verso le regionali del 24 febbraio

Sardegna, Lega punta a eleggere primo governatore al Sud, per M5S linea del Piave al 20%

di Andrea Gagliardi e Andrea Marini

Regionali in Sardegna, come si vota e gli errori da evitare

3' di lettura

È ormai conto alla rovescia per le elezioni regionali in Sardegna del 24 febbraio. Dopo i risultati delle elezioni in Abruzzo, il M5s sembra rassegnato a perdere. Il timore è che gli elettori cinquestelle, così come successo in Abruzzo, rimangano a casa o votino Lega. Con il rischio che il Movimento finisca al terzo posto, dopo centrodestra e centrosinistra. La Lega punta a eleggere il suo primo governatore al Sud, a imporsi come primo partito sull’isola per consolidare l’egemonia nel centrodestra (e sui 5 stelle). Nel centrosinistra si spera nell’effetto Frailis, il candidato che ha strappato il collegio di Cagliari al M5S alle suppletive del 20 gennaio.

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I voti di partenza
In Sardegna il M5s parte dal 42,5% delle politiche, contro il 31% del centrodestra (Forza Italia 15%, Lega 10,8%, Fratelli d’Italia 4%) e il 17,7% del centrosinistra (Pd al 14,8%). Alle regionali del 2014 il M5s non presentò il simbolo. Vinse il centrosinistra (guidato da Francesco Pigliaru) con un’ampia coalizione caratterizzata dall’alleanza, tra gli altri, di Pd (22,1%) e Sel (5,2%). Nel centrodestra da segnalare il 18,5% di Forza Italia e l’assenza della Lega, mentre il Partito sardo d’azione (che alle politiche 2018 ha stretto una alleanza con il Carroccio) raccolse il 4,7% e Fdi il 2,8%.

Centrodestra con il vento in poppa dopo l’Abruzzo
Gli ultimi sondaggi parlano di centrodestra in vantaggio (che spera nell’effetto Abruzzo), di centrosinistra al secondo posto in rimonta e di un M5s più indietro. I segnali non sono buoni per i Cinquestelle. Non c’è solo la batosta in Abruzzo, dove il M5s ha dimezzato i consensi rispetto alle politiche (dal 39,9% al 19,7%).

L’effetto delle suppletive a Cagliari
Una prima avvisaglia del trend negativo si è avuta lo scorso gennaio con le elezioni suppletive del collegio uninominale di Cagliari convocate per sostituire l’ex deputato Andrea Mura, il velista eletto con i 5 Stelle lo scorso anno e dimessosi dopo le polemiche sulle sue assenze dall’aula. In quell’occasione, con un risultato a sorpresa, il seggio è andato al centrosinistra. Il voto, caratterizzato da una bassissima affluenza, ha visto il candidato del M5s raccogliere il 28,9% contro il 38,4% registrato da Mura il 4 marzo 2018. Insomma dieci punti persi in meno di un anno.

Per il M5s 20% linea del Piave
In casa M5s si teme una debacle. Obiettivo è limitare i danni e piazzare il candidato Francesco Desogus almeno davanti a quello di centrosinistra Massimo Zedda, dal momento che la vittoria del centrodestra con Christian Solinas (segretario del Partito Sardo d’Azione, nonché senatore della Lega) viene data per probabile. La linea del Piave è non scendere sotto il 20%. Anche se bissare il risultato dell’Abruzzo (il 20%) non sarebbe un risultato soddisfacente, viste le percentuali delle politiche.

Lega: obiettivo primo partito
Nel centrodestra Forza Italia punta ad arginare le perdite e a non andare sotto il 15% delle politiche. La Lega, sulla scia dell’Abruzzo, ha invece obiettivi molto più ambiziosi. Punta a eleggere il suo primo governatore al Sud, a imporsi come primo partito e a raddoppiare almeno i consensi. Superare l’asticella del 20%, grazie anche al traino del candidato governatore, sarebbe già un successo. Ma dopo il 27% superato in Abruzzo la soglia del 30% non sembra irraggiungibile agli uomini del Carroccio.

L’iper attivismo di Salvini in regione
L’impegno del Carroccio, in vista delle elezioni regionali, è a tutto campo. Matteo Salvini, da ministro dell’Interno, si è speso in prima persona per sedare la protesta dei pastori sardi messi in ginocchio dalle speculazioni sulle quotazioni del latte. E ha ricevuto al Viminale una delegazione della Coldiretti guidata dal presidente Ettore Prandini, promettendo interventi di sostegno ai pastori per le perdite economiche.

Centrosinistra in rimonta
In casa centrosinistra è probabile che il voto sarà diluito tra le varie liste, come in Abruzzo. A sostegno di Zedda ci sono, oltre al Pd, Campo progressista, Liberi e uguali Sardegna, Cristiano popolari Socialisti, Progetto comunista per la Sardegna, Sardegna in Comune, Noi – La Sardegna con Massimo Zedda, Futuro Comune con Massimo Zedda. Malgrado ciò, il Pd punta a migliorare il risultato del 14,8% registrato alle politiche dello scorso anno. E se, come in Abruzzo, alla fine Zedda dovesse piazzarsi davanti al candidato grillino, sarebbe una ulteriore spinta alla strategia della “coalizione allargata” oltre i confini Pd.

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