L’accusa diventa un'etichetta. Che il tempo e le verifiche potrebbero scollare. Tanto nella realtà, quanto nel mondo virtuale della rete. Ma il danno d'immagine rischia di essere indelebile, soprattutto se l'onda d'urto arriva dal “mare magnum” eterno del web, allergico all'oblìo, dove abbondano le “fake news”, le false notizie, le bufale, l'approssimazione e la scarsa conoscenza.

Nemici dell'informazione che si combattono con il rigore, l'abitudine di approfondire, la correttezza. E la formazione dei cybernauti, figli dei “creduloni fino all'idiozia” teorizzati dallo scrittore statunitense Henry Miller (New York 1891 – 1980). La grandeur francese, attraverso Wikipedia, l'enciclopedia condivisa sul web, ha tirato un colpo basso alla Basilicata, scrivendone peste e corna. Manco fosse la musa ispiratrice di «Gomorra» o de «Il Padrino». Certo, non siamo «isola felice» ormai da un pezzo, ma da qui a etichettarci come terra di mafia ce ne vuole.

Dalla copertina del giornale tedesco Der Spigel, che nel luglio del 1977 annunciava un approfondimento sull’Italia con la foto di un piatto di spaghetti su cui era posata una pistola, sono passati molti anni. Il pregiudizio verso gli italiani visti come possibili mafiosi, evidentemente, resta. E coinvolge tutto il territorio nazionale, anche la piccola Basilicata che, al netto del rischio di infiltrazioni malavitose e dei presunti tentativi di accreditamento mafioso di delinquenti locali, è ai margini della criminalità organizzata rispetto ad altre realtà regionali. I francesi se ne facciano una ragione. E abbassino la cresta del gallo di fronte all'inchiesta giudiziaria che, dopo tanti anni, ha demolito lo status di associazione mafiosa di quei “basilischi” che, si legge su Wikipedia Francia, «controllano un’economia parallela e hanno come alleati la mafia calabrese, la ‘ndrangheta con cui si sono professionalizzati». La Cassazione ha definitivamente cancellato la parola mafia dal fascicolo, relegando i componenti del gruppo malavitoso indigeno al ruolo di “scimmiottatori” della mala.

Tanto per non farsi mancare nulla, i redattori di Wikipedia d'Oltralpe si sono avventurati anche in una ricostruzione storica, sottolineando come prima dei “basilischi” la Basilicata sia stata al centro di “una lunga e turbolenta storia di rapine, bande erranti di saccheggiatori, omicidi ed estorsioni. Grave crimine che si attenuò alla fine dell'Ottocento dopo l'unificazione della penisola italiana”. Probabilmente il riferimento è al brigantaggio, ma se qui in Italia e nel Mezzogiorno quegli avvenimenti sono ancora oggetto di studio e di interpretazioni cosa vuoi che ne sappiano a Parigi e dintorni di Ninco Nanco e Carmine Crocco?

Dicevamo del danno d'immagine. Al momento, a giudicare dai flussi di vacanzieri provenienti dalla Francia, la rete non sembra aver impattato sull'opinione pubblica che guarda al territorio lucano con interesse turistico. Delle due l'una: o prevale la filosofia trasnsalpina del “je m'en fous” o Wikipedia ha toccato il fondo del barile della sua credibilità messa a dura prova da altre false informazioni diffuse su internet in tutti questi anni. La Francia è il secondo Paese, dopo la Germania, per numero di visitatori in Basilicata. Guardando i dati ufficiali dell’Apt, infatti, si scopre che lo scorso anno i francesi giunti a Matera e dintorni per trascorrervi almeno una giornata sono stati 15.491. Il dato si riferisce agli arrivi, cioé il singolo cittadino straniero che dorme almeno una notte in Basilicata. Quasi il doppio, invece, il numero relativo alle presenze (28.468), vale a dire la permanenza nel territorio lucano per più notti.

Statistica che ci consente di affermare come accuse e descrizioni fuorvianti sulla Basilicata non abbiano intaccato la reputazione del territorio. I vacanzieri, insomma, non si fanno troppi problemi e se scelgono una località per trascorrervi il proprio tempo libero non si arrovellano sulla presenza o meno della criminalità. Differente il discorso che riguarda possibili investimenti di natura industriale. Qui Wikipedia Francia, con le sue farneticanti descrizioni, rischia di fare male. Seriamente. Anche perché quello della sicurezza, in Italia come nel resto d'Europa, è uno dei fattori ritenuti fondamentali dall'imprenditoria che vuole varcare i propri confini per espandersi. Non a caso, Campania e Calabria, alle prese con Camorra e 'Ndrangheta, sono tra i territori meno attrattivi per le aziende europee in cerca di territori su cui crescere.

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