VIA DELLA SETA ITALIA-CINA: SALVINI VS CONTE/ Berlusconi: “Piano politico-militare”

- Niccolò Magnani

Premier Conte “Via della seta un accordo limpido”, Romano Prodi col Governo per l'intesa Italia-Cina. Salvini "non siamo la colonia di nessuno"

Italia-Cina, Mattarella con Xi Jinping Rapporti Italia-Cina, Mattarella con Xi Jinping (LaPresse)

Tav ma non solo, scontro al governo sulla via della Seta Italia-Cina. Intervenuto a Mattino 5, il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi ha analizzato così la situazione: «La Cina ha un progetto economico sulla nostra economia: è in atto un’offensiva sul piano commerciale ed economico. Pechino fa intravedere con chiarezza che la sua vuole essere una sfida sul piano politico ma anche su quello militare». «E’ un’opportunità ma prevalgono i rischi», aggiunge il Cavaliere, che spiega come «la Cina stia portando avanti un progetto egemonico da anni e con molta determinazione. Si confrontano due filosofie del mondo contrapposte, ovvero la nostra filosofia liberale e la loro totalitaria». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)

ALTA TENSIONE

Erano seduti l’uno affianco all’altro eppure qualche piccola “schermaglia”, tra le righe, l’hanno lanciata Salvini e Conte; in un incontro per le celebrazioni del cinquecentenario dalla morte di Leonardo Da Vinci, il Ministro degli Interni ha replicato alle parole del Premier rilasciate nella lunga intervista al Corriere della Sera «la sicurezza nazionale viene prima di qualunque altra cosa, di ogni interesse commerciale». Per Salvini il discorso sulla Via della Seta è comunque in discussione ed è tutt’altro che “definito”: «Ormai ho imparato a non preoccuparmi di niente. Io non voglio che l’Italia sia una colonia di nessuno. Se si aiutano le imprese italiane a fare business e a esportare i nostri preziosi prodotti io son contento. Però ovviamente c’è da valutare la sicurezza nazionale. Non voglio – afferma ancora a fianco di Conte – che l’Italia sia una colonia di nessuno. Studiamo, lavoriamo, approfondiamo, valutiamo..». Intanto il Governo incassa l’appoggio sull’alleanza Italia-Cina da un ex premier ed ex Presidente di Commissione Ue come Romano Prodi: «la Via della Seta è un buon progetto e in particolare potrebbe rafforzare i nostri porti strategici come Genova e Trieste».

CONTE, “INTESA LIMPIDA CON LA CINA”

L’Italia è intenzionata a sottoscrivere l’accordo con la Cina in merito alla cosiddetta via della seta. Nonostante parere sfavorevole dell’Unione Europea e degli Stati Uniti, il Belpaese tira dritto per la sua strada e a fine mese, quando il presidente Xi Jinping sarà in visita a Roma, dovrebbe arrivare l’ok ufficiale al patto. «Operiamo per un futuro di crescita e sviluppo – le parole del presidente del consiglio, Giuseppe Conte, intervistato stamane dai microfoni del Corriere della Sera – e il memorandum con la Cina offre preziose opportunità per le nostre imprese». Il primo ministro italiano sottolinea come il testo negoziato per mesi con la Cina «imposta la collaborazione in modo equilibrato, limpido e mutualmente vantaggioso», e precisa che alla fine la firma arriverà: «Non ci sono ragioni ostative per non finalizzare il lavoro compiuto in questi mesi». Nelle scorse ore il ministro dell’interno Matteo Salvini aveva espresso delle perplessità in merito, ma Conte ha replicato così al titolare del Viminale: «Nessun rischio di colonizzazione. Le ragioni della prudenza sono pienamente condivise all’interno del governo: la tutela della sicurezza nazionale, anche sul piano economico, è un valore fondamentale che intendiamo rafforzare». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

VIA DELLA SETA “UN RISCHIO PER I VALORI COMUNI DELL’UE”

In un interessante focus fornito al nostro quotidiano questa mattina da Carlo Pelanda non sembrano esserci dubbi: il patto tra Italia e Cina nella ormai famosa “Via della Seta” sarebbe un «suicidio economico e politico e potrebbe avere conseguenze negative per l’economia e non solo». L’adesione del Governo italiano alla nuova Via della Seta (il progetto-piano di investimenti globali in infrastrutture lanciato dal premier cinese Xi Jinping nel 2013 e inizialmente avviato anche dal premier Gentiloni, ndr) potrebbe formalizzarsi a fine marzo quando il Premier cinese verrà in visita a Roma, ma le preoccupazioni di Usa e Ue sono altissime. «E’ un rischio per i valori comuni dell’Ue nel lungo periodo», sentenziano dalla Commissione Ue dopo che già qualche giorno fa furono gli Stati Uniti ad avvertire l’Italia di probabili “conseguenze” nefaste all’interno della Nato qualora l’Italia spostasse il suo raggio di alleanza politica più ad oriente che ad ovest. Secondo quanto riportato da un portavoce Ue al Corriere della Sera, «la Cina è un avversario sistemico che ha modelli di governance diversi da quelli comunemente accettati in sede internazionale, che obbligano il Vecchio Continente a difendere i propri principi e valori». Si cerca insomma una Europa unita che possa sì dialogare con tutti i partner commerciali ma in maniera “unitaria” e che possa «rafforzare le proprie politiche».

M5S PER LA VITA DELLA SETA, LEGA PERPLESSA

Il governo italiano però non è per nulla convinto e “unito” di fronte al complesso dossier con la Cina: come già detto da Giorgetti domenica scorsa, la Lega non nasconde le perplessità legate alle conseguenze che l’adesione alla Via della Seta potrebbe avere. «Se si tratta di colonizzare l’Italia e le sue imprese da parte di potenze straniere, allora no all’intesa» ha detto ieri Salvini, con immediata la replica del M5s che tramite le consuete “fonti” alle agenzie di stampa ha sentenziato «Sorprende la spaccatura della Lega sulla via della seta. Questa frattura interna fa male alle nostre imprese e al Made in Italy. Stiamo lavorando perché le imprese ci chiedono uno sforzo per portare l’Italia nel mercato cinese e non subirlo». Gli strascichi degli altri dossier (Tav, Tap, Legittima Difesa) si sentono tutti e il Governo gialloverde si riscopre ancora diviso: «si sta facendo credo una gran confusione su questo accordo, che non è un accordo, è un Memorandum of understanding», prova a rassicurare il Ministro dell’Economia Giovanni Tria, «si ribadiscono i principi di cooperazione economico e commerciali presenti in tutti i documenti europei, nessuna regola commerciale ed economica viene cambiata. Cambiare le regole commerciali non sarebbe nelle possibilità italiane visto che è una competenza europea, credo che si stia facendo un po’ una tempesta in un bicchier d’acqua». Nettissimo e tutt’altro che “dialogante” il Sottosegretario M5s Stefano Buffagni che dopo le “bordate” sulla Tav – «la crisi di Governo è già aperta» diceva solo qualche giorno fa – avanza in una intervista all’Huffington Post «sulla Via della Seta è la Lega a spaccarsi. È stato un loro sottosegretario, Geraci, a essere tra gli attori principali dell’intesa. Possibile che non abbia informato i vertici di quel che si stava scrivendo? Capiscano che è nell’interesse Italia, e che spinge le nostre eccellenze nel mercato asiatico».





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