BARI - «Da ministro dell’Interno ho la fortuna di non dovermi basare solo sui giornali, ma sulle informazioni delle forze dell’ordine, altrimenti quest’estate avrei dovuto inseguire dei lanciatori di uova», che «lanciavano uova a caso». «Se uno pesta un altro essere umano, può essere giallo, rosso o verde, il suo posto è la galera. Poi da ministro dell’interno devo andare oltre la notizia». Così ad Atreju il ministro dell’Interno Salvini su quanto avvenuto al corteo antirazzista di Bari al rione Libertà nella serata di venerdì. Un presidio antifascista è stato organizzato in piazza Prefettura a Bari per martedì prossimo, 25 settembre, alle ore 18.30.

I DISORDINI AL RIONE LIBERTA' - La polizia ha sedato uno scontro in tarda serata, nel quartiere Libertà, tra via Eritrea e via Crisanzio, in cui erano coinvolti il gruppo «Mai Con Salvini» e i sostenitori di destra. Decine di poliziotti in tenuta antisommossa sono riusciti a tenere a bada i due gruppi. Ci sono tre feriti (prognosi tra i 7 e i 15 giorni), e l'eurodeputata Eleonora Forenza è stata visitata in ospedale per uno stato di ansia. Tra i feriti c'è anche il suo assistente Antonio Perillo, trasportato al pronto soccorso della clinica Mater Dei. L'altro ferito è Giacomo Petrelli, di Alternativa Comunista. In queste ore gli inquirenti stanno raccogliendo le querele delle vittime e le dichiarazioni dei testimoni, non ci sono per il momento persone fermate. Danneggiate anche le camionette della polizia con bombolette spray.

                                          

Circa 300 persone hanno sfilato per le vie del centro di Bari per protestare contro le politiche del Governo. Alla manifestazione hanno aderito comitati e associazioni cittadine riunite nella rete «Mai con Salvini». Il corteo, partito da piazza Umberto e diretto a piazza Redentore attraversando le strade del rione Libertà, era stato organizzato per oggi in occasione della visita a Bari del ministro dell’Interno, Matteo Salvini, poi anticipata al 13 settembre.

Gli aggressori, secondo fonti investigative, sarebbero stati almeno cinque o sei armati di mazze e cinghie. Le due vittime sono state ferite al volto e alla testa e sono state dimesse dopo le prime cureal Policlinico di Bari e alla Mater Dei. Uno di loro ha perso i sensi prima dell’arrivo dei soccorsi. All’aggressione era presente anche l’europarlamentare Eleonora Forenza (Potere al Popolo).

Discordanti le versioni finora fornite: stando a quanto riferito dai manifestanti, i due feriti stavano tornando a casa quando hanno subito un vero e proprio «agguato squadrista, finendo con la testa spaccata». I militanti di Casapound, invece, sostengono di essere stati provocati e insultati e di aver reagito per questo. Gli isolati attorno alla sede del movimento di estrema destra erano presidiati dalle camionette della polizia fin dal pomeriggio, proprio per prevenire eventuali momenti di tensione. Ai manifestanti non era stato neppure consentito di passare in corteo da quella via, deviando il percorso. L’aggressione, però, è avvenuta quando la manifestazione era ormai terminata.

«Bari non si Lega» era lo slogan della manifestazione. «In tre mesi questo Governo ha legittimato con la sua propaganda una serie di agguati razzisti, omo-transfobici e fascisti, - dicono gli organizzatori - mentre festeggiava il sequestro di 177 persone come una vittoria politica (con riferimento al caso della nave Diciotti, ndr), si rimangiava le promesse su Ilva e Tap, celebrava il primo utilizzo del taser e, ciliegina sulla torta, il decreto Milleproroghe che saccheggerà il Sud e le periferie con la decurtazione di oltre la metà dei fondi previsti».

CASAPOUND_: CI SIAMO DIFESI DA ASSALTO - Circa trenta militanti di Casapound sono stati identificati. Tuttavia, in una nota, il movimento chiarisce che «A Bari non c'è stata nessuna aggressione squadrista, ma un tentativo di assalto alla nostra sede da parte dei manifestanti anti-Salvini. "Come mostrano chiaramente le foto che abbiamo diffuso - prosegue Cpi - il corteo era finito da tempo in un’altra zona della città ma gli antifascisti invece di disperdersi hanno cercato di arrivare in via Eritrea, dov'è la nostra sede, per assaltarla. Non stupisce che in mezzo a loro ci fosse l'europarlamentare di Potere al Popolo Eleonora Forenza, da sempre vicina ai centri sociali, come esponenti dei centri sociali sono i suoi collaboratori». «Quello di cui possono accusarci - conclude CasaPound - è solo di aver difeso il nostro diritto a esistere di fronte a chi ci vorrebbe cancellare dalla faccia della terra».

TATEO (Lega): PROTESTAVANO SOLO EXTRACOMUNITARI - In un post su Facebook la parlamentare della Lega, Anna Rita Tateo punta l'indice contro la manifestazione: «Ecco le anime belle della nostra città: insegnanti di italiano (rigorosamente per stranieri), immigrati che abitano (abusivamente?) nel Quartiere Libertà, centri sociali e disadattati di vario tipo». Secondo l'on. Tateo «non si è visto nessuno che abita realmente nel Quartiere Libertà, tranne appunto alcuni extracomunitari. L’unica cosa che questi soggetti sanno fare è paralizzare il centro città per protestare contro Matteo #Salvini.. poveretti!».

SINDACO: ODIO HA MANDANTI MORALI - «L'aggressione di ieri sera a un gruppo di manifestanti al termine di un corteo pacifico antirazzista è un fatto gravissimo. Spero che i responsabili siano puniti. Ma noi tutti sappiamo che esistono dei mandanti morali. Sono tutti quelli che ogni giorno, subdolamente, con parole di finto buonsenso, alimentano un clima di odio, di pregiudizio, di violenza». Lo scrive sulla sua pagina Facebook il sindaco di Bari, Antonio Decaro, all’indomani dell’ aggressione da parte di militanti di CasaPound ad un gruppo di manifestanti baresi della rete «Mai con Salvini» che avevano partecipato ad un corteo antirazzista, due dei quali feriti alla testa con cinghie, spranghe e cazzottiere. «Soffiare sul fuoco della paura - scrive Decaro - rischia di generare incendi che travolgono tutto e tutti. Ce lo insegna la storia. Una storia che Bari ha già vissuto. Una storia che non può e non deve tornare mai più. Bari è una città libera dove le manifestazioni sono un diritto. Un diritto di tutti».

EMILIANO: UN ATTO GRAVISSIMO - "La vile aggressione da parte di gruppi di fascisti a dei manifestanti, che peraltro stavano tornando a casa con bambini e passeggini, è un atto gravissimo. Bari antifascista si opporrà a questa gente che pensa di poter occupare le strade di picchiare donne, bambini e di comportarsi in modo così vigliacco. La mia più profonda solidarietà a tutti coloro che hanno subito l'aggressione e alla deputata europea Eleonora Forenza che spero possa immediatamente superare la situazione anche fisica nella quale si sta trovando". È quanto ha dichiarato il Governatore della Regione Puglia, Michele Emiliano.

FRATOIANNI (LEU): SUBITO I RESPONSABILI - «L'aggressione fascista avvenuta stanotte a Bari, nella città in cui fu ucciso Benedetto Petrone, è inaccettabile, non doveva accadere, non deve più accadere e non può rimanere impunita. Ci aspettiamo che gli squadristi responsabili dell’aggressione siano assicurati subito alla giustizia, e sia chiarito perchè non sia stata impedita dalle forze dell’ordine». Lo afferma il segretario nazionale di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni di Liberi e Uguali.

GLI ANTIFASCISTI: CHIUDERE CASAPOUND - «L'aggressione fascista di cui è stato vittima ieri sera un gruppo di manifestanti antirazzisti a Bari suscita sdegno e seria preoccupazione. Con metodo già visto tristemente in passato, gli aggressori hanno preso di mira alcuni manifestanti isolati, che defluivano dopo il corteo lungo la via principale del quartiere Libertà, provocando feriti immediatamente ricoverati. I picchiatori hanno agito indisturbati, usando i loro locali come base di partenza e di rientro, e palesemente preparati visto che hanno adoperato oggetti contundenti come mazze e cinghie. Va accertato e severamente sanzionato il comportamento delle forze dell’ordine assenti durante l’agguato nelle vicinanze della sede di CasaPound e quindi non impedendo l’aggressione e il ferimento dei pacifici manifestanti». Lo afferma in una nota il Coordinamento Antifascista Provinciale e Regionale.

COORDINAMENTO LEGA: CHIUDERE CENTRO SOCIALE EX ROSSANI: " Decaro deve chiudere il centro asociale e violento della ex caserma Rossani in via Giulio Petroni". Questa la reazione dei deputati della Lega, Rossano Sasso e Anna Rita Tateo. «Condanniamo ogni forma di violenza, da qualsiasi parte provenga. Il confronto, anche duro, non deve mai sfociare in atti violenti come quelli accaduti ieri sera. Nell'attesa che gli inquirenti facciano luce su eventuali responsabilità, non possiamo però restare silenti dinanzi al fatto che i manifestanti di ieri a Bari, provenienti dai centri sociali di tutta la provincia, abbiano a più riprese incitato alla violenza ed istigato all'odio politico».

«Durante il corteo dei centri sociali sono stati infatti notati striscioni recanti scritte tipo 'Salvini a testa in giù' e 'a piazzale Loreto c'è ancora posto' - sottolineano gli esponenti leghisti -. Questo clima di odio e di violenza politica provocato dai nostalgici di Stalin sta turbando il dibattito politico cittadino, che non ha mai superato le regole della democrazia e del vivere civile. I manifestanti per tutto il corteo hanno proferito anche frasi ingiuriose contro le forze dell'ordine alle quali va la nostra solidarietà ed il nostro ringraziamento per aver evitato che i facinorosi dei centri sociali provocassero ulteriori risse al rione Libertà. I residenti del rione Libertà ci chiedono più sicurezza e di liberare il quartiere dalla malavita locale e straniera, e noi li accontenteremo».

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