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Governo Conte: dalla Manovra a quota 100, mancano 167 decreti per attuare le riforme

di Antonello Cherchi, Andrea Marini e Marta Paris

Governo alla prova dell’attuazione: per le riforme servono 167 decreti

3' di lettura

L’ultima arrivata al traguardo è quella su quota 100 e il reddito di cittadinanza, che si è andata ad aggiungere alle altre riforme varate dal Governo Conte. Il lavoro, però, non è finito. Come per ogni Esecutivo, si tratta ora di tradurle in pratica, perché praticamente ogni intervento legislativo rimanda a decreti attuativi, necessari per dare forma compiuta alle scelte governative e parlamentari. La quota di attuazione delle scelte economiche dell’attuale compagine è al 18,5%, con un balzo di poco più di sette punti rispetto al monitoraggio di un mese fa (a fine febbraio era all’11,2 per cento).

Tempo scaduto
L’attività, dunque, va avanti. Di pari passo, però, si accumulano i ritardi. Dei 167 decreti attuativi - sui 205 previsti - che ancora mancano all’appello, 60 risultano già scaduti. Un mese fa i provvedimenti fuori tempo massimo erano 25. Un carico imputabile soprattutto all’ultima legge di bilancio, che per diventare pienamente operativa attende 97 provvedimenti attuativi, per 43 dei quali il tempo è (teoricamente) finito.

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IL GOVERNO CONTE
Lo stato di attuazione delle riforme economiche varate nella XVIII legislatura
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Decreto sicurezza al palo
Non è, tuttavia, solo un discorso di cronometro. Ci sono riforme in cui i ritardi non si misurano solo in base ai provvedimenti scaduti. È il caso del decreto sicurezza, praticamente al palo almeno per quanto riguarda la sua completa applicazione: dei 17 decreti attuativi previsti, solo uno è arrivato al traguardo e dei 16 che mancano all’appello, due sono già fuori tempo limite. Uno è quello che dovrebbe riorganizzare l’amministrazioe civile del Viminale e l’altro è necessario per disciplinare le modalità di accesso al Ced del ministero dell’Interno da parte della polizia municipale.

In lista d’attesa
Tra gli altri decreti del Dl sicurezza in lista d’attesa ci sono, per esempio, anche i quelli sulla sperimentazione dei Taser, le pistole elettriche, da parte dei vigili dei Comuni con meno di 100mila abitanti, sull’individuazione delle zone di frontiera o di transito in cui sarà possibile presentare direttamente la domanda di protezione internazionale, sull’istituzione delle “Unità Dublino” (le strutture dell’Interno per l’immigrazione e l’asilo) presso le prefetture.

Stock in via di esaurimento
Il monitoraggio dell’attuazione delle riforme economiche - che il Sole 24 Ore effettua periodicamente anche sulla base dei dati dell’Ufficio per il programma di Governo di Palazzo Chigi, che continua ad affinare le proprie elaborazioni - registra, dunque, un lavoro progressivo di messa a punto delle misure normative, che però non riesce a stare al passo con i tempi imposti dal legislatore. Non basta il volgere di una legislatura perché tutto si completi, come dimostrano le riforme varate dai Governi Letta, Renzi e Gentiloni, la cui applicazione è per la gran parte compiuta (ora si è all’84%), ma restano 150 decreti - su un totale di 940 - su cui l’attuale Esecutivo deve continuare a lavorare.

L'EREDITA'
Lo stato di attuazione delle riforme economiche varate nella XVII legislatura
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I ritardi della legge di bilancio
Come detto, è l’ultima legge di bilancio a richiedere la fatica più grossa del processo attuativo, sia perché ha portato il carico più alto di provvedimenti applicativi (112, di cui solo 15 arrivati al traguardo), sia perché 43 dei 97 mancanti sono scaduti. Il ritardo colpisce una lunga lista di previsioni varie: dal decreto per incrementare il tempo pieno nella scuola primaria all’imposta sostitutiva sui compensi delle lezioni private, dal rilascio della carta della famiglia al credito d’imposta per le imprese che acquistano imballaggi biodegradabili, dall’istituzione della commissione per la riconversione economica di Taranto alle modalità di presentazione della domanda da parte dei risparmiatori truffati dalle banche.

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