M5S-Lega ai ferri corti

Tav, Buffagni: crisi già aperta. Ma Salvini frena: nessuna crisi nè nostaglia del passato

Tav, Conte: "Decisione entro venerdì, il governo non cade"

4' di lettura

Verso un week end di lavoro per la maggioranza, impantanata nello stallo sul dossier Tav dopo il «vado fino in fondo» annunciato dal vicepremier favorevole alla grande opera, Matteo Salvini, subito seguito dal no ai lavori ribadito dal capo politico M5S, Luigi Di Maio. A confermare il momento complicato dell’esecutivo gialloverde ci sono anche le parole del sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Stefano Buffagni (M5S): «Cosa stia succedendo è chiaro: non è che ci sia da aprire una crisi, la crisi è già aperta. Adesso un po' di difficoltà c'è, lo diciamo apertamente».

Anche se Matteo Salvini getta acqua sul fuoco e fa capire che spazi di compromesso esistono ancora, anzi: «Nessuna crisi di governo e nessuna
nostalgia del passato, lavoriamo per unire e per dare lavoro, sviluppo e futuro all'Italia. Col buonsenso si risolve tutto».

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Parole che smorzano decisamente i toni di una giornata cominciata sotto altri auspici e segnata da una conferenza stampa di Luigi Di Maio tutt’altro che soft: «Non c'è accordo e a ora non è possibile fare atti per bloccare i bandi», ha detto il vicepremier: «Io ho chiesto a Conte che lunedì (quando si riunirà il Cda della concessionaria italo-francese Telt per dare il via libera ai bandi, ndr) non siano vincolati soldi italiani, ma penso che la giornata di oggi debba essere una giornata in cui continuiamo a lavorare per la ridiscussione dell'opera nel pieno rispetto della posizione francese».

Quindi Salvini «non può dire ci rivediamo lunedì», riferimento alla tempistica annunciata stamattina dal leader del Carroccio. «Questo è un weekend che deve essere di lavoro», ha sottolineato ancora Di Maio in conferenza stampa pomeridiana a Palazzo Chigi. Poi ha spiegato di essere al lavoro con i tecnici «per far sì che questo risultato vada in porto. Noi abbiamo le soluzioni tecniche per evitare di vincolare i soldi degli italiani. L'obiettivo è che ci sia un accordo, la questione è politica». È chiaro - ha aggiunto - «che tutte le soluzioni tecniche riguardano l'impegno dei soldi degli italiani. Quello che mi interessa è dare coerenza a quello che stiamo facendo. La ridiscussione dell'opera prevede un processo, ma io voglio la garanzia che mentre discutiamo di questo si faccia sul serio».

In un altro passaggio della conferenza stampa Di Maio ha insistito in particolare sul valore vincolante del contratto di governo M5S-Lega, «un atto solenne che fonda la nascita del governo». Il M5S - ha ricordato - «nasce con una convinzione, che i soldi delle tasse degli italiani si devono spendere bene e che in Italia ci sono delle priorità da affrontare. La Tav è un'opera che doveva soddisfare altri interessi e non quello nazionale». «Io chiesi che nel contratto la Tav - e la revisione dell'opera - entrasse con una citazione, al punto 26», dopodichè «non noi, ma la Lega ha messo in discussione il Governo legandolo al tema Tav». «Ci vuole serietà», ha poi concluso Di Maio: «Cosa sarebbe successo se avessi messo in discussione la legittima difesa e altri provvedimenti in quota Lega? Non si rischia il governo per cambiare il Contratto».

Ieri, in un'altra conferenza stampa presso la sede del Governo, il premier Giuseppe Conte aveva escluso il rischio concreto di una crisi di Governo, spiegando così la sua posizione sul progetto dell’alta velocità Torino Lione: «Non mi sono mai dichiarato apertamente favorevole o contrario alla Tav». Ma «non sono convinto che sia un progetto di cui l’Italia ha bisogno», e in ogni caso sull’opera verrà presa «una decisione politica» dopo l’acquisizione dei dati dell’analisi costi-benefici. Se «il cantiere fosse oggi mi batterei contro», spiegava poi Conte, ammettendo che le posizioni dei due partiti di maggioranza «hanno creato uno stallo». Pur «rispettando le posizioni», «non permetterò - assicurava - che pregiudizialmente si affermi una o l'altra indipendentemente dal percorso politico».

GUARDA IL VIDEO: Tav: decisione entro venerdì. Il tunnel, il percorso, i costi

Di Maio ribadisce il suo “no”. Salvini: vediamo chi ha testa più dura
Più che uno stallo, quello tra Lega e M5s appare come un vero e proprio scontro. Con Luigi Di Maio che sempre ieri, parlando all’assemblea dei gruppi Cinquestelle, ribadiva di «non essere disposto a mettere in discussione il “no”» alla Tav, sostenendo che «per noi i bandi devono essere sospesi proprio perché stiamo ridiscutendo l'opera, come previsto dal contratto». Matteo Salvini, ospite di”Diritto e rovescio” su  Rete4, dichiarava sul fronte opposto che «l’Italia ha bisogno di più infrastrutture, più strade, più ferrovie. Dobbiamo andare avanti bisogna sbloccare, aprire, scavare». «Di Maio dice di no? Vediamo chi ha la testa più dura» aggiungeva poi il ministro dell’Interno, «io sono cocciuto e andrò fino in fondo», «abbiamo speso un sacco di soldi per scavare tunnel e nessuno mi farà cambiare idea, per quanto mi riguarda si fa». E dunque sulla Tav il governo cadrà? «La Lega – concludeva Salvini - non voterà nessun provvedimento per bloccare un'opera pubblica importante. È una discussione, ci sta. Io non ho altra ambizione che continuare a fare il ministro dell’Interno, però bisogna scegliere, non si può sempre rimandare».

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