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Mobilità. Punita perché ho avuto il coraggio di fare la valigia e non restare precaria. Lettera aperta al Ministro Buongiorno

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 01/11/2018 vai ai commenti

Attualità

Riceviamo e pubblichiamo la lettera aperta al Ministro Buongiorno, scritta da un professionista sanitario che da anni vive lontano dal luogo natio, il Lazio, invocando che la Regione non si scordi di quanti sono Esiliati, vincendo un concorso pubblico, e che oggi vengono sistematicamente ignorati, a dispetto di stabilizzazioni e nuovi contratti a termine.

 

"Ho letto su un articolo che le stabilizzazioni vengono considerate " un atto di giustizia sociale” beh mi permetto di dire dopo tutti i sacrifici fatti, che il rientro in Regione Lazio dei professionisti sanitari ( oss, infermieri, medici, tecnici,ecc) si possa definire che sarebbe “ un atto di giustizia sociale, legale e di umanità” 

 

 

Gentile Ministro,
sono un dipendente della Sanità Pubblica a tempo indeterminato presso una Pubblica Amministrazione del S.S.N.
Le scrivo per portarla a conoscenza di un ingiustizia, che si sta verificando verso chi non ha accettato di essere un precario, ma ha avuto il coraggio di farsi una valigia e andare fuori dalla Regione Lazio per trovare un lavoro che potesse offrire una prospettiva di vita dignitosa e rispettosa della legge.

La mia lettera ha come oggetto: le mobilità extraregionali e nulla osta negati dall’amministrazione di appartenenza nel settore sanitario. Siamo professionisti sanitari, lavoriamo fuori regione e attendiamo da tempo lo sblocco del turn-over (da 10 anni) per poter ritornare a casa dalle nostre famiglie, figli, genitori. Ad oggi siamo oggetto di discriminazione per via delle nuove disposizioni dell’ ex Ministro Madia, riguardo alle assunzioni nella Pubblica Amministrazione.
Per via di questa normativa, noi che lavoriamo fuori regione siamo rimasti esclusi dalle assunzioni, perché già siamo assunti e sono stati privilegiati precari, i concorsi, tempi determinati, co.co.co e tutti i vari contratti di lavoro flessibili. Tutti acquisiscono un posto in Regione Lazio, escluso  chi è fuori Regione.
Le scrivo affinchè possa riesaminare la Circolare Madia, rendendosi conto che non siamo menzionati ma, ci siamo anche noi professionisti sanitari che aspettiamo da tempo di riabbracciare i nostri cari, non una volta al mese ma tutti i giorni. Non essendo presa in considerazione la mobilità extraregionale, non si sa neanche che posti dobbiamo ricoprire. Chi va in pensione? Chi si muove per mobilità?
Chi è deceduto? Boh!!!
Non si sa nulla, tutto sul vago, nessuno da risposte in merito, neanche la regione Lazio a cui è stato richiesto più volte un appuntamento per avere chiarezza e scritte almeno 20 lettere.

Ho letto su un articolo che le stabilizzazioni vengono considerate " un atto di giustizia sociale” beh mi permetto di dire dopo tutti i sacrifici fatti, che il rientro in Regione Lazio dei professionisti sanitari ( oss, infermieri, medici, tecnici,ecc) si possa definire che sarebbe “ un atto di giustizia sociale, legale e di umanità
Noi esistiamo purtroppo, ci ha creati una politica che non ci ha dato nessuna possibilità di scelta , confido che possa aiutarci a tornare a casa dai nostri affetti e che si possa apportare modifiche per questa abnorme ingiustizia che stiamo vivendo. Spero che ci siano i presupposti per prendere in esame le linee guida di assunzioni per le mobilità extraregionali di noi professionisti sanitari, e di poter eliminare finalmente il rilascio del nulla osta al trasferimento da parte dell’amministrazione di appartenenza che ad oggi grazie al decreto dell’ex Ministro Madia ci rende ostaggi.

Non vorremmo rimanere nel dimenticatoio perché non precari, quasi come fosse una colpa di non esserlo.
Umanamente sono vicina a tutti quelli che in nome dell’emergenza sono stati assunti nella P.A. e contribuiscono al suo funzionamento, ma non sono d’accordo che vengano stabilizzati nelle forme previste dai decreti dell’ex Ministro Madia, a scapito di chi ha espletato un concorso aperto a tutti.