Morano Calabro (Cs) - Don Claudio Bonavita si insedia alla guida delle parrocchie Santa Maria Maddalena e S.S. Apostoli Pietro e Paolo

«Le comunità si nutrano di Parola di Dio e di Eucaristia»
morano calabro, (informazione.it - comunicati stampa - società) Ieri, nella chiesa Santa Maria Maddalena, con la celebrazione della Santa Messa domenicale, alla presenza del vescovo di Cassano allo Jonio, mons. Francesco Savino, del suo vicario generale, don Francesco Di Chiara, dei frati cappuccini di stanza nel locale convento francescano, di esponenti del clero diocesano, delle forze dell’ordine e dell’intera comunità moranese rappresentata dal sindaco Nicolò De Bartolo e dagli uomini della sua squadra di governo, don Claudio Bonavita si è insediato, nelle vesti di amministratore, alla guida delle parrocchie Santa Maria Maddalena e Santi Apostoli Pietro e Paolo. Subentra ai parroci emeriti don Francesco Gimigliano, trasferito a Roseto Capo Spulico, e p. Flavio Paladino, sostituito per raggiunti limiti d’età dopo 44 anni di ininterrotto e proficuo apostolato.

Caratterizzata da gesti e simboli specifici di questo tipo di liturgie, assai commovente nella sua semplicità, la funzione presieduta dal presule cassanese ha ufficializzato la consegna a don Claudio, - prete missionario, con una significativa esperienza a Varsavia (Polonia) - delle due parrocchie, le quali, è stato precisato, conservano i tratti distintivi delle loro singole identità, tuttavia arricchite da oggi, perlomeno nei tempi forti (Avvento, Quaresima ecc.), da tempi di condivisione e cooperazione.

Priva di qualsiasi accenno retorico, epurata dalla tentazione degli orpelli e dei luoghi comuni, l’omelia del vescovo. Mons. Savino ha tracciato l’identikit del buon cristiano riflettendo sul Vangelo del giorno (Mc 9,38 – 43.45.47 - 48): «Il nostro è un Dio inclusivo - ha detto; il suo è un amore universale. Guardiamoci dalla tentazione dell’integralismo, dalla falsa convinzione di essere unici detentori della verità; occorre vivere il regnocentrismo non l’ecclesiocentrismo, perché Dio è più grande della Chiesa». E a proposito dello “scandalo” mons. Savino ha sottolineato la necessità di «aiutare i fratelli, specie quelli più distanti e non ancora completamente inseriti nella Chiesa, nel loro percorso di avvicinamento, non impedendo loro di camminare con noi». «Ma c’è un aspetto dello “scandalo” - ha ammonito il vescovo - che nuoce a noi stessi» e che ci riguarda ogni qualvolta ne siamo personalmente protagonisti: «E’ pertanto indispensabile che prima di vigilare sugli altri vegliamo su noi stessi. Le guide delle comunità – ha aggiunto - educhino all’ascolta della Parola di Dio e concorrano a metterla in pratica. La comunità si nutra di Parola di Dio e di Eucarestia».

Al nuovo arrivato e a chi va via indirizza il saluto il sindaco Nicolò De Bartolo. «Auguriamo a don Claudio un lungo ed efficace lavoro. E pur non dimenticando l’impegno di don Francesco Gimigliano nella parrocchia Santa Maria Maddalena (a lui i migliori auspici di pronta guarigione e di un ministero ricco di buoni frutti nella sua nuova destinazione), tenendo, altresì, sempre vivi nei nostri cuori gli insegnamenti dell’instancabile ed esemplare arciprete emerito della parrocchia SS. Apostoli Pietro e Paolo, p. Flavio Paladino, al quale va il nostro filiale e affettuoso ringraziamento per quanto realizzato nella sua storica ed attiva permanenza a Morano, la nostra comunità è pronta a guardare avanti ed è felice di poter contare sull’apporto di un nuovo pastore. Immaginiamo di costruire con don Claudio percorsi di condivisione che sappiano privilegiare sempre e comunque l’uomo, obiettivo primo e ultimo della nostra comune missione. Siamo sicuri di poter guardare insieme nella medesima direzione».
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