L’INCHIESTA PER CORRUZIONE

Siri indagato, M5S: «Opportuno che si dimetta». La Lega: «Piena fiducia nel sottosegretario»

Il sottosegretario alle Infrastrutture e ai Trasporti, Armando Siri (foto Ansa)

3' di lettura

L’iscrizione nel registro degli indagati da parte della procura di Roma nell’ambito di un’ichiesta nata a Palermo del sottosegretario alle Infrastrutture e ai Trasporti, il leghista Armando Siri, con l’accusa di corruzione produce a stretto giro delle ripercussioni sulla maggioranza giallo verde. Per M5S sarebbero a questo punto opportune le dimissioni. Per Luigi Di Maio le dimissioni sono «una questione morale e politica». Il Carroccio fa quadrato intorno al suo consigliere economico, ideologo della Flat tax, braccio destro del segretario Matteo Salvini. Con il vicepremier leghista che chiarisce: «Lo conosco e lo stimo. Piena fiducia in lui».

La tensione a livello politico nella maggioranza è elevata. Il primo a intervenire è il leader politico dei Cinque Stelle. «Sarebbe opportuno che il sottosegretario Siri si dimetta - sottolinea Lugi Di Maio, a margine dell’assemblea di Uniocamere -. Gli auguro di risultare innocente e siamo pronti a riaccoglierlo nel governo quando la sua posizione sarà chiarita». «Se i fatti dovessero essere questi - aggiunge -, stiamo parlando di accuse gravi che riguardano la Mafia, è chiaro che Siri si deve dimettere dal Governo. Va bene aspettare il terzo grado di giudizio -continua Di Maio - ma c’è una questione morale e se c’è un sottosegretario coinvolto in un’indagine così grave non è più una questione tecnico-giuridica ma morale e politica. Non so se Salvini concorda con questa linea intransigente ma il mio dovere è tutelare il Governo e le istituzioni. Credo che anche a Salvini convenga tutelare l’immagine della Lega».

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Lega, piena fiducia in Siri, indagini siano veloci
Dopo alcuni minuti, viene diramata una nota della Lega che difende Siri. «Piena fiducia nel sottosegretario Armando Siri - si legge nel documento -, nella sua correttezza. L'auspicio è che le indagini siano veloci per non lasciare nessuna ombra».

Salvini: conosco e stimo Siri
Quindi arrivano le parole di Salvini. «L’ho sentito oggi, l’ha letto dai giornali, è assurdo. Lo conosco, lo stimo, non ho dubbio alcuno, peraltro stiamo parlando di qualcosa che non è finito neanche nel Def», afferma il vicepremier scendendo dalle scalette dell’aereo che lo ha portato in Calabria per il Cdm. «Assolutamente sì», risponde a chi chiede se ha piena fiducia nel sottosegretario.

Morra (M5S), presidente Commissione antimafia: giusto chiedere dimissioni
Secondo l’accusa, Siri avrebbe ricevuto denaro per modificare un norma da inserire nel Def 2018 che avrebbe favorito l’erogazione di contributi per le imprese che operano nelle energie rinnovabili. Norma mai approvata. I pentastellati chiedono un passo indietro di Siri. «Le ipotesi di indagini che coinvolgono il sottosegretario Siri, se confermate, sono inquietanti e gravi - afferma il presidente della Commissione parlamentare antimafia, Nicola
Morra (M5S) -. Il presunto legame con Vito Nicastri è un’ombra pesante perché Nicastri, agli arresti domiciliari, è l’imprenditore che risulta aver coperto e finanziato la latitanza di Matteo Messina Denaro. È lapalissiano questo filo che lega mafia e palazzi e ribadisco che, se accertato, risulterebbe di una gravità senza precedenti». «Proprio ieri la Commissione ha trasmesso il nuovo Codice di autoregolamentazione - aggiunge Morra -, ed a mio avviso è doveroso che la politica si ponga la questione morale anticipando codici o leggi. La richiesta di dimissioni avanzata da Luigi Di Maio mi trova pienamente concorde».

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