IMMIGRAZIONE, SINDACO PALERMO SFIDA SALVINI

Polemica a distanza tra il vicepremier e ministro dell’Interno, Matteo Salvini, e il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando. Oggetto del contendere gli immigrati e le norme del decreto 132, il cosiddetto “decreto sicurezza”, recentemente convertito in legge. Il testo, voluto dal vicepremier, stabilisce che il permesso di soggiorno rilasciato al richiedente asilo costituisce sì un documento di riconoscimento, ma non basterà più per iscriversi all’anagrafe e quindi avere la residenza. I comuni non potranno più rilasciare a chi ha un permesso di soggiorno la carta d’identità e i servizi, come l’iscrizione al Servizio sanitario nazionale (quindi l’Asl) o ai centri per l’impiego, che verranno assicurati solo nel luogo di domicilio, visto che non c’è più la residenza, come un Centro di accoglienza straordinaria o un Centro permanente per il rimpatrio.

Orlando, con una disposizione inviata ai dirigenti del comune lo scorso 21 dicembre, ha ordinato di sospendere l’applicazione della legge. Nella lettera inviata al Capo area dei servizi, Orlando ha dato mandato “di approfondire tutti i profili giuridici anagrafici derivanti dall’applicazione della legge 132/2018″ e, ancora scrive il sindaco “nelle more di tale approfondimento, impartisco la disposizione di sospendere, per gli stranieri eventualmente coinvolti dalla controversa applicazione della legge 132/2018, qualunque procedura che possa intaccare i diritti fondamentali della persona in particolare, ma non esclusivo, riferimento alle procedure di iscrizione della residenza anagrafica”.

“Un provvedimento che dovrebbero confermare tutti i sindaci di Italia”, ha aggiunto Orlando questa mattina nel corso di una conferenza stampa, convocata sull’argomento dopo che il vicepremier Matteo Salvini aveva twittato: “Con tutti i problemi che ci sono a Palermo, il sindaco sinistro pensa a fare ‘disobbedienza’ sugli immigrati…”.

La replica di Orlando arriva di fronte ai taccuini dei giornalisti. “Non centra nulla la disobbedienza civile, è una corretta applicazione dei miei doveri istituzionali”, ha spiegato il primo cittadino, che ha anche definito il provvedimento del Governo “criminogeno e disumano”. “Disumano – ha sottolineato – perché, eliminando la protezione umanitaria, toglie ogni residuo di comprensione nei confronti del dramma dei migranti. Ma è anche criminogeno perché trasforma in ‘illegale’ la posizione ‘legale’ di chi ha regolarmente un permesso di soggiorno”.

Orlando ha liquidato la polemica con Salvini citando la diversità ideologica di fondo che li divide: “Su alcuni temi, il rispetto dei diritti umani fra questi, il Sindaco di Palermo ha una visione ed una cultura diversa da quella del Ministro dell’Interno, ma qui siamo di fronte ad un problema non solo ideologico ma giuridico, non si possono togliere diritti a cittadini che sono in regola con la legge, solo per spacciare per ‘sicurezza’ un intervento che puzza molto di ‘razziale'”. “Giochiamo due sport diversi, con due regole e due campi diversi”, ha detto Orlando, che non vuole che il capoluogo siciliano sia considerato un modello. “Ho fatto una cosa assolutamente normale – ha aggiunto -. Questa idea che chi rispetta i diritti umani sia un eversivo è una idea che mi fa impazzire”.

L’ordine di sospensione, firmato dal primo cittadino di Palermo, sarà inviato all’Anci nazionale ed anche “ai sindaci più fortemente interessati alla vicenda dell’immigrazione”, ha spiegato Orlando, chiamando a raccolta i propri colleghi contro un governo “che ha gettato la maschera”. L’affondo di Orlando è diretto: “Ci sono migliaia, decine di migliaia di persone che oggi risiedono legalmente in Italia, pagano le tasse, versano contributi all’Inps e fra qualche settimana o mese saranno ‘senza documenti’ e quindi illegali. Questo significa incentivare la criminalità, non combatterla o prevenirla”.

 

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