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Inceneritori, ancora scintille. E Conte fa l'arbitro tra Salvini e Di Maio

Davide Di Santo
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È ancora alta la tensione nel governo sul tema rifiuti. A meno di 48 ore dall'appuntamento di Caserta dove Matteo Salvini e Luigi Di Maio sono attesi per firmare insieme al premier Giuseppe Conte e altri ministri un protocollo d'intesa per contrastare il fenomeno dei roghi nella Terra dei fuochi, non si placano i nervosismi tra M5s e Lega su un tema delicato, ovvero gli inceneritori, che divide nettamente i due principali azionisti di maggioranza.Da una parte ci sono i leghisti, favorevoli ai termovalorizzatori, come Salvini ha ribadito anche oggi; dall'altra i 5 stelle da sempre contrari e per niente al mondo intenzionati a cambiare idea. In mezzo il presidente Conte che, fanno sapere fonti di Palazzo Chigi, è pronto a «mediare» tra i due litiganti, con lo strumento, evocato più volte anche in passato, del rispetto del contratto di governo, dove in realtà il tema valorizzatori non è affrontato. Da parte leghista, Salvini si è detto convinto che «con Di Maio sarà trovato un accordo», ribadendo che non ha alcuna intenzione di 'far saltarè il banco Lega-M5s. Nei colloqui ai suoi, il ministro dell'Interno ha respinto al mittente la lettura data dai pentastellati, che, nei giorni scorsi con Di Maio e anche il presidente della Camera Roberto Fico, entrambi campani, hanno accolto la sua posizione sulla necessità di inceneritori in Regione come una «provocazione». Le dichiarazioni sugli inceneritori non sarebbero frutto di alcuna astrusa strategia politica, spiegano vicine al segretario leghista, ma solo la conseguenza dei «colloqui con tecnici» avuti giovedì sull'emergenza ad Acerra durante il comitato d'ordine e sicurezza a Napoli. «Anche se aumentano esponenzialmente coloro che credono che questo governo non possa andare avanti, da parte di Salvini - sostengono i suoi - non c'è alcuna volontà di staccare la spina: nè ora, nè a maggio, dopo le Europee». «Matteo è sincero quando dice, come ha fatto anche oggi, che vuole il governo duri cinque anni: l'unica strada per crescere elettoralmente è andare avanti col governo, contribuire con fatti. Anche perchè poi quando ci ripresenteremo alle urne, vogliamo presentarci da soli e non in coalizione con Forza Italia, o altri». Ma il compromesso sugli inceneritori appare ancora lontano, con M5s che non indietreggia di un millimetro. Di Maio ha ribadito che «gli inceneritori non sono nel contratto» di governo. «E poi in Campania c'è già uno dei più grandi inceneritori in Europa», ha aggiunto. «Tra l'altro quella è la mia Regione, c'è la mia famiglia, il Movimento ha preso quasi il 60% e crediamo di sapere che in quella Regione non bisogna fare il business degli inceneritori ma bisogna fermare il business dei rifiuti». Mentre da Palazzo Chigi si fa trapelare che Giuseppe Conte si inserisce come «garante del contratto di governo» nello scontro Salvini-Di Maio sul tema. Al momento, si fa notare, tra il premier e i suoi due vice non c'è stato un confronto e la prima occasione sarà quella di lunedì, quando tutti e tre si ritroveranno in Campania proprio per affrontare la questione dei roghi tossici «in maniera complessiva perchè quella dei roghi è la vera emergenza ambientale e sanitaria». In prefettura a Caserta, infatti, il premier firmerà un protocollo d'intesa per un'azione urgente nella Terra dei fuochi, insieme a Di Maio, Salvini e anche ad altri ministri, in primis quello dell'Ambiente, Sergio Costa. Il contratto di governo, in effetti, non parla di inceneritori e al capitolo 4 - titolo 'Ambiente, green economy e rifiuti zerò - si fa riferimento al concetto di «economia circolare intesa quale sistema ambientale ed economico in cui un bene è utilizzato, diventa rifiuto, e poi, a valle di un procedimento di recupero, cessa di essere tale per essere riutilizzato quale materia seconda per la produzione di un nuovo bene». Economia circolare a cui ha fatto riferimento oggi anche il presidente della Camera, Roberto Fico, perchè «dopo l'emergenza roghi», ha ammonito, serve «un impegno serio, costante e senza sosta». E «la soluzione - ha sostenuto - è l'economia circolare, la soluzione è considerare il rifiuto una risorsa e poterlo riusare e riciclare, avviando una filiera impiantistica e imprenditoriale virtuosa e sostenibile». «Questi sono i sì che fanno bene alla Campania come a tutta Italia», ha concluso il presidente della Camera. Se da parte 5 stelle si vivono queste tensioni come «provocazioni» di Salvini. Da parte leghista, invece, si derubricano gli scontri sempre più frequenti come segno di «crescente nervosismo nei 5 stelle, provocato dai sondaggi che danno il Movimento in discesa e dall'incapacità di invertire la rotta». In ogni modo il protocollo che sarà firmato lunedì a Caserta non fa alcun riferimento agli inceneritori. L'intesa è complessiva ed è focalizzata al contrasto dei roghi tossici di rifiuti, fenomeno che la cronaca collega alla criminalità organizzata. Il protocollo - si spiega dal ministero dell'Ambiente, retto dal generale specializzato nella lotta alle ecomafie - prevede l'invio dell'esercito a presidio di una parte dei 262 siti di stoccaggio dei rifiuti mappati; l'invio di carabinieri specializzati in interventi ambientali per fare attività di intelligence; e 160 milioni di euro destinati dal ministero del Sud alle bonifiche. Previsti anche un nuovo protocollo per uniformare le azioni post roghi e per implementare il registro dei casi di tumori nelle zone colpite.

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