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Da YouTube a MP3… quasi senza mani

Ci siamo, è il momento di far innervosire i puristi del suono. Cosa c’è di qualitativamente peggio di un mp3 per gli audiofili? Un mp3 generato da un filmato caricato su YouTube!
Nella migliore delle ipotesi si tratterà del frutto di una tripla conversione audio con pessime caratteristiche sonore. La prima la effettua colui che carica il filmato, la seconda la effettua il server di YouTube e l’ultima la esegue chi scarica il filmato per attenere una traccia musicale.
Ed è proprio per quest’ultima conversione che la giovane software house MediaHuman ha concepito YouTube to MP3. È un’applicazione nata prima per Windows e poi, grazie a Qt (un toolkit C++ per lo sviluppo di applicazioni multipiattaforma), sviluppata anche per Mac OS X.
Proprio a causa di questo porting, YouTube to MP3 eredita un’interfaccia assurda, in stile Windows, ma tutto sommato efficace. È sufficiente copiare il link di YouTube del filmato da convertire e spostarsi sulla finestra unica dell’applicazione. Si può scegliere di incollare il link nell’apposita barra o incaricare il programma di acquisire automaticamente l’URL direttamente dalla memoria degli appunti e addirittura scaricare in batch autonomamente.
Al termine della conversione verrà salvato un file MP3 per ogni link nella cartella Home/Musica/Dowloaded by MediaHuman, con ottimistiche caratteristiche di massima qualità (velocità dati 320kbps) spesso sovradimensionate rispetto alla pessima fattura dei file postati sul portale (di proprietà di Google Inc.) per la condivisione dei video.
Alla fine può trattarsi di uno strumento utile ai giovanissimi che vogliono riempire di canzoni alla moda il proprio player MP3 (cellulare o iPod) da ascoltare con mediocri auricolari o peggio ancora dall’altoparlante integrato del dispositivo, ma assolutamente inadatto a chi voglia gustarsi il suo brano preferito senza rimpiangere un bel CD Audio. Discorso diverso per chi vuole scaricare il parlato per ripassare lezioni audio o ascoltare racconti, in questo caso ci si può tranquillamente rassegnare.
YouTube to MP3 richiede un Mac con processore Intel e Mac OS X 10.5 (Leopard) o successivi, è assolutamente gratuito ed il download si effettua dal sito dello sviluppatore o da questo link diretto.

Maccarone, m’hai provocato e io te… cuocio

Torino e l’Italia: di qui è partito tutto nel 1861, 150 anni fa.
La pasta e l’Italia: la pasta è uno dei manufatti italiani più conosciuti e apprezzati nel mondo.
E quindi… la pasta e Torino: la Dighentis, software house della prima capitale italiana, ha realizzato un’applicazione per iPad, La Pasta HD, acquistabile su iTunes, che possiamo considerare un vanto del Made in Italy.
Lo sviluppatore, Alessandro Benedettini, di cui abbiamo già apprezzato un suo prodotto su questi lidi e autore di altre applicazioni per iOS, rivendica, giustamente IMHO, la qualità del suo prodotto, dal momento che ci propone oltre 60 ricette, distribuite in oltre 160 pagine, corredate da una sapiente lista di vini, da numerosi consigli e trucchi e da un’interessante sezione, PastaPedia, dove, come si intuisce dal nome, con dovizia di particolari ci fornisce utili informazioni, tra le quali anche come cucinare al meglio la pasta.
Non solo: possiamo considerarla un’applicazione interattiva. Infatti usandola, impareremo a cucinare e, con un po’ di fantasia, potremo inventare nuove ricette con i nostri ingredienti preferiti. Poi, dal 25 marzo, grazie ad iPad 2 (anche un iPhone o una macchina fotografica vanno bene!), provvisto di fotocamera, potremo catturare le immagini delle nostre creazioni, inviarle allo sviluppatore e sperare che siano incluse nel prossimo aggiornamento, consentendoci di vantarci con amici, parenti, fidanzate/i e chi più ne ha, più ne metta delle nostre capacità culinarie.
Questo in generale. Vediamo il dettaglio: si tratta di un’applicazione di 43,5 MB di peso, che richiede almeno iOS 3.2, ma è stata testata con successo su iOS 4 (più precisamente il mio 4.3 ). Bisogna avere più di 12 anni per scaricarla, visto che si fa un inevitabile (e utile) riferimento all’alcol ed è compatibile con iPad, alla modica cifra di un caffè preso in un bar di periferia, ovvero i classici 0,79 euro.
Per chi non possiede iPad, ne esiste una versione per iPhone, più leggera (10 MB) e testata con iOS4, ma necessita almeno la 3.1.3, sempre alla modica cifra di cui sopra.
Appena lanciata l’applicazione, saremo accolti da un sonoro welcome in inglese. E in inglese è localizzata l’intera applicazione, tranne nella sezione delle ricette, laddove i nomi dei piatti conservano quello originale in italiano. E questo è l’unico neo di quest’applicazione. Un momento…, ho detto neo e non difetto. E non necessariamente i nei sono difetti: che ne dite di questa? o di di quest’altra? Alzi la mano chi li considera difetti! Bene a te che hai alzato la mano è accordato il permesso di uscire… non volevi andare in bagno? Scherzi a parte, infatti, grazie al multitasking che è supportato da La Pasta HD
potremo navigare sul web o utilizzare uno degli innumerevoli traduttori anche gratuiti presenti nel’AppStore, alla ricerca della giusta traduzione e imparare, così, nuovi vocaboli nella lingua di Albione, che prima o poi verranno utili: quando siamo all’estero e ci propongono il menù, la versione in inglese c’è sempre.
Dopo il benvenuto, una grafica accattivante ci propone 4 “piatti vuoti” relativi ai 4 menù principali: PastaPedia, Ricette, Basi dell’arte della cucina, Formati della pasta.
Una volta scelto il “piatto“, un simpatico “zito” sarà utilizzato come check mark e si aprirà il relativo sottomenù.
Cinque pagine per la sezione PastaPedia, dove impareremo molto su storia, ingredienti regionali e qualità della pasta.
La sezione Ricette mostra un elegante riquadro contenente un rotore dal quale scegliere la ricetta che ci interessa, avvertendoci mediante una classifica con “stellette“, della difficoltà della stessa (da 1 a 3). Avremo la lista degli ingredienti e la tecnica per prepararla; infine il vino che meglio si accompagna con qualche utile consiglio.
La sezione Basi dell’arte della cucina, dovrebbe essere consultata per prima: si tratta di 3 pagine che forniscono il minimo indispensabile di conoscenze per permettere di indossare il cappello da cuoco anche a coloro che non sanno fare le classiche “due uova a tegamino”.
Infine, l’ultima sezione dedicata ai Formati costituita da 13 pagine, che, con precisione degna della tassonomia di Linneo, illustrano i diversi tipi di pasta fornendo anche brevi cenni di origine geografica.
Toccando lo schermo con un semplice tap si può comodamente andare avanti e indietro o tornare al menù di partenza.
Quello che manca e potrebbe essere un suggerimento per lo sviluppatore, sono un paio di ricette fondamentali come la carbonara e l’amatriciana; qualche foto esplicativa come quelle inserite nella sezione Formati e una funzione “cerca” per le ricette.
Grazie a La Pasta HD, potremo con soddisfazione imitare, perfezionandolo, il mitico Albertone dicendo:
Maccarone, m’hai provocato e io te cuocio e te distruggo!

Rilassante e colorato

Devo ringraziare l’ottimo Store News, recensito da Matteo su iMaccanici, che mi ha segnalato la presenza di questo gioco e soprattutto il fatto che fosse rilasciato gratuitamente sul Mac App Store per un breve periodo di tempo.
L’insieme delle regole di gioco è molto semplice: ci sono delle forme che rievocano nella disposizione i blocchi del mitico Tetris, e degli spazi vuoti da riempire (nulla di più semplice), ma la cosa interessante che il tutto è realizzato tecnicamente in modo valido ed il risultato è molto accattivante. Si gioca con il mouse (o la trackpad) cliccando sugli oggetti scelti e trascinando la vernice per unirli tra loro, fino ad ottenere le forme obbligate.
Astroslugs ricorda un po’ 7 Wonders of the Ancient World e un po’ Bejeweled, come detto poc’anzi anche un po’ Tetris, ma logicamente non è nulla di tutto questo. La difficoltà di gioco è dosata in ottimo modo, facendo apprendere nei primi livelli le meccaniche di gioco e poi proponendo mano mano livelli più ostici.
La longevità è buona, assicurata da una ottantina di livelli base ed una ventina di livelli bonus. Il prezzo contenuto (al listino 9,99 euro) lo mette di sicuro fra i titoli da avere per ogni buon appassionato di puzzle.
Su YouTube è possibile vedere il filmato della presentazione del gioco ad alta risoluzione. Astroslugs è disponibile per il download anche in versione demo (30 minuti di gioco per volta) dal sito ufficiale e richiede Mac OS X 10.5 o versioni successive.

Pesce d’Aprile

Eh già, per un attimo ci sono cascato anch’io… Chi ci ha visitato oggi ha avuto una bella sorpresa! Fa impressione aprire la home page de iMaccanici ed al suo posto trovarci una pagina web con la foto della giovane studentessa americana che affianca un servizio di search directory.
Eppure anche questo potrebbe succedere prima o poi. Insomma nulla è eterno, tantomeno questo spazio web, ma finché ci saranno lettori che con la loro attività ci daranno lo stimolo di aggiornarlo, il sito de iMaccanici andrà avanti ancora a lungo.
Questo sarà l’anno degli cambiamenti: la nostra tabella di marcia (o Road Map se preferite) prevede inizialmente l’aggiornamento del motore sul quale si basa il sito (Geeklog) e che con una certa sufficienza si integra con il phpBB del forum (evidentemente troppo diverso anche nell’aspetto).
Successivamente ci occuperemo della scelta di un software per la versione 2.0 de iMaccanici.org, dove si potranno finalmente applicare nuove tecnologie al sito, ben collaudate e sicure, con maggiore integrazione tra articoli e forum.
Un lavoro che vedrà l’impegno principale da parte di Stefano (Predatorfe) e la collaborazione di alcuni utenti esperti del forum che cercheremo di coinvolgere per farci consigliare al meglio.
Con la speranza che questo cambiamento non si trasformi in un danno per il sito, vi auguriamo (e ci auguriamo) un buon 1 Aprile 2011.

Aumentare il volume degli Mp3 e AAC

Chi i brani in iTunes non li compra soltanto, ma li importa dall’analogico, li scarica più o meno legalmente, o in qualche modo li crea a modo suo, può ritrovarsi nel tempo con tracce musicali dal volume più basso del normale e magari dovrà affrontare la regolazione manuale per ogni brano, con l’utilizzo di software di audio editing costosi, o difficili da usare se gratuiti.
Denys Yevenko, già famoso su Windows per MP3 Cutter Joiner, ha recentemente rilasciato una piccola, ma potente applicazione, per l’editing rapido dei brani in formato Mp3 e AAC/M4a (i formati audio compressi supportati da iTunes).
Smart Gain permette (con un semplice clic del mouse) sia di normalizzare automaticamente il livello del volume di tutti i file audio, che di amplificare un’intera traccia registrata a volume basso o un suo particolare frammento senza modificare il livello complessivo del volume del file.
L’unica finestra del software, seppur piacevole nell’aspetto, sente il peso di uno sviluppo ancora acerbo su Mac (mancano le abbreviazioni da tastiera più comuni come Command+A o la barra spaziatrice per il Play) eppure l’efficacia del programma merita particolari apprezzamenti, addirittura si possono trascinare intere Playlist da iTunes ed effettuare in batch modifiche e salvataggi. La cosa più straordinaria è che Smart Gain modifica il volume dei file senza convertirli, promettendo di mantenere inalterata la qualità originale. Di conseguenza vengono preservati tutti i metadati e le copertine dei brani.
I livelli del volume sono rappresentati visivamente con la classica forma d’onda per individuare rapidamente le tracce che necessitano di un intervento. Dispone inoltre di un player integrato, rendendo il pre-ascolto semplice e immediato.
Smart Gain, prodotto da X-WAVE, costa 9,95 dollari ed è disponibile per il download in versione Trial, che permette la modifica di 15 tracce, poi bisogna pagare. Una piccola ingenuità dello sviluppatore è che all’esaurimento della demo basterà un piccolo intervento, nemmeno troppo astuto, per ricominciare daccapo o rimandare la scadenza della Trial a mai (ma questo non ve lo dico).

Convertire da FLAC a MP3 e altro

È vero, esistono numerose applicazioni per convertire file audio compressi Free Lossless Audio Codec (FLAC) in formati più comuni, molte delle quali Open Source o comunque gratuite.
Andrew Heard ha comunque da mesi lavorato e prodotto Tunesify (nome definitivo per FLAC2Mac quando era in versione beta) che però si dimostra il modo più semplice per convertire i file audio FLAC (con la correzione degli errori) in formati supportati da iTunes, iPod e iPhone.
Partiamo dal prezzo: 2,39 euro su Mac App Store, con la possibilità di provarlo gratis in versione Lite, con il limite di 30 secondi per ogni conversione.
Tunesify, attraverso la sua interfaccia grafica, utilizza la tecnologia Core Audio e i famosi encoder LAME, al fine di garantire il massimo della qualità audio dalle conversioni. I file FLAC possono essere convertiti rapidamente in Apple Lossless, conservando il suono e la qualità di un CD; i file possono anche essere convertiti in formato AAC, WAV e logicamente in MP3.
La versione completa di Tunesify, disponibile esclusivamente su Mac App Store, aggiunge il supporto per la conversione di diversi formati audio, quali WMA, WavPack, Monkey’s Audio, FLV, Ogg Vorbis e altri.
Il software converte i file fino a quattro volte più velocemente su macchine multicore e sfrutta al massimo i processori a 64-bit. È possibile scegliere la cartella di destinazione (per impostazione predefinita Tunesify salva i nuovi file nella stessa cartella degli originali), il bit rate di codifica, le opzioni di codifica e personalizzare la modalità automatica.
Può dimostrarsi insostituibile in molte occasioni per numerose conversioni in batch. Fortunatamente la versione Lite è disponibile per il download, offrendo la possibilità di fare delle prove prima di deciderne l’acquisto.

Non solo imposizione delle pagine

Paolo Marcuccetti, lo sviluppatore toscano di cui abbiamo già parlato sul nostro sito, ci ha segnalato il recente rilascio di FitPlot 3.5.
A cosa serve il software è spiegato qui: www.imaccanici.org/article.php/FitPlot.
La nuova versione contiene nuove funzionalità e soprattutto notevoli miglioramenti per chi usa il Mac OS X 10.6, a discapito però della compatibilità con Tiger, infatti da questa versione il Sistema Operativo minimo richiesto è Mac OS X 10.5 (Leopard). Questo è dovuto a cambiamenti nel codice non più rinviabili e logicamente alle nuove funzionalità introdotte (qui c’è un elenco completo delle novità).
L’adozione della tecnologia CoreImage introduce le possibilità di fotoritocco direttamente all’interno dell’applicazione (come in Anteprima di Apple). I campi di intervento comprendono spazio colore, luminosità, contrasto, saturazione, esposizione e tinta, esclusivamente per le immagini rastererizzate, sono perciò esclusi dalle correzioni i file PDF ed altri formati vettoriali, come EPS e PS. Le modifiche applicate alle immagini non sono distruttive, poiché restano interne nell’applicazione, anche le immagini incollate in FitPlot da altri programmi (o tramite trascinamento) guadagnano la possibilità di ritocco.
È possibile copiare gli attributi di un’immagine ed incollarli ad un’altra; si possono copiare le dimensioni (area), angolazione, attributi ombra, linea, tratteggio, etichetta, oltre alle nuove impostazioni di ritocco immagine. Gli attributi sono determinati nella nuova sezione attributi nel pannello delle preferenze.
Il menu rapido Modelli permette di organizzare i propri modelli, salvandoli nell’apposita cartella (proposta dal programma) per un rapido richiamo successivo; è stato aggiunto il controllo ambiente per impostare la risoluzione delle immagini nella modalità editing, per velocizzare il ridisegno con l’anteprima a bassa risoluzione.
È stata migliorata inoltre la sostituzione batch di immagini, il compattamento delle pagine, Quick Look e i movimenti vincolati (tasto maiuscole) delle immagini; aggiunto un menu (anche contestuale) per cambiare collegamento o mostrare un’immagine nel Finder; aggiunti i pulsanti di richiamo del pannello info e del nuovo pannello per il fotoritocco; infine sono stati individuati e corretti alcuni bug.
È disponibile per il download una versione demo del programma, che lascia in sovrimpressione una filigrana, eliminabile solo spendendo i 10 euro richiesti per una licenza. Tra qualche mese, secondo una confidenza dello sviluppatore, FitPlot troverà posto anche nel Mac App Store.

Sei molto British? Ascolta la radio giusta!

Absolute Radio, la famosa emittente radiofonica inglese, ha sempre avuto un occhio di riguardo verso Apple ed i suoi utenti. Nel 2009 è stata la prima radio europea a utilizzare i tag di iTunes, offre applicazioni per iOS e sfoggia un sito interamente in HTML5, funzionando su tutti i dispositivi di Apple che non gradiscono la tecnologia Flash.
Da qualche settimana è possibile ascoltare in streaming la diretta radio di Absolute Radio UK sul Mac anche al di fuori del browser, con l’applicazione Absolute Radio Player. Il software, che si scarica da App Store, permette di scegliere i vari canali della radio inglese, quindi oltre al principale anche Classic Rock, anni ’80, ’90, ’00 ed infine il canale Extra. Lo streaming è velocissimo e stabile, mentre il cambio del canale è pressoché immediato.
Absolute Radio Player occupa pochissimo spazio su disco (332 kb) e si installa in un baleno, è estremamente minimale, non ha nessuna impostazione personalizzabile, se non la regolazione del volume e la scelta della stazione. Sul display compare il titolo del brano, il nome dell’album e (se disponibile) la copertina.
Come software fa poco, ma lo fa bene. Non ha pubblicità, non ha link verso iTunes ed è logicamente gratuito sia per Mac che nelle sue varie edizioni per iOS (iPhone, iPod Touch e iPad).