Flat tax, Salvini: «M5s rispetti il contratto». La replica: «Noi leali, la Lega meno»

Insiste perché nel Def «la riduzione fiscale dovrà essere sicuramente inserita». È una sorta di "avvertimento" al ministro dell'Economia Giovanni Tria, quello di Matteo Salvini dopo le tensioni degli ultimi giorni. Anche sulla flat tax in particolare («è nel contratto di governo») il vicepremier non sembra affatto convinto di mollare la presa sul controllore dei conti. Segnali dunque di un ritorno in pieno stile alle battaglie di bandiera del Carroccio con sullo sfondo le Europee.

Ma non hanno nel mirino solo via XX settembre le "esortazioni" di Salvini arrivate dalla cerimonia di inaugurazione di Vinitaly a Verona («sono qui per onorare il lavoro dei nostri agricoltori e imprenditori, sono qui anche per portare a nome del governo notizie su alcuni cantieri fermi da tempi e penso alla Brescia-Verona-Padova, ai cantieri che partono, aprono, scavano e viaggiano. Rappresento il governo del sì»). Perché, tra le righe, molti dei suoi messaggi sono diretti a marcare la distanza dall'alleato nel governo gialloverde. «Siamo per i sì, i no non aiutano niente e nessuno. Non ho mai visto nessuno decrescere ed essere felice, si tratta di un ossimoro. Noi proviamo a crescere felicemente». E qui la critica implicita è a una delle bandiere storiche dei Cinque Stelle agli albori del Movimento.

La replica dei Cinque stelle non si fa attendere. «Flat tax? Certo, noi siamo leali al contratto la Flat tax è nel contratto. Non abbiamo mai detto di non volerla, bensì abbiamo affermato che non bisogna fare facile campagna elettorale su certe misure, perché sono ambiziose e costano. D'altronde è stata la Lega a dire che costa 12 miliardi. Ribadiamo: noi siamo sempre stati leali al contratto, chi lo è stato meno è la Lega».