Diciotti, voto al senato “No al processo a Salvini”/ Gasparri “Decisiva Forza Italia”

- Niccolò Magnani

Diciotti, il senato vota “no” al processo nei confronti di Salvini: la reazione di Gasparri

migranti ong tedesca sea eye Matteo Salvini (LaPresse, 2019

Niente processo per Matteo Salvini sul caso Diciotti. Il senato ha infatti votato contro il procedimento nei confronti del ministro dell’interno, così come prevedibile stando a quanto emerso nelle ultime settimane. Il senatore di Forza Italia, Maurizio Gasparri, presidente della Giunta delle Immunità di palazzo Madama, che aveva già espresso il proprio parere negativo sulla richiesta di autorizzazione a procedere nei confronti del leader del carroccio, ha commentato così l’esito della votazione, intervistato dai microfoni dell’agenzia Adnkronos: «Decisivi i voti di Forza Italia per l’esito positivo della mia relazione in Senato. Infatti, sommando i voti dei gruppi della Lega e dei 5Stelle si arriva a 153 voti e anche aggiungendo due eletti all’estero e tre ex grillini si sarebbe rimasto sotto il quorum previsto dal regolamento. Quindi il ruolo di Forza Italia è stato determinante sul piano dei numeri». Gasparri tende quindi a sottolineare i meriti del proprio partito, tendendo la mano per l’ennesima volta nei confronti di Salvini in un’ottica di elezioni future: «E del resto, il nostro Gruppo – ha proseguito – ha condiviso le proposte che io stesso da relatore ho fatto, prima in Giunta e poi in Aula. Non per uno scambio politico ma per un riconoscimento di verità. Il fatto che i nostri voti siano stati fondamentali, però, ha una sua rilevanza che non può sfuggire a nessuno». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

DICIOTTI, VOTO AL SENATO “NO AL PROCESSO A SALVINI”

Con 5 voti in più di quelli annunciati dopo il voto delle 13 da Gasparri, il Senato nega l’autorizzazione a procedere contro il Ministro degli Interni Matteo Salvini: il “caso Diciotti” si chiude dunque definitivamente con 237 voti a favore del leader leghista e solo 61 i contrari che avrebbero invece accolto l’istanza del Tribunale dei Ministri di Catania. Sono stati cinque i senatori (secondo l’Ansa, Fabio Di Micco, Alfonso Ciampolillo e Paola Taverna del M5s, Massimo Mallegni di Forza Italia e Achille Totaro di Fratelli d’Italia) che hanno votato dopo le 13, aggiungendosi quindi alla prima votazione: Salvini commosso in Aula aveva esclamato prima del voto «Amo l’Italia e miei figli e il mio lavoro, mi ritengo un ragazzo fortunato, ringrazio il buon Dio e gli italiani. Comunque votiate vi ringrazio, siate certi che continuerò il lavoro senza nessuna paura, sennò farei un altro mestiere». Alla dichiarazione di voto del senatore M5s Mario Giarrusso – che annunciava il “no” del Movimento all’autorizzazione a procedere – sono scattati gli applausi del vicepremier e degli altri senatori della Lega, «le cose si fanno bene e in due» commenta Salvini sulla lealtà dimostrata in Aula dal M5s. Nello stesso momento i senatori di Pd e LeU hanno invece urlato «Vergogna, vergogna». Gianluigi Paragone (M5s) ha voluto spendere parole di difesa per le “dissidenti” Fattori e Nugnes che hanno votato contro la linea dettata da Rousseau: «Da mente libera quale sono, credo che siano libere di esprimere la loro posizione politica. Io ho sempre rispettato il dissenso, a me piace. Se fossero espulse mi darebbe fastidio», mentre il Ministro Fraccaro si è detto decisamente più intransigente «Hanno espresso un voto diverso da quello indicato da chi ci ha portato in parlamento e lo hanno fatto palesemente».

GASPARRI “232 I VOTI DELLA MAGGIORANZA”

Secondo il senatore e presidente della Giunta per le Immunità Maurizio Gasparri, la maggioranza in Senato sarebbe di 232 voti per cui «Matteo Salvini eviterà il processo»: l’annuncio riportato da Rai News24 anticipa quello che potrebbe essere il voto finale di questa sera (verso le ore 19) con la maggioranza semi compatta di Lega, FI, FdI e quasi tutto il M5s che voterà a favore della relazione Gasparri per come è uscita dalla Giunta lo scorso fine gennaio. Uno dei passaggi enunciati nel discorso di Matteo Salvini in Senato è stato quello sull’interesse a prevenire i morti in mare, con il Ministro che ha spiegato «Abbiamo salvato, abbiamo soccorso, abbiamo nutrito. Quei 4 giorni sono stati risolutivi. Abbiamo risolto il problema senza esporre a rischio i passeggeri». Non è per nulla d’accordo però il senatore di LeU Pietro Grasso, intervenuto subito dopo il leader della Lega: «Per il ministro c’è stato solo un morto in mare dall’inizio dell’anno? Falso, la traversata non è mai stata così pericolosa». Curiosa invece la scelta di Salvini di parlare dai banchi dei senatori Lega e non da quelli del Governo: il motivo è presto che detto, spiegano i leghisti, «Salvini voleva parlare dai banchi della Lega per fatto che l’intervento era iscritto nella discussione generale».

IL DISCORSO DI MATTEO SALVINI

Un discorso lungo poco più di 20 minuti in cui Matteo Salvini ha ricostruito tappa per tappa l’intera vicenda Diciotti, premettendo «Scusate, non mi emoziono quando parlo ma quando c’è di mezzo un reato e di solito vado a braccio ma… in questo caso me lo sono scritto perché se mi si accusa che, col mio lavoro ho fatto privatamente qualcosa che ho fatto e farò per difendere la sicurezza del Paese e dei miei figli, allora perdonate, un po’ di emoziono». Il voto è previsto dopo le ore 13 e sarà palese, alla presenza anche del Premier Conteper assunzione di responsabilità ma anche in difesa di una chiara linea politica che il governo sottoscrive» ha spiegato ieri sera): «Non avrei mai pensato di intervenire per sequestro di persona, ma lo faccio volentieri perché da 9 mesi lavoro per gli interessi degli italiani», ha spiegato Salvini davanti alle ire dai banchi del Pd, «Per andare a processo dovrei mentire a questo Senato agli italiani, dovrei dire che non ho fatto l’interesse pubblico». Qui sotto il video integrale dell’intero discorso di Matteo Salvini prima del voto sul caso Diciotti.

VOTO IN SENATO SUL CASO DICIOTTI

Alle ore 13 scatta la diretta del voto al Senato sul caso Diciotti, l’annoso salvataggio di 177 migranti avvenuto l’agosto scorso sulla nave della Guardia Costiera italiana dopo che il Governo la bloccò al largo di Catania per 5 giorni di fronte al porto. I senatori dopo le 13 saranno chiamati a pronunciarsi sulla proposta della Giunta delle immunità di Palazzo Madama, che poche settimane fa ha chiesto all’Aula – dopo un estenuante dibattito interno al Governo e dopo il voto sulla piattaforma online del M5s – di non concedere alla procura di Catania l’autorizzazione a procedere a processo nei confronti del vice premier e ministro dell’Interno Matteo Salvini, come invece veniva richiesto dal Tribunale dei Ministri etneo. Le ultimissime vicende della nave Mare Jonio, sequestrata ieri sera dalla Guardia di Finanza dopo essere giunta a Lampedusa con 49 migranti a bordo, non hanno fatto altro che riaccendere i nodi di una vicenda che vede le posizioni politiche molto semplici: la Lega e Salvini vogliono tenere i porti “chiusi” evitando il proliferare dell’immigrazione e del traffico di umani; le opposizioni invece chiedono che il Ministro venga processato per aver sequestrato vite umane per una propria linea di propaganda e polemica nei confronti dell’Unione Europea. In mezzo troviamo il M5s che ufficialmente dovrebbe votare compatto con la Lega ma che fino all’ultimo potrebbe riservare qualche sorpresa..

LA POSIZIONE DELLA LEGA

«Il governo italiano, quindi non Matteo Salvini personalmente, al fine di verificare la possibilità di un’equa ripartizione tra i Paesi dell’Ue degli immigrati a bordo della nave»: per il vicepremier del Carroccio, la vicenda Diciotti è molto semplice e non discosta da tutte le altre “simili” come Sea Watch 3, Mediterranea e ora anche Mare Jonio. I porti chiusi e l’inversione di tendenza rispetto ai Governi Pd intende bloccare sul nascere l’opera delle Ong nel Mediterraneo per evitare che i trafficanti di vite “approfittino” dell’accoglienza mandando frotte di persone da ogni parte dell’Africa e del Medio Oriente. L’appoggio a Salvini è garantito da tutto il Centrodestra compatto, con Forza Italia e Fratelli d’Italia che voteranno contro la richiesta a procedere. Dall’altra pare invece il Pd e la sinistra che chiedono di concedere il via libera ai giudici: attenzione, anche alcuni ex Cinque Stelle, che hanno già detto no al decreto sicurezza di Salvini, come Gregorio De Falco, potrebbero scegliere all’ultimo di votare contro il Ministro degli Interni come fatto già intuire nei giorni convulsi del voto su Rousseau (dove il 59,05% votò a favore del no al processo, il 40,95% per il sì.).

COSA DICE IL M5S

«Come leader M5s faccio decidere i nostri iscritti: il Governo ha tutelato un interessa pubblico e così voteremo domani. In queste ore il caso Mare Jonio riapre il caso: la nave spero sia sequestrata, attraversando il mare e volando le leggi italiane e libiche. Se le navi come le Ong non rispettano le regole allora bisogna fermarle perché mettono a rischio la vita dei migranti: noi voteremo come Movimento domani che il Governo sul caso Diciotti ha tutelato un interesse pubblico. D’accordo con Salvini? Certo, la nave di Lampedusa vedrà soluzione nelle prossime ore e troveremo soluzioni subito con Conte e Salvini: tutelare le vite umane ma anche far rispettare le regole», lo ha spiegato ieri a Pomeriggio 5 l’altro vicepremier Luigi Di Maio ribadendo la linea ufficiale del M5s. Ad aumentare il livello di “compattezza” interna ai pentastellati – che non vogliono far collassare il Governo sul caso Diciotti, specie in un momento di calo consensi per Di Maio e Casaleggio – ci ha pensato poi il capogruppo Patuanelli: «Il rispetto del voto on line degli iscritti è uno dei principi fondanti del M5s. Per questo se ci dovessero essere delle votazioni difformi da come si è espressa la maggioranza degli iscritti non potrò fare altro che segnalarli al collegio dei probiviri». I ribelli e i “falchi” però sono dietro l’angolo e proprio il diktat dei vertici grillini intende provare a mettere un freno a questo “timore”. Conte e forse anche Di Maio saranno in Aula al Senato per confermare il proprio voto in favore della scelta unitaria di Governo e non del mero agire di Salvini: basterà come “garanzia” per far passare la linea di “compattezza” tra “gialli” e “verdi”?







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