Come danneggiare il Sud, nuovo capitolo: vedi la sanità. Si vive di meno al Sud, pur vivendo in un ambiente migliore della Valle padana area più inquinata d’Italia. Muoiono più neonati al Sud, perché la diseguaglianza inizia nella culla. Fanno più viaggi della speranza per curarsi al Nord i malati del Sud, ma non perché hanno voglia di prendere un treno. Dicono che la sanità al Sud è peggio amministrata che al Nord, ma i maggiori scandali sono avvenuti nella celebrata sanità lombarda. Si dice che una siringa costa di più al Sud che al Nord, ma non ne hanno mai fissato il prezzo uguale per tutti. E soprattutto nessuno ha mai detto che tutto ciò che viene addebitato al Sud dipende da una trappola che non solo lo strozza ma lo fa passare da vittima a colpevole.

La trappola è la spesa sanitaria dello Stato. Per fare un esempio, l’Emilia è più finanziata della Puglia pur avendo la stessa popolazione. Tutto parte dalla mitica <formula Calderoli>, ministro leghista quando la Lega era Lega Nord. Ci sono più anziani al Nord, e gli anziani hanno bisogno di più assistenza, quindi di più spesa. Come, più degli anziani del Sud che saranno di meno ma sono più poveri? E uno più povero non fa meno prevenzione? E un meridionale che ha un più basso titolo di studio quindi minore conoscenza non rischia (come rischia) di finire in una malattia cronica più di un settentrionale? Non ci saranno più diagnosi tardive? Ma fra anzianità e privazione, vinse l’anzianità. I poveri muoiano pure, così imparano a essere del Sud.
Risultato immediato: si ha una vita media di tre anni in meno al Sud pur essendo più salubre l’ambiente (drammatico caso di Taranto a parte). Muoiono più bambini nei primi dodici mesi al Sud pur essendo la famiglia del Sud molto più presente e calorosa. Meno fondi significano meno ospedali. Meno fondi significano meno Tac, meno risonanze, meno farmaci. Che sono di più al Nord. Così che fa un malato del Sud? Ha sfiducia nella sua sanità, che pure dovrebbe essere uguale per tutti, al di là di dove vivi e nasci (per questo i bambini del Sud quando aprono gli occhi piangono di più, hanno capito tutto). Così il malato del Sud va a curarsi al Nord.

Così i rimborsi premiano le regioni già più ricche. E con la sanità già più finanziata dallo Stato. Sanità che così sarà finanziata anche dai poveri, con un meccanismo che aumenterà sempre più la diseguaglianza. Un esempio: la Calabria dà 300 milioni l’anno al resto d’Italia. E con i poveri che si dissanguano per i familiari che li seguono al Nord. Addirittura fino a chiedere mutui, sempre peggio. Si legge: <Costretti a fare una colletta per salvare nostro figlio>. E meridionali più poveri che anzi, quando non ce la fanno più, rinunciano a curarsi (560 mila in Puglia). Con minore vita media, che sarà considerata la prova che non è che meritassero di vivere di più.

Vedi ora che altro succede alla Puglia. Era già pronta ad assumere 4700 fra medici e personale di assistenza. Merito acquisito con un cosiddetto <piano di rientro> dal deficit che si conclude. Ma ecco puntuale come un temporale di primavera una norma che lo impedisce. Già il fabbisogno era di 6600 non 4700. E la Puglia, per dire, ha nella sua sanità 18 mila dipendenti in meno rispetto alla Toscana (che viene indicata come un modello, e si capisce). E rispetto a una media italiana di 10,4 dipendenti ogni 10 mila abitanti, la Puglia è a quota 8,7. Ma con un meccanismo di cifre e percentuali complicato al punto giusto per fare il colpo di mano alla Banda Bassotti, si bloccano quelle assunzioni, che invece vengono concesse a quasi tutte le regioni del Nord che avevano violato i limiti di spesa. Chi ha voluto questa norma spacciata come approvata <all’unanimità> in commissione Salute? Ma Lombardia, Veneto ed Emilia. Con la benedizione della ministra Grillo, cinquestellina sulla sapiente scia dell’ineffabile Calderoli.

La Puglia non era rappresentata nella conferenza Stato-Regioni se non dall’ignaro assessore Di Gioia, che si occupa di agricoltura: embè? E nel 2010 di Calderoli solo il ministro Fitto cercò di far capire quale imbroglio si stesse facendo ai danni del Sud. Ma le colpe di omessa vigilanza non cancellano una politica nazionale che nei confronti del Sud si muove a tranelli e agguati. Facendone morire prima anziani e neonati. Costringendone i malati a penosi viaggi della speranza. Prostrandone tanto i poveri fino al punto da non farli curare più. E accusandolo di tutte le infamie a suo danno.
Per la cronaca, Veneto, Lombardia ed Emilia sono quelle che vogliono tenersi i soldi delle loro tasse per vivere sempre meglio a spese degli altri. Sud in testa. Con la fine del servizio sanitario nazionale. Tanto, i vecchi del Sud, già muoiono prima adesso.

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