BARI - Le provinciali hanno fotografato un panorama politico pugliese in ebollizione. «Le coalizioni sono in evoluzione, non più ferme come una volta», attacca Alfonsino Pisicchio, assessore regionale e leader di Iniziativa democratica, lista civica di centrosinistra impegnata nell’allargare la coalizione a Bari e alle regionali 2020 con i movimenti degli ex berlusconiani Simone Di Cagno Abbrescia e Massimo Cassano. «Una cosa è certa: hanno vinto - spiega - più i civici che i partiti tradizionali. Del resto nella Regione abbiamo un 77% di presenze civiche nei consigli comunali, determinanti dunque per le provinciali».

I consiglieri comunali che si riconoscono nel movimento di Pisicchio a Foggia hanno appoggiato Gatta («espressione di civismo, con una giunta trasversale nel suo comune»), nella Bat hanno sostenuto la lista Fronte democratico, a Lecce si sono mossi in autonomia («ma il presidente Stefano Minerva rappresenta bene il rinnovamento»), a Brindisi hanno sposato il progetto del progressista Riccardo Rossi, mentre a Taranto hanno sostenuto il sindaco ex azzurro Giovanni Gugliotti insieme al sindaco Francesco Lopane (Pd) di Laterza. «Per le provinciali ioniche - racconta Pisicchio - Melucci non ci ha nemmeno contattato e ci siamo ritrovati bene in un percorso più autonomo con il Patto dei sindaci».

Per l’assessore il centrosinistra deve sciogliere alcuni nodi a stretto giro. Il primo: «Emiliano è disponibile a fare le primarie. Bene. Ma allora devono riguardare tutta la coalizione. Il Pd dovrebbe l’iniziativa e animare un coinvolgimento generale. Lo sfidante di Emiliano dalle nostre fila? Se si fa un ragionamento condiviso con il governatore non c’è bisogno di una rappresentazione diversa». Il secondo: «I vertici regionali di Sinistra Italiana sono per un centrosinistra con un candidato governatore diverso? Propongano, se lo hanno, un nome alternativo. Si fanno le primarie e ci si confronta. Le idee della sinistra non le conosciamo ancora».

Infine il capitolo dolente delle comunali di Bari. «Quando finisce un mandato - analizza ancora - bisogna avere la possibilità di presentarsi con un nuovo programma e una ipotesi di nuova coalizione. Il 4 marzo ha insegnato qualcosa. C’è una forte voglia di cambiare il linguaggio. È opportuno presentarsi con una formula innovativa. L’idea è di fare una alleanza che possa allargarsi e non si fermi a quelli che ne facevano già parte nel 2014. Ormai parliamo di un’epoca fa».

Decaro però ha sbarrato la strada agli ingressi di Cassano e Di Cagno Abbrescia: «Nessuno scandalo se amici che non stavano con noi, ora guardano al nostro campo. Non credo che Decaro possa mettere veti sulla coalizione. Non la fa da solo, come in una monarchia. La democrazia - conclude Pisicchio - ci spinge a capire se sono possibili intese di carattere programmatico con l’ex sindaco e Cassano. Il programma non si fa con le passeggiate ma capendo dove abbiamo sbagliato, dove la città è critica. Sulle idee ci possono essere veti, non sulle persone. Chiudere è miope. È personalismo e non conoscenza di un percorso. Non credo che Decaro voglia chiudersi in una ostinazione individuale. La coalizione siamo noi, che c’eravamo e qualcosa la possiamo dire».

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