BARI - «Un condannato per violenza sessuale non può rappresentare la Puglia nel mondo». Lo sostiene il Movimento 5 Stelle pugliese che chiede al presidente della Regione, Michele Emiliano, di «revocare la nomina di Michele Mangano a consigliere del Consiglio Generale dei Pugliesi nel Mondo».

«Mangano, artista e coreografo, è entrato dallo scorso 15 settembre nel Consiglio del Cgpm nonostante la condanna in primo grado per violenza sessuale su una ragazza minorenne e ci chiediamo come mai in Regione nessuno abbia sollevato dubbi - sottolineano i cinquestelle - sull'opportunità di conferirgli questo incarico prima che venga chiarita la sua posizione».
«Crediamo nella giustizia e rispettiamo il lavoro dei magistrati ma, in attesa di eventuali risvolti, riteniamo che per il momento questo profilo sia una scelta quantomeno inopportuna e - concludono i cinquestelle - in contrasto con un ruolo di rappresentanza dei pugliesi nel mondo». 

LA REPLICA DI EMILIANO - «Il presidente della Regione non ha il potere di designazione dei componenti del Consiglio direttivo dei Pugliesi nel Mondo in quanto, per statuto, vengono designati direttamente dalle associazioni che costituiscono l’assemblea. Ciononostante - si legge in una nota della Regione - il presidente Michele Emiliano ha invitato, tramite il dirigente di settore, il neodesignato signor Michele Mangano a non accettare la designazione delle associazioni, avendo appreso oggi della sua condanna in primo grado per violenza sessuale su minore e ritenendo tale circostanza assolutamente inopportuna in relazione al ruolo di consigliere dei Pugliesi nel Mondo. Poiché nella legge istitutiva del Consiglio dei Pugliesi nel Mondo non è prevista la facoltà per il Presidente della Regione di verificare i requisiti morali dei consiglieri designati dalle associazioni e di rifiutare il decreto di nomina, né il potere di revoca dei consiglieri nominati in casi del genere di quello in discorso, e neppure la possibilità di adottare provvedimenti sospensivi della designazione o della nomina in attesa della sentenza definitiva, il presidente Emiliano presenterà a sua firma un disegno di legge al Consiglio regionale perché questa facoltà sia immediatamente prevista in capo al Consiglio stesso.

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