Aumento nel numero di omicidi, demolizioni e attività coloniali israeliane giustificano la resistenza palestinese, afferma Fatah

Ramallah – WAFA. L’ondata di uccisioni israeliane e di esecuzioni a sangue freddo di palestinesi, gli attacchi alle strade, la demolizione di case, la costruzione e l’espansione di colonie ed il continuo trattenere i corpi dei palestinesi uccisi da Israele giustificano la resistenza palestinese e la rendono un dovere nazionale e una scelta necessaria per tutti, ha dichiarato martedì il Consiglio Rivoluzionario di Fatah, a conclusione del suo incontro di due giorni tenutosi a Ramallah.

Fatah ha affermato che resistere all’occupazione è legittimo e garantito dal diritto internazionale, ritenendo l’occupazione ed il governo israeliani pienamente responsabili della reazione palestinese di autodifesa e invitando la comunità internazionale ad assumersi le proprie responsabilità nel fornire protezione al popolo palestinese sotto occupazione.

“Il governo israeliano che si sta formando è un governo di coloni che dà potere a bande di assassini. Evidenzia la trasformazione di Israele in uno stato d’Apartheid”, si legge nella dichiarazione finale del Consiglio Rivoluzionario. “Mentre il nostro popolo resiste a quest’occupazione, esorta il mondo a rispondere ai programmi e alle misure annunciate dai membri del nuovo governo israeliano, che renderanno inevitabile la prossima esplosione, a meno che non vengano prese misure internazionali effettive per dissuadere il governo dell’occupazione che sta trascinando la regione in un pantano di odio, spargimento di sangue e violenza”.

Il presidente Mahmoud Abbas, che è anche capo del movimento Fatah, ha detto all’apertura della decima sessione del Consiglio rivoluzionario che la Palestina è impegnata nelle costanti nazionali per porre fine all’occupazione e creare lo Stato indipendente ai confini del 4 giugno del 1967, con Gerusalemme Est come capitale. Ha anche sottolineato l’importanza di raggiungere l’unità nazionale e la necessità di mettere in atto le risoluzioni delle Nazioni Unite, in particolare le risoluzioni dell’Assemblea generale nº181, che chiedono l’istituzione di uno stato arabo in alcune parti della Palestina storica, e la nº194, sul diritto al ritorno o al risarcimento per i rifugiati, nonché ottenere la piena adesione alle Nazioni Unite e aderire ai suoi accordi, trattati e agenzie specializzate.