BARI - Bari urla il suo no al fascismo e alla violenza e lo fa con migliaia di persone. Ecco i manifestanti che si sono radunati questo pomeriggio in piazza Prefettura per la mobilitazione antifascista organizzata dopo l’aggressione avvenuta nella tarda serata di venerdì da parte di un gruppo di militanti di CasaPound contro alcune persone che avevano appena finito di partecipare ad un corteo ad una manifestazione. All'iniziativa «Bari è antifascista» hanno aderito decine di sigle, tra partiti di sinistra, associazioni cittadine e studentesche e sindacati, da Cgil a Libera Puglia, da Pd a Rifondazione Comunista a Partito Comunista e Potere al Popolo, Arci, Anpi, Arcigay e altre. In piazza anche rappresentati del Comune di Bari e della Regione Puglia, tra cui il presidente, Michele Emiliano, esponenti della cultura come Luciano Canfora e l'eurodeputata Eleonora Forenza, tra le vittime dell'aggressione avvenuta venerdì scorso. Il movimento 'Mai con Salvini', che aveva promosso il corteo dopo il quale c'è stata l’aggressione, è presente in piazza con alcuni suoi esponenti ma in un post su Facebook si è dissociato da questa manifestazione perché ne aveva organizzata un’altra per sabato prossimo. Sull'aggressione la Procura di Bari ha formalmente aperto un’indagine per lesioni aggravate al momento a carico di ignoti. Il procuratore aggiunto che coordina l'inchiesta, Roberto Rossi, ha delegato ulteriori accertamenti alla Digos per qualificare esattamente dinamica e reato.

LE PAROLE DI CANFORA - «La città non dorme, si è svegliata sotto i colpi di una aggressione orribile. Bari è migliore di quello che noi pensiamo di solito, vuol dire che abbiamo seminato. I nostri avi hanno fatto la loro parte e noi dobbiamo fare la nostra». Lo storico barese Luciano Canfora ha chiuso la manifestazione antifascista organizzata in piazza Prefettura a Bari dopo l’aggressione di venerdì scorso ad un corteo antirazzista. «Siamo caduti in basso» ha detto riferendosi non soltanto all’aggressione, ma anche alle attuali scelte politiche nazionali. «Abbiamo al vertice - ha detto - forze che preferiscono proferire parole di rifiuto per gli ultimi della società». «Una storia che abbiamo visto tante volte» ha detto ancora, ricordando le leggi razziali e le deportazioni degli ebrei. «Il fascismo è davvero il principale avversario contro cui questa piazza sta dicendo basta». Prima del professor Canfora, sul palco di piazza Prefettura, di fronte a circa 2mila persone tra musica partigiana e bandiere, sono intervenuti studenti, sindacalisti e due dei manifestanti aggrediti venerdì scorso, l’europarlamentare di Potere al Popolo Eleonora Forenza e Claudio Riccio di Sinistra Italiana. «Dobbiamo resistere ai neofascisti che picchiano ma anche al razzismo e alla xenofobia che vengono spacciate come buonsenso nelle politiche di questo governo» ha detto Forenza, che ha chiesto pubblicamente le dimissioni del ministro dell’Interno, Matteo Salvini, ricordando una sua «cena con esponenti di CasaPound».

EMILIANO «SERVE POLITICA CONTRO FASCISMO» - «Abbiamo fatto bene a convocare questa assemblea sotto la lapide dedicata a Benedetto Petrone, a due passi dal luogo dove fu ucciso. Bari è consapevole dei rischi che derivano dall'utilizzo della retorica fascista, della incapacità di comprendere le contraddizioni della società e la soluzione rapida che il fascismo dà alla crisi del sistema: ridurre la democrazia, ridurre i diritti delle persone, piegarsi alle ragioni economiche dei più potenti, seminare violenza e divisione». Lo ha detto il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, che ha partecipato questa sera in piazza Prefettura alla manifestazione antifascista organizzata dopo l'aggressione di qualche giorno fa da parte di militanti di CasaPound ad un corteo antirazzista. «Le giovani generazioni - ha detto Emiliano - devono imparare che il fascismo riesplode quando la democrazia non ha sufficiente autorevolezza, quando si confonde». Per il governatore pugliese «il PD ha favorito la costruzione di un governo giallo-verde il cui ministro dell’Interno si sapeva già dall’inizio sarebbe stato Salvini. Questo è stato un errore politico gravissimo al quale bisogna rimediare con una linea politica esattamente inversa a quella dell’attuale establishment del Pd, e cioè cercare a tutti i costi di staccare il M5S dalla Lega Nord. Perché la Lega Nord, non so se in modo consapevole o in modo inconsapevole, utilizza le parole del fascismo, dell’odio. E allora - ha concluso Emiliano - mi auguro che il Pd cambi linea, perché non si può stare a guardare e non bastano le manifestazioni, serve la politica intelligente che ricostruisca il fronte antifascista. Io mi auguro che la prossima coalizione che noi presenteremo alle elezioni della città di Bari e della Regione Puglia sia una grande coalizione antifascista per i diritti delle persone, che sia capace di tenere insieme tutto ciò che si oppone a questo fenomeno». 

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