Valetina Nappi, la dichiarazione choc: ‘Sono stata stuprata da Matteo Salvini….’ – Foto

Salvini
La provocazione della Nappi

La pornostar Valentina Nappi su Instagram ha rivelato “Sono stata stuprata da Salvini”. Una provocazione che ha fatto subito il giro del web

L’attrice hard Valentina Nappi si unisce è completamente contro Matteo Salvini. L’attrice a luci rosse ha pubblicato sul suo profilo instagram una foto scioccante con una didascalia provocatori. Ecco il motivo

Valetina Nappi la provocazione sui social

La denuncia di Valentina Nappi e la frase manifesto su Matteo Salvini ha fatto in poche ore  il giro del web. L’attrice hard ha ribadito con forza e polemica il suo essere totalmente contro il pensiero del Ministro dell’Interno. Ancora una volta la Nappi si scaglia contro Matteo. In passato, tra i due, ci sono già stati vivaci scambi di battute a colpi di doppi sensi e uscite vietate ai minori. Valentina scrive polemica:

“Sono stata ‘stuprata’ da Salvini perché al di là di aspetti anche condivisibili (che pure ci sono) delle sue scelte concrete, e al di là del fatto che molte responsabilità non sono solo sue, Salvini ha riabilitato la peggiore cultura identitaria nazionalista, quella rappresentata dalla triade Dio-Patria-Famiglia.’

Poi ha aggiunto, specificando:

Babbo Natale, la Befana, niente Ramadan, sì al panettone rigorosamente a Natale, la colomba a Pasqua, la cucina tradizionale, i gay sì ma la famiglia solo quella tradizionale, i crocifissi rigorosamente nelle aule, Dio nei discorsi degli esponenti politici e tutta la plebe unita comunitariamente dai vecchi ‘sani’ valori identitari nazionali tradizionali”.

Nappi e il tema dei migranti

Più volti l’attrice Valetina Nappi si è espressa sui migranti e sul suo parere contrario circa le manovre del Ministro dell’Interno Matteo Salvini. Questa volta ha sottolineato:

 “Non so voi, ma questa io la chiamo cultura di sapore fascista. Ed è uno stupro culturale di proporzioni immani. La questione dell’immigrazione, al di là dei complessi aspetti pratici su cui non intendo dilungarmi (la mia opinione è che una gestione razionale dei flussi migratori è — e soprattutto sarà — necessaria), è una questione culturale”.

Il post dell’attrice Valentina Nappi termina con una sorta di appello, un vero e proprio allarme. La Nappi teme la deriva della società:

“Io non voglio vivere in un paese con una cultura ufficiale unica, cattolica di destra, nazionalpopolare. Io voglio vivere in un paese ateo, multietnico, con un’identità culturale che affondi le proprie radici nell’Illuminismo e nel marxismo più illuminato, e che sviluppi queste ultime all’altezza della modernità contemporanea.

Poi scende nei particolari. La sua denuncia contro Salvini non usa mezzi termini:

Il linguaggio grezzo, i modi spicci e i toni al limite del violento, invece, ci riportano a una cultura tribale che produce una violenza contro il diverso (come abbiamo potuto vedere) simile a quella che si dà in molte specie di primati non umani. Rispetto a tutto ciò, il genocidio è qualcosa di differente solo per grado”.

Insomma, ancora una volta i due si sono ritrovati l’uno contro l’altro. Come risponderà Matteo a questa ennesima provocazione? Sicuramente con la sua solita ironia. Bacioni in arrivo.

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Sono stata 'stuprata' da Salvini. Sono stata 'stuprata' da Salvini perché al di là di aspetti anche condivisibili (che pure ci sono) delle sue scelte concrete, e al di là del fatto che molte responsabilità non sono solo sue, Salvini ha riabilitato la peggiore cultura identitaria nazionalista, quella rappresentata dalla triade Dio-Patria-Famiglia. Babbo Natale, la Befana, niente Ramadan, sì al panettone rigorosamente a Natale, la colomba a Pasqua, la cucina tradizionale, i gay sì ma la famiglia solo quella tradizionale, i crocifissi rigorosamente nelle aule, Dio nei discorsi degli esponenti politici e tutta la plebe unita comunitariamente dai vecchi 'sani' valori identitari nazionali tradizionali. Non so voi, ma questa io la chiamo cultura di sapore fascista. Ed è uno stupro culturale di proporzioni immani. La questione dell'immigrazione, al di là dei complessi aspetti pratici su cui non intendo dilungarmi (la mia opinione è che una gestione razionale dei flussi migratori è — e soprattutto sarà — necessaria), è una questione culturale. Io non voglio vivere in un paese con una cultura ufficiale unica, cattolica di destra, nazionalpopolare. Io voglio vivere in un paese ateo, multietnico, con un'identità culturale che affondi le proprie radici nell'Illuminismo e nel marxismo più illuminato, e che sviluppi queste ultime all'altezza della modernità contemporanea. Il linguaggio grezzo, i modi spicci e i toni al limite del violento, invece, ci riportano a una cultura tribale che produce una violenza contro il diverso (come abbiamo potuto vedere) simile a quella che si dà in molte specie di primati non umani. Rispetto a tutto ciò, il genocidio è qualcosa di differente solo per grado. #salvini #immigrazione #lega #leganord #matteosalvini

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