Il Comune di Valenzano non tornerà al voto, almeno non in questa primavera. Lo ha stabilito ieri il prefetto di Bari, Marilisa Magno, con un decreto che ha revocato la convocazione dei comizi elettorali nel piccolo centro del Barese. È l’effetto della decisione con cui il Consiglio di Stato ha sospeso la sentenza del Tar di Bari che aveva annullato lo scioglimento per mafia del Comune, disposto a settembre 2017: a Valenzano resta dunque in carica la commissione prefettizia.
A marzo, proprio in virtù della sentenza del Tar di Bari, la Prefettura aveva incluso anche Valenzano nel novero delle amministrazioni da rinnovare nel doppio turno del 26 maggio e 9 giugno. La pronuncia cautelare monocratica del Consiglio di Stato, depositata sabato scorso, ha ribaltato tutto comportando anche il ripristino della commissione straordinaria che proprio il 1° febbraio era stata prorogata per altri sei mesi.


Il caso Valenzano esplose a settembre 2016 con la denuncia dell’allora deputato Pd, Dario Ginefra, che mise nel mirino la mongolfiera lanciata al termine della festa patronale: il pallone aerostatico era stato dedicato dal boss locale alla memoria del figlio vittima di un omicidio di mafia. Da lì la Prefettura nominò una commissione d’accesso che ha poi concluso i suoi lavori con la richiesta di scioglimento del Comune per via delle infiltrazioni della criminalità organizzata.


Il Tar del Lazio ha ritenuto che il provvedimento non fosse correttamente motivato. Ma i giudici di Palazzo Spada, con un decreto inaudita altera parte insolitamente molto articolato, hanno dato una lettura diversa. Ricordando ad esempio che l’allora sindaco Antonio Lomoro era «dipendente da lungo tempo - ancorché autosospeso dopo l’elezione vittoriosa - di una società appartenente a uno stretto parente di un locale pericoloso boss mafioso, con quote societarie in parte di proprietà del socio accomandante che ha ceduto la carica al figlio» venendo poi eletto consigliere comunale nella maggioranza dello stesso Lomoro. In più, secondo Palazzo Spada, essendo comunque scaduta la consiliatura, l’ex sindaco non avrebbe potuto reinsediarsi ma solo aspirare - teoricamente - a presentarsi ad una nuova tornata elettorale. Ma, a seconda di ciò che il Consiglio di Stato deciderà nel merito (l’udienza è fissata per giovedì), questo potrebbe avvenire il prossimo autunno oppure ancora più in là.

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