«I ciliegi sono sotto controllo: intendo evitare, senza se e senza ma, che la Xylella fastidiosa li stermini, come è accaduto per gli ulivi pugliesi». Così Gian Marco Centinaio (Lega), ministro delle Politiche agricole, 48 anni, padovano, laureato in Scienze Politiche, che oggi sarà in Puglia (alle 9 alla Prefettura di Bari e alle 12,30 alla Prefettura di Lecce) per affrontare la questione gelate e l’emergenza batteriosi.


Intanto, la patologia importata dal Costa Rica attraverso una piantina di caffè, galoppa verso il Nord della Puglia, seminando terrore fra gli olivicoltori. La sputacchina, l’insetto vettore, sta per spiccare il volo per aggredire nuovi ulivi. È necessario arare per distruggere le uova, ma ormai potrebbe essere già tardi. Nonostante nel Salento la Xylella abbia causato danni enormi, c’è chi continua a opporsi agli sradicamenti, esponendo a rischi elevati di contagio gli alberi vicini.


Ministro, qualcuno sostiene che se la Xylella avesse colpito il Nord, la questione sarebbe già stata risolta. È così? «No. Non è una questione di Nord o di Sud, quanto piuttosto di inefficienza di cui lo Stato ha dato prova nel contrasto alla batteriosi. Ci sono Paesi europei in cui la patologia non è stata sconfitta e di certo ciò non è avvenuto per ragioni geografiche».


La malattia è stata sottovalutata. Quali responsabilità?
«Sia politiche sia civili».


All'interno del governo, la sua posizione a volte è in antitesi rispetto a quella del M5s.
«La fortuna è che, confrontandomi con ministri e parlamentari del movimento Cinque Stelle, constato che le posizioni sono identiche. È, comunque, normale che nel M5s ci sia qualche negazionista, ma spero di riuscire a fargli cambiare idea».


I negazionisti, a prescindere dalle bandiere, continuano a opporsi agli sradicamenti. È giusto che in Italia gli interessi collettivi debbano essere ignorati per colpa di pochi?
«È il problema del nostro Paese: per colpa di pochi, non riesce a esprimere le potenzialità. La politica deve fare scelte, il fatto che piacciano o meno non importa. Io, per esempio, non devo essere amico di tutti, ma pensare al bene del Paese».


Se il piano Silletti fosse stato attuato, forse la questione si sarebbe risolta con 3mila sradicamenti. Nulla di fronte ai milioni di ulivi ammalati in Puglia.
«Non posso pensare che, nel momento in cui la scienza trova soluzioni, alcuni soggetti si improvvisino scienziati. Il piano Silletti avrebbe risolto e domani (oggi per chi legge, ndr) in Puglia avrei parlato di altro».


Molti agricoltori tagliano gli ulivi anziché sradicarli. Cosa farete per evitare questa violazione?
«Nel decreto abbiamo previsto un piano che punisce chi non rispetta la battaglia contro la Xylella. Chiedo che le forze dell’ordine mi diano una mano contro chi viola la normativa. I furbetti devono essere puniti».


Di fronte al mancato rispetto delle linee comunitarie, cosa potrebbe fare l'Europa?
«Le ipotesi sono tre: avviare una procedura d’infrazione, non elargire fondi e far diventare l’Italia no Xylella free, con il conseguente blocco dell’export delle piante. La Giordania ha già deciso l’alt all’import. L’emergenza sta diventando nazionale».


La batteriosi, come anticipato dalla Gazzetta, è arrivata nel Barese. Approderà nel Nord Barese e nella Bat?
«Penso che, grazie a questo decreto, il pericolo sarà scongiurato».


Il provvedimento quando sarà convertito in legge?
«È già attuativo. Deve essere convertito da entrambi i rami del Parlamento. La prossima settimana andrà alla Camera, poi al Senato. Ho chiesto di accelerare l’iter».


Per alcune confederazioni, la burocrazia appare ancora abbondante nel decreto.
«Secondo me, no. Ho chiesto di presentare emendamenti che sono disposto a valutare. Potrei aver sbagliato, ma ciò va dimostrato».


Le gelate hanno arrecato danni enormi alla Puglia. Cosa farà il governo?
«Abbiamo stanziato 200 milioni di euro per le calamità naturali. Cerchiamo di capire come utilizzarli».

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