Alla (ri)scoperta del lago d'Orta: 12 ristoranti da provare

Il simbolo culinario dello specchio d'acqua piemontese è più che mai il bistellato Villa Crespi di Antonino Cannavacciuolo. Ma intorno al lago e nei dintorni ci sono realtà in crescita e posti tradizionali che meritano una sosta. La nostra selezione
I 12 migliori ristoranti sul lago d'Orta
Il meglio del Lago d'Orta
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Dal punto di vista culinario (e pure turistico) il lago di Orta dovrebbe fare un monumento ad Antonino Cannvacciuolo, oggi il cuoco più popolare in Italia. Ma in realtà, la statua andrebbe fatta a Cinzia Primatesta, originaria della zona che, sostanzialmente, convinse il giovane cuoco a scegliere Orta San Giulio per iniziare la scalata ai vertici. Nel 1999, due anni dopo il fidanzamento, acquistarono Villa Crespi: il resto è storia notissima tra i gourmet. Il successo della struttura, oggi bistellata Michelin, e la fama di Cannavacciuolo hanno dato una rinfrescata un po' a tutto il lago che sta vivendo un felice momento dal punto di vista ristorativo, favorito anche da un paio di stagioni dove tanti italiani lo hanno scoperto. E non è un caso che proprio il gigante buono di Masterchef e la moglie - cresciuta in una famiglia di albergatori - apriranno Laqua by the lake, un esclusivo resort con beach club a Pettenasco. Un altro segnale importante.

Pesce e formaggi al top

A parte le proposte creative pure che esulano dal territorio, cosa ha senso assaggiare intorno al lago d'Orta? Sicuramente il pesce di acqua dolce: coregone, trota, pesce persico. Poi siamo in Piemonte - anche se lontani dalla Langa - ed ecco che le paste ripiene e i risotti conquistano: Novara, cui appartiene il lago, ha per simbolo culinario la Paniscia che al riso della zona e ai fagioli associa due prodotti tipici quali il salamino di maiale conservato nel grasso e il cavolo verza. Ma è importante anche il risotto al Gorgonzola, vanto di una produzione caseria di rilievo con ottimi caprini e la Toma. Imperdibile un assaggio di Tapulone - spezzatino finemente sminuzzato, solitamente a base di carne di asino - con la polenta. I biscotti sono grandi protagonisti sul fronte dolce: i Brutti ma buoni e le Ossa da mordere della vicina Borgomanero, le Margheritine di Orta e, ovviamente, i Biscotti di Novara. Ci si diverte a tavola, insomma. Come nei posti della nostra selezione.

Nel periodo migliore è stato anche Tre Stelle, ora ne ha una, ma resta fra i ristoranti storici della cucina italiana. Resistono i grandi piatti come la patata ripiena di zabaione di parmigiano e tartufo bianco, a fianco di nuovi orizzonti. Cantina di alto spirito, molto legata alla Francia. Una meta irrinunciabile, in ogni caso, per un gourmet in zona.

Qui regna la tipicità piemontese, anche in porzioni robuste: taglieri di salumi e formaggi, tartare di carne o pesce d'acqua dolce, ravioli o gnocchetti, l'immancabile pesce di lago. Location piccola e suggestiva, ben gestita da una famiglia: ci si sente a casa e i prezzi sono competitivi.

La sorpresa del momento: si trova presso la Canottieri e ha una cucina che ama remare (bene) controcorrente: ad esempio con L'amatriciana e il cacio e pepe si incontrano in un raviolo. Ma tutto il menu diverte per la visione italiana-internazionale della coppia di cuochi.

È il ristorante dell'unica isola, un angolo di Medioevo impiantato nel cuore del lago. Si pranza nella terrazza che guarda a mezzogiorno, volendo con una buona degustazione dedicata al pesce d'acqua dolce. Il battello del locale assicura il collegamento con Orta e Pella.

A mezza strada sulla salita tra la piazza a lago e la chiesa di Orta, Merita il viaggetto per la cucina di Enrico Giromini, che trova abbinamenti piacevoli, partendo spesso dal territorio. E provoca ogni tanto: vedi il Carnaroli al brandy, Bra duro DOP, crema di ortiche e fragole disidratate.

È il Piemonte sabaudo, un ristorante immerso nel parco che circonda la settecentesca Villa Nigra. Ideale per godere gli intramontabili classici di Giulio Boschini (su tutti il vitello tonnato, i ravioli del plin e il risotto con il ragù d'oca) con una fattura impeccabile.

Tutti i sapori del Piemonte del nord, in ricette tradizionali. Provatelo adesso, e tornerete in autunno quando entrano in scena i pezzi forti del menù: funghi, zucca, paste ripiene di selvaggina. Gestione familiare con una passione per i carrelli: di formaggi e di dolci.

Essendo sulla cima del Mottarone che domina il lago, non potevamo trascurare il locale di Sabina Villaraggia, cuoca autodidatta che ha ridato vita a una palazzina liberty. Molto curata la sua cucina, in stagione grandi piatti di selvaggina. Imperdibile il risotto ai funghi.

Quella dello stellato Andrea Monesi è una cucina di ricerca continua e cromatica, di avanguardia e senza confini. Lo si capisce dalla rivisitazione del Fish & Chips, spettacolare gustosa. Altro punto di forza sono i risotti. Ma non ci sono sezioni deboli in carta. Cantina di livello.

La cucina gioca fra territorio e misurate incursioni orientali e latine: merito di un giovane cuoco di origine italoargentina, Stefano Santiago Tivolesi. Terrazza mozzafiato sul lago mentre le proposte più classiche (con un'eccellente mixology) si servono nel rooftop.

Un ambiente con tanta pietra e legno, declinato con eleganza e ricerca: in questo locale, non lontano dal santuario, lo chef Gabriele Frascoia diverte i clienti con tanto pesce di lago, coniugato ai prodotti più diversi, vedi il luccio perca, salsa arneis, erbe di campo e lamponi.

Di fronte all'isola di San Giulio, all'estremità del porticciolo, una trentennale storia di cucina e di famiglia con due fratelli che si dividono tra fornelli e sala. Felice attenzione al pesce di lago: carpaccio di trota, strozzapreti alla carbonara di lago, filetti di pesce persico.