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Decreto sicurezza blindato alla Camera. Applausi di Lega e M5S

Matteo Salvini

Il governo pone la fiducia, Il Pd impazzisce tra insulti e urla. Domani il voto

Silvia Sfregola
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Il voto di fiducia sul dl sicurezza è previsto per domani, al massimo dopodomani mattina, alla Camera. Dopo il via libera della Lega al ddl anticorruzione la maggioranza si è ricompattata. In Aula sono arrivati anche gli applausi dei pentastellati all'annuncio del ricorso alla fiducia fatto dal ministro per i Rapporti con il Parlamento, Riccardo Fraccaro. «Vergogna», l'urlo dei dem che hanno puntato il dito contro i grillini, «mettono la fiducia per non farvi esprimere le proprie opinioni», l'accusa.I mal di pancia interni al Movimento comunque restano. «Hanno minacciato di sospenderci se non votiamo la fiducia», spiega una deputata che non gradisce affatto il dl Salvini. Dai vertici è partito l'ordine ad evitare distinguo. «Non votare la fiducia al governo sarebbe un fatto grave», sottolinea un big M5s. Lo scopo è non ripetere quanto già accaduto a palazzo Madama dove alcuni dissidenti - tra questi Gregorio De Falco - si sono espressi apertamente in Aula contro il provvedimento. «Cosa avremmo fatto o detto noi ieri? Su quali tetti saremmo a denunciare?», insiste una senatrice, puntando il dito contro «un provvedimento tecnicamente sbagliato, umanamente devastante, pregiudizialmente anti costituzionale». La deputata Valentina Corneli nel corso del dibattito si è detta preoccupata, «avrei voluto discutere ulteriori proposte emendative» e ha auspicato l'intervento della Corte Costituzionale «nel momento in cui debbano essere riequilibrati degli assetti il cui equilibrio magari è venuto meno». «Nel corso dell'esame al Senato sono state apportate numerose modifiche al testo originario del decreto, attraverso un lavoro particolarmente approfondito e corposo», ha spiegato il presidente della Commissione Affari Costituzionali, Giuseppe Brescia, nelle scorse settimane critico nei confronti del dl Salvini. FI voterà no alla fiducia e potrebbe dire sì al provvedimento, per FdI si tratta di un testo «targato M5s». «Il Parlamento è stato zittito per uno scambio di favori tra M5s e Lega», l'attacco del capogruppo dem, Graziano Delrio.

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