Settimana scorsa stavo riguardando con mio figlio un paio di film sulla vita di Steve Jobs, quand’ecco arrivare l’annuncio sulle date della prossima WWDC (che, per inciso, si terrà online tra i prossimo 5 e 9 giugno).

I due film in questione sono:

  • Jobs di Joshua Michael Stern, con Ashton Kutcher (disponibile su Prime Video)
  • Steve Jobs di Danny Boyle, con Michael Fassbender (Disponibile su Netflix)
    Nessuno dei due, in realtà, mi soddisfa appieno: il primo scorre troppo velocemente con la pretesa di raccontare tutto, ma tralasciando alcuni dettagli importanti, e presentando Steve Jobs in modo superficiale (con una seconda parte abbastanza noiosa che si riprende solo nel finale); il secondo è un po’ limitato nella narrazione, concentrandosi solo su tre momenti chiave della vita di Jobs, i tre keynote della presentazione del Macintosh, del NeXT e dell’iMac. In questo secondo film però gli intensi dialoghi pre-keynote, e i vari flashback, riescono a raccontare meglio del precedente ciò che era Steve Jobs: sicuramente più godibile e meglio realizzato ma se non si conosce già qualcosa della storia di Apple, non si riesce a comprendere appieno tutto quanto raccontato. Il mio consiglio è quello di leggere Hackers di Steven Levy, e Steve Jobs di Walter Isaacson (da cui è tratto il secondo film) se si vuole comprenderne appieno la mentalità, e come si arrivò alla nascita di Apple…

Questa breve premessa iniziale era necessaria per fare un’altra premessa: Apple non costruisce solo computer… e non mi riferisco al fatto che realizza anche iPhone, iPad, cuffie e altoparlanti, serie TV e film, ecc… ma mi riferisco al fatto che l’idea di Steve Jobs era quella di realizzare degli strumenti che permettessero alle persone comuni di esprimere la loro creatività (esemplare quando nel secondo film fa usare alla figlia Lisa di 5 anni il primo Macintosh) a costo di sacrificare l’espandibilità realizzando un prodotto “chiuso”… ma che fosse anche “bello”, perché la bellezza ispira la creatività…

Ecco quindi che arriviamo ad unire le due premesse, i film, e l’evento della WWDC in arrivo, perché i keynote della Apple sono sempre stati un evento capace di dare spettacolo: dai famosi “one more thing” alle canzonature de’ “il miglior [prodotto o caratteristica a scelta] di sempre”.

Come vorrà sorprendeci Apple stavolta?

Nel corso della WWDC di tre anni fa, dopo una lunga esperienza sui chip di iPhone e iPad (esperienza iniziata con l’Apple A4 dell’iPhone 4) Apple annunciava la transizione a chip proprietari anche per i Mac… non sto a raccontarvi nuovamente la storia dei vari passaggi di processore sui Mac, e i perché di queste scelte, ma credo che Jobs ne sarebbe stato contanto, e sono anche convinto che sia lui stesso ad aver lasciato disposizione di intraprendere questa via (anche se probabilmente avrebbe fatto qualcosa in modo diverso da com’è oggi, perché nessuno era visionario come lui).

Oggi, dopo tre anni, ci si aspetta che la transizione venga completata, perché all’appello manca ancora (almeno) una macchina, quella più potente, il Mac Pro. E’ vero che Apple ha introdotto il Mac Studio, ma a listino troviamo tuttora il Mac Pro con processori intel coma macchina top di gamma, e sarebbe ora di pensionare definitivamente anche questa macchina per introdurne una omologa con chip propietari… realisticamente dei chip M3.

Apple, col passaggio da M1 a M2, ha già dimostrato di saper gestire il lancio di nuovi processori su diverse serie di macchine, anche perché i SoC realizzati da Apple sono declinati in più versioni perfettamente “scalabili”, quindi la presentazione di un MacPro con un eventuale M3 Ultra (per gli M3 è prevista la tecnologia a 3 nm) non dovrebbe interferire sulle altre macchine, che vedranno arrivare nei mesi a venire le altre versioni del nuovo processore (Max, Pro, e “normale”).

Ma la WWDC è l’occasione per presentare anche (e soprattutto) le nuove versioni dei vari sistemi operativi. Le indiscrezioni sono un po’ indecisi su quanto il nuovo iOS17 (e di riflesso i suoi derivati) possa essere innovativo, anche se sembrano convergere su una notizia: per la prima volta verranno tagliate fuori dall’aggiornamento non una, ma due generazioni di iPhone… in sostanza iPhone 8 e iPhone X potrebbero non essere più aggiornabili, e l’iPhone XS riceverebbe l’ultimo aggiornamento di sistema: parliamo comunque di un telefono uscito nel 2018, che rimarrebbe aggiornato all’ultima versioni di iOS fino all’uscita (nel 2024) di iOS18, tempi di supporto inimmaginabili per altre marche, ma che col taglio di due generazioni vanno a cambiare qualcosa anche nella politica di supporto di Apple. Questo può significare due cose: o che iOS17 sarà in realtà più innovativo di quanto vogliono farci credere, o che Apple vuole cercare di risollevare le vendite di smartphone rendendo obsoleti un numero maggiore di telefoni… al di là di questo, se dietro questa mossa dovessero esserci motivazioni “tecniche”, continuo a sperare che ipadOS diventi un sistema operativo dotato di multiutenza, perché non si può pensare che in una famiglia ogni persona sia dotata di un iPad: se si vogliono traghettare gli utenti dai notebook ai tablet, si tratta di una funzionalità indispensabile.

L’ultima cosa alla quale vorrei accennare è il fantomatico visore di realtà virtuale, o realtà aumentata, o entrambe le cose; da un lato mi piacerebbe, ma dall’altro continuo a nutrire forti dubbi: conoscendo Apple, non si tratterebbe di un prodotto economico, quindi il suo utilizzo di massa in un settore “ludico” sarebbe da escludere, mentre in altri settori non è ancora ben chiaro come possa svilupparsi in mercato, ed Apple potrebbe non avere la forza necessaria per imporre un nuovo standard… sicuramente si tratta di un argomento capace di suscitare molta curiosità (la stessa grafica dell’evento sembra, per certi versi, richiamare l’argomento) per cui non resta che attendere un paio di mesi per scoprire cosa ci riserverà la casa della mela.

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