LA POLITICA ESTERA CINQUE STELLE

Venezuela, Cina e Assange WikiLeaks: la tre «sfide» M5S a Trump

di Andrea Carli

Il 47enne attivista e giornalista australiano Julian Assange, fondatore di WikiLeaks, è stato prelevato per conto degli Usa dalla sede diplomatica dell'Ecuador a Londra, dove viveva come rifugiato politico (Reuters)

3' di lettura

Prima c’era “solo” il dossier Venezuela, con i Cinque Stelle contrari - lo sono tuttora - al riconoscimento di Juan Guaidó come presidente legittimo ad interim, e gli Usa invece ferventi sostenitori del presidente dell’Assemblea nazionale (lo sono tuttora) e acerrimi nemici di Nicolás Maduro. Poi è stata la volta della Cina, con la sottoscrizione da parte dell’Italia, prima tra i paesi del G7, del Memorandum per aderire al progetto infrastrutturale targato Xi Jinping della Nuova via della Seta.

Un’adesione fortemente voluta dalla componente pentastellata del Governo Conte, nonostante in più di un’occasione esponenti dell’amministrazione Trump - dal consigliere del presidente degli Stati Uniti Garrett Marquis all’ambasciatore americano in Italia Lewis Eisenberg - abbiano espresso non poche perplessità sulla decisione di Roma. Infine, nelle ultime ore, i dossier che registrano posizioni divergenti tra i pentastellati e Washington sono diventati tre. L’ambasciata dell’Ecuador a Londra è salita al centro della scena.

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GUARDA IL VIDEO - Assange, invecchiato e con barba lunga: il momento dell’arresto

Blog delle Stelle contro l’arresto del fondatore di WikiLeaks
Dopo l’arresto del fondatore di WikiLeaks Julian Assange, prelevato dall’ambasciata del paese dell’America Latina nella capitale del Regno Unito - il 47enne attivista e giornalista australiano rischia l’estradizione negli Usa, dove è chiamato a rispondere dell’accusa di pirateria informatica per la diffusione nel 2010 di documenti riservati del Dipartimento di Stato - il blog delle Stelle, voce della linea politica del Movimento, ha espresso una posizione fortemente contraria all’arresto. «È una gravissima violazione del diritto internazionale ed un attacco alle libertà individuali di ognuno di noi», si legge nel blog. Il sottosegretario agli Esteri Manlio Di Stefano in un tweet ha sottolineato che «l’arresto di Assange, dopo 7 anni di ingiusta privazione di libertà, è una inquietante manifestazione di insofferenza verso chi promuove trasparenza e libertà come WikiLeaks. Amici britannici, il mondo vi guarda, l’Italia vi guarda. Libertà per Assange».

Il filo rosso tra M5S e il fondatore di WikiLeaks
Tra i Cinque Stelle e il fondatore di WikiLeaks c’è una stima reciproca. Entrambi puntano sulla rete e sulla sua capacità di portare alla luce informazioni che altrimenti verrebbero nascoste. L’ultima dichiarazione di apprezzamento è del 26 settembre 2016: Assange interviene in collegamento video dall’ambasciata dell’Ecuador a Londra alla manifestazione “Italia 5 Stelle”, che si tiene quel giorno a Palermo. «Siete riusciti a sbaragliare la stampa corrotta, grazie alla guida di Beppe (Grillo, ndr)», dice. «Io sono detenuto illegalmente da ben sei anni - aggiunge - ma il vostro esempio dall’Italia mi dà conforto».

Di Battista: governo lo sostenga o scendiletto Usa
«C’è chi fa finta di difendere la libertà di stampa ma in realtà difende soltanto editori senza scrupoli e osceni finanziamenti pubblici - tuona sul suo profilo facebook il pentastellato Alessandro Di Battista -. Non sono giornalisti ma “sicari” della libertà di informazione. Volete sapere chi sono? Sono tutti coloro che non difenderanno un patriota dell’umanità come Assange. Il governo italiano ha il dovere di mettere in campo ogni iniziativa possibile a sostegno di Assange, altrimenti non ci sarà alcuna differenza con gli scendiletto degli Usa che ci hanno governato negli ultimi trent’anni».

Di Maio negli Usa rassicura: l’alleanza tra noi e gli Usa è solida
Se le distanze su Venezuela, Cina e caso Assange sono considerevoli, in occasione del viaggio effettuato il mese scorso negli Usa il leader politico del Movimento e vicepremier dell’esecutivo giallo verde Luigi Di Maio ha voluto sottolineare che «l’alleanza tra noi e gli Stati Uniti è solida. Ho spiegato che l’Italia è consapevole che deve collaborare con gli alleati per difendere le infrastrutture da rischi e minacce. L'accordo con la Cina (nell’ambito del progetto infrastrutturale della Nuova via della Seta, ndr) - ha continuato - è solo una cornice trasparente per i futuri accordi commerciali, e lo abbiamo fatto prima che lo facessero altri Paesi europei».

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