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«Water Grabbing»: l'accaparramento dell'acqua

Incontro con Marirosa Iannelli - Water Grabbing Observatory giovedì 4 ottobre alle ore 17.30 nella sala Conferenze del MUSE

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Foto © Fausto Podavini.
 
Il MUSE ospita uno degli appuntamenti di punta del ciclo «Fa la Cosa Giusta…perché il clima cambi», incontri per approfondire questioni legate al riscaldamento globale e riflettere sul legame fra questo fenomeno e i propri stili di vita.
Giovedì 4 ottobre, alle 17.30, Marirosa Iannelli, ricercatrice presso la London School of Economics, specializzata in cooperazione internazionale e water management, presenterà il libro Water Grabbing - L’accaparramento dell’acqua, frutto di un lavoro sul campo condotto insieme al giornalista ambientale e geografo Emanuele Bompan.
Modera l’incontro Roberto Barbiero, climatologo dell’Osservatorio Trentino sul clima, con la partecipazione di Roberta Villa, di Fiera Fa' la Cosa Giusta - Trento.
 
Non solo land grabbing. Accanto al più noto fenomeno dell’accaparramento della terra che stringe in una morsa, in particolare, il continente africano, si stanno diffondendo con sempre maggiore intensità scontri commerciali, tensioni sociali e guerre su scala internazionale per il controllo dell’acqua.
L’accaparramento di acqua – dalle fonti agli impianti alla distribuzione, fino all’ultima bottiglietta di acqua minerale o semplicemente «purificata» – è molto simile, se non ancor più devastante, sia per le molteplici modalità con cui l’acqua viene «bevuta» dal più forte, e/o avvelenata, sia perché si tratta del bene comune naturale più universalmente vitale.
La geopolitica e l'economia iniziano a fare i conti con l'acqua, anzi, con la sua mancanza.
L’acqua serve. Ogni giorno, in grandissima quantità. Per tutto. Numerosi studi prevedono che entro il 2030 una persona su due al mondo vivrà in zone ad elevato stress idrico.
 

Foto © Thomas Cristofoletti.
 
Per l’acqua si combatte. Secondo una recente ricerca della Banca Mondiale si stima che oggi siano in atto 507 conflitti per l’acqua.
La giornalista ambientale Marirosa Iannelli, ospite della serata al MUSE, giovedì 4 ottobre alle 17.30, ha viaggiato con il collega Emanuele Bompan dal Michigan del fracking al Bangladesh, percorrendo il Mekong «assediato» dal sale marino e toccando con mano - in Swaziland, Brasile e altrove - gli effetti delle monocolture sulla possibilità, per i poveri, di avere acqua per mangiare, bere e lavarsi. In pratica, per vivere.
Un viaggio intorno al globo molto documentato, appassionato e appassionante, per conoscere un problema che riguarda milioni di persone, soprattutto gli ultimi.
Cambiamenti climatici, inquinamento, usi industriali, erosione, concorrono a rendere l’acqua sempre più rara e l’ambiente sempre più fragile.
 
In questa panoramica non possono mancare dei focus sull’Africa, sulle questioni delle megadighe, per esempio in Etiopia, sulla condivisione delle acque tra più Paesi, come per il Nilo e il Congo, sulle ricadute sulla condizione femminile, riflessioni sull’industria del carbone in Sudafrica.
Il racconto cerca di non abbandonare mai la speranza, dal momento che è sempre più forte la consapevolezza della società civile di poter essere rilevante anche a partire dalla dimensione locale.
L’incontro al MUSE vuole sensibilizzare la comunità ad assumere una responsabilità individuale e a prendere coscienza del ruolo che ognuno di noi può avere nel produrre un reale cambiamento.
Un’occasione per comprendere il dove, il come e il perché di una questione che ci tocca tutti. Non solo quando abbiamo sete.

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