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Armi, nuova tassa e più controlli: la risposta del Pd alla legittima difesa

di Andrea Gagliardi e Andrea Marini

Legittima difesa, difendersi non è reato: giro di vite su scippi, furti e rapine

4' di lettura

Limitare la diffusione delle armi da fuoco. Subordinando il rilascio del porto d’armi alla presentazione di un apposito certificato medico di idoneità psicofisica. E introducendo una nuova tassa di possesso per un importo non inferiore a 200 euro. È la risposta del Pd alla legge sulla legittima difesa, fortemente voluta dal segretario della Lega Matteo Salvini. La proposta è stata depositata il 4 aprile dal deputato dem Walter Verini (ex braccio destro di Walter Veltroni e vicino al neosegretario Nicola Zingaretti) e hanno aderito all’iniziativa altri big come Maurizio Martina e Debora Serracchiani. L’obiettivo è «potenziare i controlli per la detenzione, il rilascio e il rinnovo del porto d’armi». Il testo, come chiarisce lo stesso Verini «non è ancora quello definitivo, perché sono possibili delle integrazioni da parte dei colleghi del gruppo».

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Il rischio della giustizia «fai da te»
La premessa è che, dopo l’approvazione della legge sulla legittima difesa, voluta strenuamente dal leader della Lega Matteo Salvini, «si corre seriamente il rischio di incentivare i cittadini a farsi giustizia da sé, acquistando e utilizzando armi sulla scia della tragica esperienza di altri paesi nei quali la diffusione delle armi rappresenta, oltre che un business, anche un intreccio affaristico con la politica – come negli Stati Uniti – gli omicidi, le stragi nelle scuole».

Il certificato medico di idoneità psicofisica
La proposta di legge introduce una «stretta dei meccanismi di rilascio per evitare i pericoli legati alle maglie più larghe nell’uso delle armi consentito dalla nuova legge sulla legittima difesa». Si prevede prima di tutto che alla richiesta del porto d’armi «debba essere allegato un apposito certificato medico di idoneità psicofisica, rilasciato da una commissione medica». Non solo. L’autorizzazione alla detenzione di armi «deve essere rinnovata ogni anno ed essere subordinata alla presentazione della certificazione medica». E nel caso in cui vengano riscontrati segni di disturbi psico-comportamentali, «la licenza va revocata».

Controlli più stringenti
Sono previsti inoltre «controlli più stringenti e più frequenti (rinnovo ad un anno) per tutte le licenze che permettano l’acquisto e la detenzione di armi». Nonché «maggiori controlli sul rilascio del porto d’armi per uso sportivo»: il titolare dovrà dimostrare l’effettivo uso per tale scopo e potrà possedere al massimo tre armi (contro le 12 attuali). Non a caso, quindi, la durata della licenza di porto di fucile per uso di caccia (rinnovabile su domanda del titolare solo previa presentazione di un nuovo certificato medico di idoneità) viene ridotta da sei a un anno. E viene ritenuto «indispensabile introdurre l’obbligo di comunicare immediatamente l’avvenuta vendita di un'arma alla Questura per mezzo del già obbligatorio registro telematico», nonché «un maggior rigore sui controlli e sulla tracciabilità delle vendite via internet o per corrispondenza».

La comunicazione ai familiari
La proposta contempla, poi, «forme di monitoraggio e controllo della vendita e detenzione delle armi per assicurare che alla detenzione legittima di un’arma corrisponda una tempestiva ed efficace comunicazione ai familiari, ai conviventi maggiorenni, anche diversi dai familiari, all’altra parte dell'unione civile, anche cessata, nonché a chi sia o sia stato legato da convivenza o da stabile relazione affettiva, anche finita». E questo anche perché «le armi legittimamente detenute sono anche gli strumenti più comuni con cui avvengono i femminicidi».

Una nuova tassa sul possesso di armi
Viene reso infine «più stringente il primo esame per il rilascio dei permessi di detenzione di arma o di porto di armi». Come? Gli oneri per le visite mediche e per le comunicazioni ai conviventi «sono a carico del richiedente». E si istituisce una nuova tassa di possesso (aggiuntiva rispetto all’attuale tassa di concessione governativa (168 per uso caccia - 115 euro per porto arma corta difesa personale - tiro a volo esente) per un importo annuo non inferiore a 200 euro.

Le maglie larghe del centrodestra
In Parlamento ci sono in tutto 10 altre proposte di legge che vogliono modificare la legge sulle armi: 4 della Lega, 2 del gruppo misto, 2 di FI, una di FdI e una del movimento Per le Autonomie (è in arrivo anche una proposta dei 5 stelle). Quelle di Lega e Fdi, a differenza di quella del Pd, sono tutte più permissive. Si va dal testo della deputata leghista Vanessa Cattoi (che punta a semplificare l'acquisto delle cosiddette armi «da bersaglio da sala», quelle a emissione di gas o ad aria compressa) a quello di un altro leghista, il deputato Virginio Caparvi, che limita la discrezionalità per il rilascio e ritiro di licenze. Mentre Maria Cristina Caretta, deputata di Fratelli d'Italia, ha presentato un testo che consente di rilasciare la licenza di porto darmi a chi sia stato condannato alla reclusione «per delitti non colposi contro le persone commessi con violenza, ovvero per furto, rapina, estorsione, sequestro di persona a scopo di rapina o di estorsione» a patto che sia intervenuta la sentenza di riabilitazione.

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