Le sukkot improvvisate dai soldati durante la guerra di Yom Kippur

Oggi sono documentate da una rara collezione di foto scattate nell’ottobre 1973 nel Sinai e sul Golan

Di Jessica Steinberg

Jessica Steinberg, autrice di questo articolo

Quasi cinquant’anni dopo la guerra dello Yom Kippur, la Biblioteca Nazionale israeliana ha acquisito una collezione di rare fotografie che mostrano come venne celebrata la festa di Sukkot durante quel conflitto: sui tetti di jeep e veicoli militari nel Sinai e sulle alture del Golan.

La guerra dell’ottobre 1973 ha preso il nome dal Giorno di Kippur, quando Israele venne proditoriamente attaccato su due fronti dagli egiziani (a sud-ovest) e dai siriani (a nord-est) nel Giorno dell’Espiazione in cui tutto il paese si ferma per 25 ore per la ricorrenza più sacra del calendario ebraico. Ma la guerra, scoppiata il 6 ottobre, durò fino al 25 del mese, quindi anche durate la settimana di Sukkot che ogni anno inizia pochi giorni dopo Yom Kippur.

Tradizionalmente durante i giorni di Sukkot gli ebrei, per ricordare la precaria condizione nel deserto durante il viaggio verso la Terra promessa dopo l’esodo dalla schiavitù d’Egitto, dimorano (consumano i pasti e talvolta trascorrono le notti) nelle capanne appositamente costruire chiamate appunto sukkot (Levitico 23, 42-43): abitazioni temporanee col tetto fatto di frasche e rami che consentono agli abitanti di intravedere il cielo sopra di loro.

Naturalmente nel 1973, mentre infuriavano i combattimenti, il rabbino capo militare dell’epoca dichiarò che i soldati erano esentati dal comandamento (mitzvà) di dimorare nella sukkà. Ma evidentemente molti di loro non poterono rinunciare a una cara tradizione proprio mentre si battevano per la sopravvivenza del loro paese e per il diritto di vivere in uno stato ebraico. E così si ingegnarono a costruire delle capanne improvvisate lì dove “dimoravano” in quei giorni di fuoco: sopra jeep e veicoli militari, a volte dentro il territorio nemico dove li aveva portati il contrattato delle Forze di Difesa israeliane.

Una sukkà improvvisata dai soldati su un veicolo semicingolato nel Golan durante la guerra di Yom Kippur. Foto di Nathan Fendrich

Nella corrispondenza di un giornale di allora dalla prima linea in profondità dentro il territorio siriano, si legge la descrizione di una improvvisata sukkà incontrata lungo la strada verso il luogo della cruciale battaglia di Hushniya, sul Golan. “I ragazzi della divisione corazzata hanno montato una sukkà – diceva un soldato – Sì, sono riusciti ad adempiere alla mitzvà di dimorarvi, prima di essere mandati a combattere l’ultima sacca di resistenza del nemico”.

Alcune di queste “sukkot di guerra” sono oggi visibili nella collezione fotografica recentemente donata alla Biblioteca Nazionale d’Israele a Gerusalemme. Vennero scattate dal fotografo Nathan Fendrich, un turista americano allora 39enne che era giunto in Israele per documentare siti storici e archeologici. Fendrich rimase bloccato in Israele per lo scoppio della guerra, e decise di viaggiare tra i vari fronti armato della sua macchina fotografica. Oggi le sue foto fanno parte della Collezione fotografica nazionale della famiglia Pritzker, presso la Biblioteca Nazionale, che offre una preziosa documentazione visiva della Terra d’Israele/Palestina ottomana e Mandataria e della società e cultura ebraica e israeliana dalla metà del XIX secolo ad oggi.

(Da: Times of Israel, 15.9.21)

Per scorrere la galleria d’immagini, cliccare sulla prima e proseguire cliccando sul tasto “freccia a destra”: