Il fenomeno

Migranti, gli “sbarchi fantasma” e gli scafisti di origine russa

di Valentina Furlanetto

Affonda gommone con 20 migranti, Marina italiana ne salva tre

3' di lettura

L'11 gennaio cinquantuno fantasmi sono apparsi davanti alla spiaggia di Torre Melissa, nel crotonese. Si trattava di curdi, arrivati in Italia su una barca a vela, incagliata poco prima di toccare riva. La vicenda ha suscitato un certo clamore principalmente per due ragioni: perché i calabresi che erano in spiaggia si sono buttati in mare salvando i migranti dal naufragio e perché il portiere dell'hotel dove i due scafisti alloggiavano ha avuto la prontezza di chiuderli in una stanza chiamando i carabinieri.

Quello che è passato abbastanza inosservato è la nazionalità dei due scafisti: cittadini russi di 25 e 43 anni. E soprattutto che questo particolare della nazionalità russa non sia affatto una eccezione, ma la regola. Basta spulciare i giornali locali delle zone di sbarco per rendersene conto. Facciamolo in ordine sparso: il 9 febbraio 2017 a Otranto una piccola imbarcazione con 91 migranti a bordo è intercettata dalle forze dell'ordine che arrestano i due scafisti, russi. I migranti provengono da Iran, Pakistan e Afghanistan. Il 20 novembre 2014 a Ragusa altra barca e altro naufragio, tre russi ancora una volta vengono arrestati. Il 22 settembre 2016 sempre a Otranto sbarca una barca a vela con 25 migranti, siriani e iraniani, a bordo.

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Vengono arrestati due scafisti, un russo e un ucraino. I 25 migranti vengono ricoverati per ipotermia. Il 7 marzo del 2018 arriva nel brindisino un veliero di 15 metri con a bordo 48 migranti curdi e kosovari, fra i quali 12 bambini. Gli scafisti fermati dai carabinieri sono un russo e un ucraino. È russo anche lo scafista che il 16 ottobre 2018 porta a Catania un'altra piccola imbarcazione piccola a vela con una ventina di migranti a bordo. Il 12 giugno 2018 un russo e un moldavo fanno arrivare a Rocella Ionica, in Calabria, una barca a vela con migranti a bordo. Il 6 luglio 2018 ad Augusta altra barca con 59 migranti a bordo. I due russi al timone vengono arrestati. Ancora ad Augusta il 14 settembre 2016 arriva un barchino, sottocoperta ci sono dei migranti. E le forze del'ordine arrestano i due scafisti, sempre russi. Il 14 ottobre del 2017 ancora uno sbarco e ancora due arresti nel siracusano: un russo e un ucraino. Si potrebbe continuare a lungo, ma qui è importante registrare una tendenza.

Gli sbarchi fantasma sono un fenomeno in crescita e poco raccontato. La politica e l'opinione pubblica si soffermano più spesso a guardare ai grandi barconi in mare. È accaduto anche in questa occasione: i cinquantuno curdi giunti a Torre Melissa sono arrivati nel disinteresse generale mentre per venti giorni si è consumato un braccio di ferro politico ad alta tensione fra le ong e i Paesi europei per i quarantanove migranti a bordo dlela SeaWatch e della SeaEye. In realtà mentre gli sbarchi da grandi barconi diminuiscono, i cosiddetti “sbarchi fantasma” sono in grande ascesa e i più “bravi” nel settore non sono africani o arabi, come si potrebbe immaginare, ma russi. Le organizzazioni che li gestiscono sono infatti spesso russe, georgiane, moldave, lettoni. La concorrenza c'è, da parte de tunisini, ma non è così forte.

Ma come funzionano? Si chiamano “sbarchi fantasma “ quegli arrivi di migranti in piccole imbarcazioni, gommoni con il motore fuori bordo e barche a vela. Questo tipo di viaggi ha il vantaggio, per i trafficanti di uomini, di sfuggire facilmente ai controlli delle forze dell'ordine e ai pattugliamenti dei mezzi aerei di Frontex. Le barche partono spesso da Smirne o altre località della Turchia. I numeri non sono altissimi in assoluto, ma in crescita rispetto agli sbarchi con barconi tradizionali: 359 arrivi con “sbarchi fantasma” a dicembre, 980 a novembre, 1007 a ottobre. Ma i numeri che abbiamo fatto sono assolutamente per difetto perché sono calcolate solo le persone che vengono intercettate sulla terra ferma dalle forze dell'ordine, non tutte quelle che sbarcano e che, una volta a terra, si dileguano e appunto diventano fantasmi. Del loro passaggio di solito le forze dell'ordine trovano traccia sulle spiagge a sugli scogli: giubbotti salvagente abbandonati, abiti bagnati, spesso le imbarcazioni stesse vengono lasciate a riva. Si calcola che ogni anno con questo tipo di arrivi sbarchino in Italia fra le 3500 e le 5000 persone, ma in realtà quanti siano nessuno lo sa esattamente. I viaggi costano in media 5000 euro e i rischi per chi attraversa il Mediterraneo in queste condizioni sono ovviamente alti. Tanto che domenica 20 gennaio il mare davanti a Torre Melissa ha restituito il corpo di uno dei migranti curdi che erano nell'imbarcazione trovata l'11 gennaio. Era anche lui a bordo, ma non ce l'ha fatta. E ora potrebbe cambiare l'imputazione per i due russi, che avevano già patteggiato la pena di tre anni in carcere per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina.

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