7 Mag 2018

Non solo OBOR per Mosca: il corridoio con Azerbaigian e Iran

Russia Watch - Infrastrutture

La proiezione della Russia verso Sud, verso le rotte del commercio e i mercati che dall’area del Golfo Persico raggiungono il sub-continente indiano è vettore di politica internazionale tutt’altro che recente, che affonda le proprie radici nella politica imperiale ottocentesca e che, per molti versi, fu all’origine della nota epopea del Grande Gioco. La medesima proiezione torna oggi a caratterizzare le relazioni con il fianco meridionale della Federazione russa, nel più ampio contesto dello sviluppo di progetti infrastrutturali per il trasporto di merci e persone che vanno rapidamente cambiando il volto e le dinamiche della cooperazione inter-statale nella massa eurasiatica. Su questo sfondo, congiuntamente alla partecipazione ai progetti infrastrutturali a guida cinese lungo la direttrice Est-Ovest, Mosca va investendo risorse economiche e diplomatiche nella realizzazione di un parallelo corridoio Nord-Sud fondato sull’asse di cooperazione tra Russia, Azerbaigian e Iran.

Deputato alla costruzione di una rete di connessione ferroviaria e marittima tra i tre paesi, il cosiddetto North-South Transport Corridor si inserisce nel più ampio corridoio di trasporto tra i porti indiani e la costa baltica della Russia, delineato per la prima volta da un accordo tripartito tra Russia, India e Iran nel 2000. Prevista essere ultimata nel corso del prossimo biennio, la piena realizzazione del Corridoio – che ha di recente beneficiato della prima fase di potenziamento delle strutture portuali di Chabahar, nel Golfo dell’Oman, e dell’inaugurazione della ferrovia Astara-Astara, a cavallo del confine azerbaigiano-iraniano – permetterà alle merci di prescindere dalle rotte transitanti attraverso il Canale di Suez, con una conseguente riduzione dei tempi e dei costi di trasporto tra Mumbai e San Pietroburgo nell’ordine, rispettivamente, del 40% e 30%. Essa è inoltre attesa incentivare l’interscambio bilaterale tra i paesi di transito – in primis tra Russia, Iran e India – ancora relativamente limitato nonostante l’elevato potenziale e la relativa prossimità geografica.

Delineando una significativa convergenza di interessi tra Mosca, Baku e Teheran, il North-South Transport Corridor non rileva tuttavia meramente in termini di ricadute e di potenzialità economiche. Legati da rilevanti dinamiche di sicurezza trans-nazionali ma di sovente divisi da opposte e spesso confliggenti percezioni di rischio e opportunità, i tre attori vanno infatti saldando un asse di cooperazione che, rafforzatosi attraverso la pratica dei vertici presidenziali tripartiti (Baku, agosto 2016; Teheran, novembre 2017), potrebbe avere importanti conseguenze nello scacchiere vicino-orientale.

Questa considerazione vale in particolar modo per il rilancio della cooperazione nel Bacino del Caspio, attraverso il quale è prevista transitare la direttrice marittima del Corridoio – tra i porti iraniani di Anzali e Amirabad e quello russo di Astrachan. Difatti, a oltre un quarto di secolo dalla dissoluzione dell’Unione Sovietica, il Caspio non beneficia ancora di uno status giuridico definito da una Convenzione multilaterale tra i suoi paesi rivieraschi, a ostacolare la quale ha contribuito principalmente l’opposizione iraniana a una logica di suddivisione delle acque territoriali che – già fissata bilateralmente tra Russia, Azerbaigian e Kazakhstan – è ritenuta da Teheran lesiva dei propri interessi. Su questo sfondo, il comune interesse allo sviluppo delle vie di comunicazione marittime sembra offrire oggi un significativo incentivo alla risoluzione della datata vertenza giuridico-diplomatica, che, a sua volta, potrebbe ridurre le mai sopite tensioni territoriali nella parte meridionale del bacino e facilitare l’attrazione di investimenti internazionali.

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