Russia 2018: i 23 del Brasile per tornare sul tetto del mondo

La nazionale guidata da Tite punta al titolo ed è una delle favorite

2 Giugno 2018

Luiz Nazario da Lima e il suo taglio di capelli a mezzaluna colorarono l’estate 2002 di verde-oro: il Brasile salì sul tetto del mondo per la quinta volta, guidato da Scolari in panchina e dal tridente delle meraviglie Ronaldinho-Ronaldo-Rivaldo. L’abitudine alla vittoria della Seleçao però in questi anni si è un po’ affievolita, sono passati 16 anni da allora e le ultime edizioni mondiali non sono state troppo fortunate, soprattutto l’ultima, in casa, culminata nell’incubo del Mineirazo e dei 7 gol rifilati dalla Germania.

A poco è valso il ritorno in sella di Dunga, autore di un’altra Copa America incolore, finita con un’eliminazione davvero difficile da accettare, contro il Perù. Ma è qui che il Brasile sembra aver imboccato il bivio giusto, affidandosi a Tite, allenatore capace di centrare l’accoppiata Libertadores-Mondiale per Club col suo Corinthians nel 2012. Con il suo arrivo, la Seleçao centra una striscia di 9 vittorie consecutive nel girone sudamericano di qualificazione mondiale, che risulta spesso una maratona molto difficile e insidiosa, capace di fare vittime illustri. Il Brasile ha vinto quindi in maniera ampia e netta il girone, ha consolidato le proprie certezze con uno schema base che è noto da ormai un anno e guarda con grande fiducia al torneo in Russia, per tornare sul gradino più alto del podio.

Fa parte del Gruppo E insieme a Svizzera, Costa Rica e Serbia.

Convocati

Portieri: Alisson, Ederson, Cassio

Difensori: Thiago Silva, Marcelo, Danilo, Miranda, Marquinhos, Geromel, Vagner, Filipe Luis

Centrocampisti: Casemiro, Paulinho, Fernandinho, Renato Augusto, Fred, Coutinho, Willian

Attaccanti: Neymar, Firmino, Douglas Costa, Gabriel Jesus, Taison

Da quando Tite si è insediato alla guida della Seleçao ha preso decisioni molto nette sin da subito, ha disegnato un undici di cui si è sempre fidato, anche perchè i risultati sono arrivati praticamente subito: ha sistemato la difesa, individualmente fortissima, proteggendola con un centrocampo guidato da Casemiro e da due suoi pretoriani fidatissimi, come Paulinho e Renato Augusto, liberando il talento immenso di Neymar e Gabriel Jesus davanti, che possono essere accompagnati da uno dei vari Douglas Costa, Firmino o Willian. Purtroppo però, a poche settimane dal Mondiale, è arrivato l’infortunio di Dani Alves, che ha privato il Brasile del suo capitano e di una certezza sulla fascia destra, che Danilo sarà chiamato ad attenuare. C’è però un piccolo precedente che può dare coraggio: a pochissimo tempo dall’inizio del Mondiale 2002, il puma Emerson, allora capitano e colonna del centrocampo di quella Seleçao si infortunò in maniera assurda in allenamento, subendo una lussazione alla spalla nel tentativo di parare per “divertimento”. E allora chissà che nel ripetersi di un’assenza così importante dell’ultim’ora non si possa trovare lo stimolo giusto per risalire sul tetto del Mondo.

Allenatore

Tite è l’uomo che ha raddrizzato il Brasile, colui che ha fatto grande il Corinthians ed è riuscito con scelte nette e anche coraggiose (come affidarsi ciecamente ai due fedelissimi Paulinho e Renato Augusto, che giocavano in Cina) a cambiare in pochissimo tempo la solidità e la caratura della Seleçao. Il talento è enorme ma con Tite è tornata una difesa di ferro: 3 soli gol subiti nelle 12 partite di qualificazione con lui in panchina; per cui si tratta di un allenatore molto attento e bravo a curare la fase difensiva.

Prospettive

Il Brasile punta al titolo, non potrebbe essere altrimenti per tradizione, fame e forza della squadra e l’impressione è che le carte in regola per andare in fondo ci siano tutte. Neymar è la stella e tutto il Brasile spera che il Mondiale del 2018 sia quello della sua consacrazione assoluta: se fosse così, probabilmente la Seleçao avrebbe un ruolo da protagonista fino alla fine della manifestazione.