L’ADDIO AL NAZARENO

«Nuova sede con libreria», la nostalgia di Zingaretti per Botteghe oscure

di Riccardo Ferrazza

Chi è Nicola Zingaretti, il nuovo segretario del Pd che guiderà l'era post Renzi

2' di lettura

«Dobbiamo sbaraccare e ricostruire, aprire una nuova e bella sede con una
libreria al piano terra».
Lo ha detto il neo segretario del Pd Nicola Zingaretti immaginando il futuro del partito da lui lontano da largo dal Nazareno, nome legato al patto Renzi-Berlusconi siglato in quelle stanze. L’idea di una «bella sede con una libreria al piano terra» è suggestiva ma non originale. È il modello del Pci, il partito nel quale il presidente della Regione Lazio ha mosso i suoi primi passi politici (fu segretario della Fgci romana alla fine degli anni ’80).

Al piano terra del palazzo in via delle Botteghe oscure, sede del Partito comunista italiano dal 1946 fino alla sua scomparsa, c’era infatti la libreria “Rinascita”. Aperta nel 1951 e di proprietà del partito, fino alla sua chiusura dieci anni fa, continuava a essere descritta dalle guide turistiche della città come «tempio della cultura di sinistra». Alla libreria era stato dato il nome della rivista (prima mensile, poi settimanale) fondata da Palmiro Togliatti nel 1944 con lo scopo di elaborare e promovuoere la politica culturale del partito. Il terzo anello della catena culturale era la casa editrice, Editori riuniti, nata nel 1953 dalla fusione di “Edizioni Rinascita” di Valentino Gerratana ed “Edizioni di Cultura Sociale” dirette da Roberto Bonchio.

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La libreria era un luogo simbolo frequentato dai segretari del partito (il picchetto d’onore alla camera ardente per Enrico Berlinguer fu affidato ai commessi) e basterebbe un episodio per farlo capire. L’allora presidente della Repubblica Francesco Cossiga, tra scherzo e provocazione, nel gennaio del ’92 entrò da Rinascita per chiedere se avevano una copia di Stato e rivoluzione di Lenin. Il volume era esaurito. Nel 2015 negli ex locali della libreria (che ospitavano la sede del quotidiano Il Riformista) ha aperto un supermercato: una visione alla quale i romani faticano ad abituarsi. Tra loro, forse, lo stesso Zingaretti.

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