Mueller pronto a emettere i primi capi d’accusa

Tutto pronto per l’emissione dei primi capi d’accusa da parte del procuratore speciale Robert Mueller, chiamato a indagare sul Russiagate. A partire da lunedì dovrebbero scattare anche i primi arresti. Lo riporta la Cnn, spiegando come le persone coinvolte e i capi di accusa non sono stati ancora svelati. Ma tutto sarebbe pronto per l’intervento di un giudice federale di Washington.

Tra i personaggi che potrebbero essere coinvolti ci sono Paul Manafort, ex responsabile della campagna presidenziale di Donald Trump, e Michale Flynn, ex consigliere per la sicurezza della Casa Bianca. Entrambi a vario titolo coinvolti in legami sospetti con Mosca. Mueller ha preso la guida delle indagini del Russiagate lo scorso maggio, quando Trump silurò il capo dell’Fbi, James Comey.

Continuano, intanto, la polemica tra Mosca e Twitter. Nei giorni scorsi la governance del social network ha bandito dall’acquisto di pubblicità due dei maggiori media russi, Russia Today (Rt) e Sputnik, e tutti gli account ad essi legati, ritenuti dalle autorità Usa una “piattaforma per i messaggi del Cremlino“. Il social media ha spiegato che la decisione “si basa sul lavoro retrospettivo che stiamo facendo sulle elezioni Usa del 2016 e sulla conclusione della comunità di intelligence americana che sia Rt che Sputnik hanno tentato di interferire con le elezioni per conto del governo russo. Non siamo giunti a questa decisione con leggerezza e stiamo prendendo questa misura ora come parte del nostro attuale impegno a proteggere l’integrità dell’esperienza degli utenti su Twitter”.

Secondo il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, Twitter è diventato vittima “di profondi pregiudizi nei confronti dei nostri media”. Secondo Peskov, la mossa del social network “de facto ha creato un precedente di trattamenti iniqui nei confronti dei clienti” e ciò “può suscitare preoccupazione tra gli altri utenti della rete. Speriamo che nella società ritengano comunque necessario studiare più dettagliatamente la situazione e giungano alla conclusione che in nessun modo il lavoro dei media liberi, tra cui senz’altro ci sono Russia Today e Sputnik, può essere qualificato come intromissione in processi elettorali in America o in qualunque altro paese”.