14 Dic 2018

Piattaforme social e jihadismo: il caso di Telegram in Italia

La scena jihadista italiana presenta, almeno per ora, numeri più confortanti rispetto ad altri Paesi occidentali toccati dal fenomeno. Il monitoraggio dei canali jihadisti sulla nota piattaforma di messaggistica Telegram è uno degli strumenti che può aiutarci a capire come proceda la radicalizzazione online nel nostro paese. Sarà bene fare un premessa. Su Telegram è […]

La scena jihadista italiana presenta, almeno per ora, numeri più confortanti rispetto ad altri Paesi occidentali toccati dal fenomeno.

Il monitoraggio dei canali jihadisti sulla nota piattaforma di messaggistica Telegram è uno degli strumenti che può aiutarci a capire come proceda la radicalizzazione online nel nostro paese.

Sarà bene fare un premessa. Su Telegram è possibile entrare, come utenti, dentro a chat e a canali. La differenza sostanziale tra i due è che, mentre nelle prime sono consentite delle interazioni dirette tra utenti e amministratori (scambio di messaggi di testo, file, audio, video ed immagini), nei secondi solo l’amministratore ha la facoltà di interagire con la sua community di seguaci. La comunicazione unilaterale dei canali, le alte misure di sicurezza a garanzia della privacy degli utenti e la campagna contro l’estremismo online lanciata da Twitter e Facebook hanno determinato l’ascesa di Telegram e la sua affermazione come piattaforma di messaggistica e cassa di risonanza preferita delle organizzazioni jihadiste e dei loro simpatizzanti.

Su Telegram è possibile imbattersi sia in canali ufficiali delle organizzazioni jihadiste sia in chat frequentate dai loro sostenitori. La misura ridotta del fenomeno jihadista in Italia ha però impedito un eccessivo proliferare dei canali e delle chat italiane vicini all’ideologia jihadista. Al momento non risultano canali o chat legati ad al Qaeda. Lo stesso non può dirsi per lo Stato Islamico, che in italiano, può contare, al momento, su un canale e una chat di riferimento, Ansar Khilafa fi Italia e Ghulibati a Rum.

Ansar Khilafa fi Italia – Seguaci del Califfato in Italia – è una chat frequentata dai simpatizzanti dello Stato Islamico. Gli utenti in questa chat, per la maggior parte, parlano italiano e discutono di temi e fatti che riguardano le operazioni del gruppo. Nel periodo compreso tra maggio e luglio 2018, all’interno di questa chat, sono stati diffusi dei link d’accesso che rimandavano a dei canali tutorial, ovvero dei canali su Telegram in cui gli amministratori condividono materiale utile all’addestramento home-made di potenziali “lone-wolves”. Gli amministratori di queste chat sono gli stessi che gestivano i siti internet ansaralislam.eu e ansaraljihad.pv, entrambi siti in italiano che diffondevano materiale jihadista tradotto in italiano. Su questa chat, inoltre, venivano condivise le traduzioni in italiano dei bollettini informativi di Amaq News Agency, agenzia stampa affiliata allo Stato Islamico, i comunicati ufficiali dello Stato Islamico e anche alcuni video prodotti da alla casa di produzione Hayat Media Center sottotitolati in italiano, che sono tutti opera esclusiva del canale Ghulibati a Rum.

Ghulibati a Rum – la Conquista di Roma – è il canale che si occupa di diffondere le traduzioni in italiano del materiale prodotto dallo Stato Islamico. La struttura grafica dei comunicati emessi dal canale è la stessa utilizzata dal canale in lingua inglese Halummu e dal canale francese Infos an Nur. Il canale italiano, però, non sembra poter contare su una struttura organizzativa paragonabile a quella dei suoi omologhi. Questo, infatti, alterna periodi di intensa attività, in cui impiega solo pochi minuti per diffondere la traduzione di un comunicato ufficiale subito dopo la sua uscita, a periodi di quasi totale black out, in cui il canale pubblica, una volta a settimana, una raccolta di quelle che vengono reputate essere le operazioni più importanti del gruppo.

In questi casi, solitamente, si preferisce dare maggior risalto alle azioni che il gruppo armato effettua al di fuori del contesto siro-iraqeno, al fine di conferire una dimensione più globale al sedicente califfato. Dal settimanale in arabo al Naba, vengono spesso tradotte quelle infografiche che contengono messaggi rivolti ai seguaci dello Stato Islamico, su come, ad esempio, tenere sicura la propria connessione o su come adempire nel miglior modo possibile al jihad mediatico.

Raramente i video diffusi da Amaq vengono sottotitolati in italiano. Gli ultimi video a cui è stato riservato questo trattamento sono stati due episodi di Inside the Khilafah, serie video prodotta da al Hayat Media Center che mostrava la vita nei territori sotto il controllo dello Stato Islamico. Fu invece sottotitolato in italiano, e poi anche trascritto, l’ultimo audio messaggio del portavoce ufficiale dello Stato Islamico Abdul Hasan al Muhajir, uscito in occasione della rivendicazione dell’attentato perpetrato dal gruppo in Iran il 4 ottobre 2018. La quantità delle traduzioni diffuse da questo canale italiano, e le modalità di diffusione, sono irrisorie se confrontate con quelle riscontrate dal canale francese Infos an Nur. Questo canale infatti, oltre a fornire una costante e repentina traduzione di tutti i comunicati e bollettini informativi emessi dallo Stato Islamico, fornisce e mette a disposizione di tutti suoi utenti francofoni una vasta serie di canali con differenti funzionalità come, ad esempio, il canale Infos an Nur tecnologies che si occupa di cyber security. In Italia una struttura simile, così ben organizzata ed efficiente, non è ancora stata riscontrata.

Il canale italiano Ghulibati a Rum, però, è ben inserito all’interno di una vasta serie di chat internazionali in cui si possono facilmente trovare canali simili in lingua turca, russa, bengalese, indonesiana, somala e molte altre. Questo permette agli amministratori dei canali di aggiornarsi e di tenersi al passo con le indicazioni con cui lo Stato Islamico prova a ispirare da remoto i suoi seguaci. Non ci sarebbe da meravigliarsi, quindi, se vi fosse un salto di qualità del canale italiano Ghulibati a Rum, per quanto senza una corrispondenza con un incremento dei livelli di radicalizzazione nel Paese.

È opportuno precisare che in questo momento il canale italiano Ghulibati a Rum risulta chiuso. È però già pronta una serie di canali di scorta, definiti back up. Una misura precauzionale mai presa fino ad ora dagli amministratori di questo canale. Forse il primo segno di una possibile evoluzione.

 

Immagine: Japanexperterna.se (CC)

Eventi correlati

Calendario eventi
Not logged in
x