente: “L’erba della morte”, con tanti relatori leghisti, dal senatore Pillon ai deputati Foti e Murelli. Salvini, sul tema, non ha mai avuto tentennamenti. «Mai alla legalizzazione», è il suo mantra. Ripetuto all’infinito anche dal ministro della Famiglia, Lorenzo Fontana, nelle cui mani è la delega alle politiche antidroga. È vero che tra i pentastellati Mantero può contare su qualche decina di favorevoli alla sua proposta e sul benestare di Beppe Grillo, che spesso dal suo blog pubblica commenti favorevoli all’uso terapeutico della cannabis. Ma nel contratto di governo non c’è traccia della questione.

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